Diario di Pasquale De Feo- 22 settembre – 21 ottobre
Eccoci con uno degli appuntamenti principali di questo Blog. Il diario mensile di Pasquale De Feo.
Ogni mese giunge questo piccolo libro, che raccogli tutte le riflessioni scritte da Pasquale nel corso di quel mese.
Non solo testi che parlano di carcere, ma pezzi di anima, di sangue, di vita, di sogno, di mondo.. una eterna tensione di una mente curiosa animata da indignazione, passione, libertà.
A differenza di quanto fatto nelle premesse agli ultimi diari, questa volta mi limiterò a fare solo una citazione, prima di lasciarvi alla lettura integrale del diario di Pasquale. Eccola qua:
“Nel silenzio della notte o di prima mattina, rimbalzano come un suono sinistro i passi dell’agente nel corridoio, le suole di cuoio fanno un rumore che ti entra nel cervello, anche se la maledetta abitudine fa metabolizzare ogni cosa. La camminata innesca tanti fattori che alimentano i timori in noi, che possano derivare dalla rottura del silenzio, ai ricordi degli impacchettamenti all’alba, e i passi concitati che riportano alla mente momenti bui di soprusi e torture. Il ministero spenderebbe meno se rifornirebbero di scarpe gommate gli agenti; ma credo che certi appalti sono intoccabili. In conclusione, noi detenuti guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno, pertanto questo minore lo riteniamo un aiuto essendo in allarme naturale. ” (30/09/2012)
Questo passo vive di un’angoscia incredibile. Le suole di cuoio delle scarpe degli agenti, il loro rumore di notte.. un semplice dettaglio.. diventa simbolico, come un rumore sinistro saturo di memorie emotive.
Qualcuno diceva che “il diavolo si nasconde nei dettagli.
Vi lascio al diario di Pasquale De Feo.. carcere di Catanzaro.. mese di ottobre.
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Mauro Palma, ex presidente del Comitato contro la tortura del Consiglio d’Europa, ha scritto un articolo sulla legge per l’introduzione del reato di tortura nel nostro ..codice penale. La commissione giustizia del Senato, dopo aver approvato il testo, l’ha trasmesso all’aula per la discussione. Sarà difficile che questa legislatura riesca ad approvarla, perché i tempi sono stretti, anche per l’ostruzionismo del PDL, perché non vogliono il reato di tortura: “il precedente governo Berlusconi, aveva detto al Comitato dei diritti umani dell’ONU, che questo reato non era una priorità”. Palma lamenta, giustamente, che la legge è generica e non specifica, perché non hanno avuto il coraggio di tipicizzarlo, per non inserire un reato che abbia come attori le forze di polizia, carabinieri e polizia penitenziaria. La tortura è un reato che si compie nella stragrande maggioranza mentre un cittadino è nelle mani dello Stato: in stato di fermo, nelle caserme, nei carceri, negli OPG, ecc. Hanno voluto annacquarlo affinché ci siano più scappatoie per le varie polizie. Comunque speriamo che almeno questo testo veda la luce, contribuirà a moderare gli eccessi, scalfendo la certezza dell’impunità che li ha accompagnati fino ad oggi. – 22-09-2012
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I privilegi delle varie caste sembrano infiniti, ormai non mi meraviglio più quando ne leggo nei quotidiani. Ogni governatore della Banca d’Italia fa la morale un po’ a tutti, senza mai fare una autocritica sia sui banchieri sia sull’apparato della Banca d’Italia, che è piena di privilegi. Gli stipendi degli impiegati sono paragonabili a quelli dei parlamentari, i gradi più elevati vanno molto al di sopra; le pensioni non sono da meno degli stipendi. I dipendenti pensionati e i loro familiari, possono accedere a mutui con interessi usurari, all’1%, un sogno per i comuni cittadini. Sono interessi addirittura più favorevoli di quelli dei parlamentari, all’1,57% che tempo fa fecero scandalo. In qualunque contesto governativo si guardi, ci sono privilegi vergognosi, ma con una faccia tosta chiedono al popolino di tirare la cinghia. Credo che non si possano più mettere pezze, ma bisognerebbe rispettare e iniziare da capo, viceversa nulla cambierà. – 23/09/2012
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Per la seconda serata consecutiva, dopo TG5, hanno proposto in due parti, l’intervista a Giuseppe Grassonelli, un ergastolano da 20 anni in carcere. Ieri sera in studio c’erano la radicale Rita Bernardini e l’ex vice Direttore del D.A.P., Sebastiano Ardita. Togliendo i suoi fatti personali, su cui non entro nel merito, ha detto una cose che merita un approfondimento: “In Italia c’è la pena di morte chiamata 4 bis”. Questa è una realtà che da vent’anni è coperta dalla censura e dall’omertà di Stato. Non solo è stata istituzionalizzata la pena di morte, ma anche la tortura con il 41 bis. L’ergastolo con il 4 bis è una pena di morte, anche se diluita nel tempo il risultato non cambia, anzi è peggiore, perché ci vuole un coraggio che duri tutta l’esistenza. Anche il cosiddetto ergastolo normale (qualche centinaio in Italia), formalmente se ha accesso a tutti i benefici delle pene alternative, ma nei fatti è una discrezionalità del magistrato di sorveglianza, pertanto è un ergastolo bianco, non essendoci nessuna certezza di terminare la pena. Il regime di tortura del 41 bis, seppellisce vivi i detenuti condannati alla pena di morte. Bisogna dare merito al PM Sebastiano Ardita, perché imperterrito porta avanti le sue tesi di tortura, nascondendoli sotto termini diplomatici che non allarmano la coscienza delle persone. La tortura la chiama “coercizione”. La pena di morte la chiama “sicurezza sociale”. Mi auguro che questi eventi mediatici continuino, affinché la gente inizi a riflettere sull’infamia delle leggi emergenziali. – 24/09/2012
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Stamane ho trovato il pane che ci passa l’amministrazione punteggiato di bianco e di muffa verde, era di due giorni fa, pertanto è strano che questo pane subito va a male. Mi è successo anche altre volte. Pensando al passato, ricordo che il pane che compravamo a casa, durava anche una settimana. Quello che facevano i nonni e gli zii nel Cilento, durava tutto il mese. Compro le freselle integrali sulla spese, durano una settimana senza problemi, ma possono durare anche un mese, come riporta la sentenza. Ho letto spesso che in Italia arriva il pane semicotto e congelato: una sera ho visto un documentario su questo pane che veniva dall’est-europeo, una porcheria piena di additivi chimici, autentiche bombe tossiche, l’igiene non era contemplata. Credo che questo pane sia simile, perché non si spiega come vada a male dopo due giorni. Se lo facessimo noi in cella, durerebbe almeno una settimana. Le imprese del carcere, che poi è la Berselli, che detiene il monopolio dal 1930, è onnipotente, talmente potente che nessuno al ministero si sogna di intervenire, neanche quei 120 PM antimafia che operano al Ministero. E’ palese che qualcuno nei vertici del ministero la protegge, sicuramente non gratis. – 25/09/2012
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Riflettevo sul sistema di potere dell’apparato repressivo, non si può nascondere che è di tipo coloniale, e negli ultimi 20 anni ha ingoiato centinaia di miliardi di euro, senza nessun controllo. Questa bestiale repressione ha riportato tre risultati:
1-Un odio profondo contro lo Stato da parte di migliaia di persone, che hanno subito ogni sorta di sopruso dagli organi repressivi; magistratura, le varie polizie e le gogne mediatiche.
2-Ha moltiplicato per migliaia di migliaia le persone sottoposte alle famigerate legge emergenziali, facendo diventare il Meridione un covo di mafiosi; come lo fu con la repressione dell’occupazione piemontese, per dare legittimità all’infame legge Pica, il Sud divenne un covo di briganti.
3-Ha fatto diventare ricchi e potenti tante persone mediocri, che necessarie all’apparato repressivo, hanno dato sfogo al loro livore e suggerito leggi sempre più feroci e crudeli. Anestetizzando la coscienza del popolo, facendogli digerire ogni sorta di abuso, anche la pena di morte e la tortura.
E’ palese che questo sistema infernale non funziona e incancrenisce il tessuto sociale; credo che sia il tempo che persone con uno spessore intellettuale si pongano alcune domande, e diano risposte per una riflessione, che inneschi un cambiamento. Se ciò non avviene, l’industria repressiva continuerà a mietere le sue vittime, perché per funzionare ha bisogno di “carne fresca”, dopo i padri ci sono i figli, nipoti, zii, cugini, cognati, ecc. Questo girone infernale continuerà ad andare avanti calpestando ogni diritto. Bisogna cambiare metodo guardando alle nazioni dove funziona il recupero e l’inserimento in società. I Paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca), con l’Olanda, il Belgio ed altri, dove il concetto dell’insegnamento delle regole ha prodotto i suoi frutti, pertanto sono l’esempio da imitare. Comprendo che l’illecito strapotere dell’apparato repressivo non vuole il cambiamento, per non perdere il potere che esercita sul Paese, per non limitare l’onnipotenza dei suoi privilegi, e le centinaia di miliardi di euro a cui può attingere senza riserve; ma bisogna che la politica sana abbia uno scatto di orgoglio e di libertà per far ritornare il Paese dove giusto che sia, nel “mondo civile”. – 26/09/2012
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Ieri sera hanno messo in onda una trasmissione del 1962 di Zavattini, era stata girata nel carcere di Porto Azzurro, era dedicata agli ergastolani, circa 250 nel penitenziario. Le condizioni erano molto diverse, ma la sostanza non cambia. Mentre intervistava gli ergastolani, come in un film ho visto gli stessi prigionieri di oggi, identici in ogni dettaglio. In ultimo hanno intervistato il Direttore, paragonandolo a quelli odierni, il prodotto non cambia, esaltava qualunque cosa avesse fatto e cercava di ridimensionare tutte le brutture, persino le celle di segregazione, dove non c’era niente, neanche la luce, e i detenuti ci venivano messi anche per valutare la loro personalità. L’arbitrio assoluto da parte del Direttore, e lui lo spiegava come fosse l’atto più naturale del mondo. Il tempo passa ma nulla cambia, e se non ci ribelliamo al narcotico che ci hanno iniettato, non cambierà niente. Mi auguro ch quando decideremo di fare una protesta estrema; il numero degli ergastolani sia molto alto. – 27/09/2012
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Gli americani continuano ad allargare le loro basi in Italia, e non c’è nessun politico che prenda posizioni, solo la gente si ribella a questa prepotenza straniera. Riflettevo su questo fatto e sono giunto alla conclusione che gli americani non sono alleati, ma un esercito di occupazione, perché dopo circa 70 anni dalla fine della II guerra mondiale, continua ad occupare il Paese, pertanto chiamarlo alleato è fuorviante. Questo mio pensiero è avallato anche dal fatto che gli Stati Uniti hanno un debito pubblico enorme e questo li costringe a tagliare da tutte le parti, persino la NASA è stata ridimensionata nei suoi progetti per i tagli del governo, ma con tutto ciò non smobilitano le loro basi in Italia e in Europa. Se l’Italia e l’Europa sono un solido alleato, perché ha ancora tutte queste basi nel continente? A mio parere questa si chiama occupazione, altro che alleati. Ha fatto bene la Francia a non concedere basi agli americani. Con l’Unione Europea, è tempo che gli americani ritornino a casa loro. – 28/09/2012
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E’ morto Perluigi Vigna, era stato il padrone assoluto della Procura di Firenze e di conseguenza anche del Tribunale; una specie di Torquemada, poi divenne Procuratore Nazionale Antimafia. Oggi tutti l’osannano, nessuno ricorda le sue malefatte perpetuate nel suo delirio di onnipotenza; forte con i deboli e lecchino con i forti. Ha coperto le torture di Pianosa degli anni ’90, ha imbastito processi inventati di sana pianta,come i cosiddetti mostri di Firenze, quattro poveri cristi inchiodati alla croce per soddisfare la sua vanità di “monarca” di Firenze. Senza dimentica le centinaia di casi anonimi che hanno subito la sua violenza istituzionale. Sono stato in un carcere della regione toscana e a Firenze, e mi hanno raccontato tanti fatti su di lui. Ne cito uno per rappresentarli tutti. La storia di Roberta. Era il Direttore della banca di Piombino, l’arrestarono sapendolo innocente, ma, con tutto ciò, volevano delle dichiarazioni che chiudessero la costruzione architettonica del procedimento che aveva imbastito la procura di Firenze, non volendosi prestare alle loro manovre fraudolenti, gli bloccarono tutte le sue entrate e quelle della sua fidanzata, lo volevano prendere per fame, per sua fortuna non poterono bloccare la pensione del padre. Ogni due tre giorni lo chiamavano la sera per colloqui investigativi, ma lo terrorizzavano con la minaccia di arrestargli il padre e la fidanzata, ritornava in sezione piangendo e terrorizzato dalle minacce, noi detenuti l’aiutavamo a tirarlo su di morale. Questa tortura durò un anno; fino a quando uscì per decorrenza termini. Dopo alcuni anni uscì assolto da ogni accusa, ma la sua vita era stata rovinata e perse il Padre che si consumò dal dolore. Lo sapevano innocente perché il suo difensore era suo cugino, magistrato e pretore di Piombino, l’interlocutore della procura di Firenze gli disse “sappiamo che è innocente, ma non possiamo fare brutta figura dicendo che ci siamo sbagliati”. Oggi Roberto è un volontario delle carceri con l’associazione San Vincenzo De Paoli. La voce corrente che girava a Sollicciano (carcere di Firenze) su Vigna, era che fosse un cocainomane. Se esiste l’inferno, gli auguro di bruciare nel fuoco per pagare tutto il male fatto. – 29/09/2012
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Nel silenzio della notte o di prima mattina, rimbalzano come un suono sinistro i passi dell’agente nel corridoio, le suole di cuoio fanno un rumore che ti entra nel cervello, anche se la maledetta abitudine fa metabolizzare ogni cosa. La camminata innesca tanti fattori che alimentano i timori in noi, che possano derivare dalla rottura del silenzio, ai ricordi degli impacchettamenti all’alba, e i passi concitati che riportano alla mente momenti bui di soprusi e torture. Il ministero spenderebbe meno se rifornirebbero di scarpe gommate gli agenti; ma credo che certi appalti sono intoccabili. In conclusione, noi detenuti guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno, pertanto questo minore lo riteniamo un aiuto essendo in allarme naturale. – 30/09/2012
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Il reparto SVIMEZ ha sentenziato che il Meridione per recuperare il ritardo con il Nord ci vogliono 400. Mentre leggevo questa bestialità, pensavo che se fosse vero, i tosco padani sono stati più bravi, in 150 anni non solo ci hanno liquidato e spogliato di tutto, ma addirittura ci hanno messo alla pari con gli africani, così possono giustificare il sistema coloniale instaurato per saccheggiarci e tenere nel tempo l’occupazione con la repressione, affinché non ci sia progresso in ogni campo, per rimanere un mercato per l’acquisto delle loro merci e un serbatoio di voti per i politici. Mettono in evidenza qualche piccolo investimento fatto al Sud, nascondendo le centinaia di miliardi che in tanti modi vengono dirottati al Nord. Questi piccoli finanziamenti non sono altro che l’aiuto ai poteri meridionali “collaborazionisti”, affinché continuino a fare gli interessi dei tosco padani. Tutto continua da 150 anni, un metodo collaudato e quando ci sono problemi oppure c’è bisogno di una cortina fumogena pesi perr coprire i soliti latrocini nordisti: “Una volta si chiamavano stati di assedio, oggi le chiamano emergenze mafiose”. Quando leggo dei problemi della “questione meridionale”, sento sempre puzza di fregatura perché quando c’è crisi economica, la pagano sempre gli schiavi delle colonie. – 1/10/2012
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Storico sorpasso della bici sull’auto. In Italia la bici è più venduta dell’auto. Questo dimostra che gli italiani hanno acquisito un’anima ambientalista più dei propri governanti, che finanziano a fondo perduto la Fiat dal dopoguerra. L’unico problema è che le piste ciclabili sono poche. Ne abbiamo solo 4000 km, a fronte delle 40000 della Germania. L’anno scorso sono state vendute 1750000 bici. Speriamo che questa tendenza continui. Sarebbe bello vedere le strade piene di bici come l’Olanda. – 2/10/2012
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La recidiva non è un gene radicato nelle persone, per tanto dovrebbero studiare le cause, che in linea di massima si conoscono, e trovare le soluzioni migliori per limitarla al minimo. Proverò ad analizzare i fattori che l’alimentano. Premesso che nessuno nasce delinquente, cattivo e predisposto in questo sento. La società in cui nasciamo ci fa ricchi o poveri, e quando si è poveri l’esclusione da una vita dignitosa diventa la norma, ciò conduce alle scorciatoie per avere un tenore di vita adeguato; siccome l’appetito viene mangiando, si cerca di salire tutti gradini della scala sociale, senza andare troppo per il sottile. Poveri si diventa, perché lo Stat con i suoi atti ingiusti innesca la creazione di zone dove fiorisce il disagio sociale, un fenomeno innaturale, non naturale, come la devianza. L’esclusione produce ingiustizie e risentimento, perché non si ha accesso a una condizione di cittadinanza piena e totale, alimentando odio contro lo Stato, e di conseguenza la creazione di condotte di autonomi dandosi regole, leggi e vincoli propri, al di fuori della società. Questo processo che colpisce intere popolazioni, contribuisce al degrado sociale che assottiglia la linea tra la legalità e l’illegalità, con la supremazia della sopravvivenza, senza preoccuparsi in quale parte della linea si è costretti ad operare per guadagnarsi il pane. La povertà, moderna forma di schiavitù, è il vincolo di tutti i mali dell’umanità. Per liberare la società da questo flagello, bisognerebbe eliminare le leggi inique, le istituzioni che l’alimentano e le pratiche che impongono l’impoverimento, e di conseguenza la sua criminalizzazione. Tutto ciò non viene fatto, perché il potere dei ricchi ha bisogno di questo sistema iniquo, per continuar ad arricchirsi e mantenere il loro status. – 3/10/2012
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Mi appassionano molto le trasmissioni sugli UFO. Oggi ne ho visto una che è durata circa due ore. I discorsi e i servizi erano improntati sulle varie tracce lasciate nei secoli passati: archeologia, disegni, religioni. Effettivamente non si può negare la realtà. Nel 900 e in questo nuovo secolo, gli avvistamenti e tracce varie, dimostrano che le visite di altre civiltà ci sono state. Non si possono prendere per visionari milioni di persone nel mondo che hanno visto. La logica e il buon senso mi portano a credere che nell’universo, con miliardi di stelle, ci saranno sicuramente altre civiltà, e credo anche più evolute della nostra, perché se riescono a viaggiare nello spazio devono essere per forza più progrediti di noi, per di più che la facevano già 2-3 mila anni fa. L’unico problema che ci possiamo porre, e quello di non fare la fine dei popoli delle Americhe, dove la conquista dei popoli europei si tramuta in un genocidio. – 4/10/2012
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In questi giorni stanno chiudendo il carcere di Laurean in provincia di Reggio Calabria, in provincia di Reggio Calabria, l’unico carcere in Calabria dove viene applicato integralmente l’art. 27 della Costituzione. Tutti insieme, carcerati, guardie, il sindaco del paese, con la giunta comunale e anche il presidente della regione stanno protestando contro questa chiusura insensata. Ieri sera han trasmesso un programma su TV Calabria; il sindaco ha detto “c’è qualcosa di mostruoso che hanno progettato e stanno attuando al Ministero della Giustizia”. Credo che non sia andato tanto lontano dalla realtà. Al D.A.P. ormai comandano con metodi arbitrari i PM antimafia. Sono circa 120, hanno invaso il ministero occupandolo, e trattano il sistema penitenziario alla stessa stregua delle Procure quando firmano i mandati di cattura a grappoli. Ci sono poche luci di civiltà nel Meridione, ma l’apparato repressivo cerca di sopprimerle, perché ha bisogno di tenere alta la tensione, sia per mantenere il potere di condizionamento sul Paese, sia per proteggere i privilegi vergognosi che non fruiscono, e sia per non far chiudere il pozzo di San Patrizio, dove attingono a piene mani miliardi di euro senza controllo. Monti taglia da tutte le parti tranne che all’apparato elefantiaco della repressione. La ministra Severino, complice dell’apparato, si presta a ogni loro richiesta, d’altronde ha uno studio legale e, se facesse il suo dovere, non la farebbero più lavorare. Invece di trasformare tutte le carceri italiane come quelli di Bollate e Laureana, i mandarini del DAP li chiudono. – 5/10/2012
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Ho trovato uno scritto di Alda Merini, un estratto da un suo libro: “L’altra verità- Diario di una diversa”. Lo riporto affinché che legge comprenda la mia riflessione:
“Un giorno successe una cosa meravigliosa in manicomio: ci apersero i cancelli, ci dissero che finalmente potevamo uscire. Dio! Cosa successe dentro l’anima nostra. Fu uno sciamare di vestaglie azzurre verso l’alba. E mi venne in mente, anzi ebbi la visione di santa Teresina che amava definirsi “piccola rondine di Dio”. In quel giorno scesi in giardino di corsa. Mi inginocchiai davanti a un pezzetto di terra e mi bevvi quel terriccio con una fame primordiale. Fu un giorno grande, il giorno della nostra prima risurrezione. Da quel giorno cominciammo a vestirci, a pettinarci, a curare il nostro aspetto, perché fuori c’erano gli uomini. Ma, soprattutto, c’era il sole, questo grande investigatore che vede oltre, oltre anche i nostri corpi. E le nostre anime dovevano per forza diventare belle” (da Alda Merini, “L’altra verità- Diario di una diversa”).
Le persone si comportano secondo come vengono trattate. Saranno criminali se li trattano e li fanno sentire tali. Se li trattano come bestie così si comporteranno. Questi metodi usati per una cieca repressione, non disumanizzano solo chi subisce questi trattamenti, ma anche chi li attua. La poetessa Alda Merini, ha provato sulla sua pelle tutto l’orrore dei manicomi, trattamento non diverso di quello odierno nella grande maggioranza delle carceri, per non parlare della tortura del 41 bis. Con tutte le migliaia di leggi che ci sono in Italia, tutti i cittadini possono entrare nel girone dantesco delle carceri della penisola. Presto faranno una legge che sanzionerà con il carcere gli evasori fiscali, ci sarà l’inondazione nelle carceri uguale alla legge sulle droghe. Nessuno sarà più immune al carcere. Mi auguro che ci sia un risveglio delle coscienze. – 6/10/2012
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Hanno di nuovo affossato la legge sul reato di tortura. Ormai viene da chiedersi se il Parlamento è sovrano, perché la viltà di questi politici è vergognosa. L’impressione che se ne recava e che sono gli appassionati della repressione (anche se loro li chiamano gli apparati della sicurezza) che controllano il Paese e condizionano o meglio dire ricattano il parlamento e i singoli politici. Questo onnipotente apparato della repressione, che usa disinvoltamente la tortura. Dalle procure speciali (D.D.A.), che varie forze di polizia nelle caserme e nelle carceri, ormai non hanno limiti. Lo dimostrano i tanti episodi di omicidi che commettono sulla pubblica via senza preoccuparsi della gente, perché talmente tanta è l’arroganza e la prepotenza, sicure dell’impunità, che non si curano neanche di nascondere la loro violenza. Ci vorrebbe una rivolta di piazza, per mettere in riga la marmaglia che occupa indegnamente la maggioranza del parlamento, perché se continua così, ritorneranno gli anni ’70, dove l’unica risposta alla violenza dello Stato è altra violenza. Questa risposta è sbagliata, perché usare la stessa violenza, la repressione che ne scaturirà, legittimerà sia la tortura, sia le rappresaglie con rastrellamenti e sia questi politici corrotti e disonesti. – 7/10/2012
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Alle olimpiadi dell’architettura green, l’Italia si è piazzata terza, vincendo la medaglia di bronzo. La prima classificata è stata la Francia e la seconda la Spagna. Il progetto italiano si chiama Med-in-Italy. La casa si è piazzata nei primi tre posti, perché produce energie tre volte il fabbisogno, una casa che somiglia a una piccola centrale di energia. Gli altri pregi sono che vengono adoperati materiali locali. Il costo è di 1400 euro al metro quadrato, il tempo per costruirla è dieci giorni, e in 20 anni si evitano nell’atmosfera 121 tonnellate di CO2. Ormai le tecnologie ci sono, le scoperte nel settore si susseguono a ritmo sostenuto, pertanto dipende tutto dai governi, e non pianificano il cambiamento per l’azzeramento degli idrocarburi e la sostituzione con le energie rinnovabili, i tempi di questa rivoluzione sarà rimandata alle calende greche. – 8/10/2012
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Mia nipote Debora mi ha spedito la foto del suo bambino nato ad agosto, un bel maschietto, l’hanno chiamato Francesco. Mentre guardavo la foto, riflettevo sugli anni che passano. Quando mi hanno arrestato, Debora non era ancora nota, ora è donna, sposata e madre. Questo è il quarto pronipote, mi auguro che si moltiplicheranno nel tempo. Non avere pensato a dei figli, è un cruccio che mi perseguita spesso mi auguro che mi diano la possibilità di avere questa gioia. – 9/10/2012
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Leggo una notizia di una sentenza che mi fa molto piacere, un giudice del Tribunale di Lamezia ha dato ragione al sindaco di Motta, avv. Amedeo Colacino. Aveva chiesto al museo criminale di Cesare Lombroso ubicato nell’università di Torino la restituzione del brigante Giuseppe Villella. Il giudice ha condannato l’università di Torino al pagamento di trasporto e la tumulazione dei resti di questo combattente per la libertà del Meridione occupata della marmaglia savoiarda. In questo criminale museo c’è la più grande fossa comune di eroi meridionali. Son i reperti che il criminale Cesare Lombros, sono i reperti che il criminale Cesare Lombroso esercitava le sue strampalate teorie sui meridionali, ritenuti da lui criminali sin dalla nascita. Una fandonia razzista che purtroppo si è consolidata nell’immaginario comune. Forte di questa sentenza, il comitato capitanato dal sindaco di Motta, ha chiesto la restituzione dei resti di Carmine Cracco e di Eustachio Paolo Chita, eroi della Basilicata. Dovrebbero essere richiesti tutti i resti dei combattenti per la libertà, non solo nel criminale museo di Torino, ma anche quelli che si trovano seppelliti nei cimiteri delle carceri isolane. Per i migliaia di martiri che perirono nei lager dei Savoia, e fatti scomparire nelle vasche di calce, bisognerebbe onorarli erigendo un monumento per farli ricordare alle future generazioni. – 10/10/2012
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Questo governo dei banchieri, con la complicità dei due partiti maggioritari di destra e sinistra, confindustria, sindacati e la benedizione della Chiesa, sta prendendo decisioni che arricchiranno il penta potere a discapito della popolazione. L’ultima decisione riguarda il nuovo piano nazionale energetico, ma pensata per aumentare il latrocinio, principalmente quello dell’Eni e dell’Enel. Quella di raddoppiare l’attuale produzione del petrolio in Italia per ridurre l’importazione, abbassare il costo dell’energia ed incrementare le entrate fiscali, è una truffa, perché i numeri non mentono. Nel 2011 sono stati estratti circa 5 milioni di tonnellate di petrolio. Il consumo di petrolio animale è di 71 milioni di tonnellate. Le riserve petrolifere del sottosuolo ammontano a 76 milioni di tonnellate. Tutte le nostre riserve ammontano a quello che si consuma in un anno, quindi, in cosa consiste questa pseudo rivoluzione petrolifera? E’ un latrocinio legalizzato, sugli espropri, devastazioni ambientali e ritornare ad accentrare le competenze ai ministeri, togliendo qualunque autorità alle regioni e ai territori locali, affinché venga salvaguardato il monopolio delle fonti convenzionali (petrolio, gas e carbone) e affossare le energie rinnovabili. Credo che l’idea di Nicola Cipolla di indire un referendum sia l’unica via per fermare questi barbari. – 11/10/2012
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Dopo alcuni anni e una nuova superperizia, finalmente è emersa la prova (occultata) che Stefano Cucchi è morto in conseguenza del pestaggi da parte della polizia penitenziaria. La sorella Ilaria ha dichiarato ai giornalisti una frase che dovrebbe far riflettere tutti i cittadini italiani: “Siamo stanchi e arrabbiati per l’atteggiamento a noi riservato dal PM. Riteniamo inaccettabile quanto a noi riservato dalla pubblica accusa che rappresenta lo Stato durante e fuori il processo”. Il PM è la pubblica accusa, rappresenta i cittadini che subiscono un reato, si adopera per trovare le prove per fare emergere la verità dei fatti e chiedere la condanna per i colpevoli. In questo caso, commettendo molteplici reati, occultamento di prove, omissione di atti di uffici e disonorando il suo ruolo, copre e difende gli imputati. Tutti tacciono, sia il suo capo alla procura di Roma, sia i vari sindacati dei magistrati e sia il CSM. Una vergogna. Senza dimenticare la censura dell’informazione, che ormai da anni si prosta davanti alla casta delle procure. I nuovi aristocratici, che si ritengono di avere un potere divino e nessuno si può permettere di ledere la loro maestà. La mia impressione è che i cittadini, sopportano con pazienza, come Giobbe, ma un giorno esploderanno come un vulcano. Allora questi moderni Torquemada capiranno cos’è la disperazione, la paura, il dolore e la sofferenza. – 12/10/2012
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Quel video girato davanti alla scuola di Padova, dove solerti poliziotti hanno “sequestrato” un bambino, che non voleva seguirli perché voleva restare con la madre, e la stessa, i nonni e gli zii, hanno fatto di tutto per impedirlo. La polizia ha dimostrato ancora una volta al mondo intero quanto sia “democratica e civile”. I metodi del G8 di Genova non erano episodi ma la norma. Come al solito, ogni volta che esce un video in rete, arrivano le scuse del capo della polizia. Quando non c’è un video, si inventano storie inverosimili, aiutati sempre dal PM di turno. Vedendo in TV questo video, mi sono venuti in mente i bambini che vanno a trovare i loro genitori una volta al mese, nel regime di tortura del 41 bis, quando gli ultimi dieci minuti gli permettono di abbracciare i genitori. E’ difficile far capire o un bambino che sono solo dieci minuti, e in modo fermo e anche di peso vengono portati fuori, nessuno si indigna, forse perché sono figli di “mostri”? Ricordo che quando consentirono di effettuare una telefonata al mese ai prigionieri nel 41 bis che non facevano colloquio, insorsero i Savonarola, i sindacati della polizia penitenziaria e i soliti politici prezzolati, e costrinsero il ministero ad emanare una norma che la telefonata i familiari dovevano riceverla nel carcere più vicino, dove erano costretti a umilianti perquisizioni. E’ palese che era una violenza gratuita, una tortura studiata per costringere i carcerati a non telefonare. Molti rinunciarono per evitare a tutte quelle mortificazioni ai propri familiari. Anche allora nessuno disse niente. Erano i familiari dei “mostri”. Le torture ormai fanno parte del D.N.A. delle leggi e del sistema, e nessuno se ne indigna, perché toccano solo ai meridionali. – 13/10/2012
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Per “sospetto” hanno azzerato il comune di Reggio Calabria. Assistiamo da mesi, se non da anni a vergognosi saccheggi dei comuni e delle regioni del centro Nord, ma non azzerano niente. Le giunte ragionali del Lazio e della Lombardia, hanno fatto cose turche, eppure tutto passa in cavalleria. Forse questa legge si applica solo al Sud; come quella che permetteva di azzerare i comuni del Sud dove vincevano i filo borbonici dopo la conquista del 1860. La storia si ripete, ma sempre in danno del Meridione. Possibile che non ci sia un politico del Sud con i coglioni che dica le cose come stanno, per dare una scossa alle coscienze addormentate da troppo tempo? – 14/10/2012
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Mi ha scritto un amico dal carcere di Padova, raccontandomi la visita della ministra Severino. Dopo avere visitato le lavorazioni che ci sono nel carcere. Su questo punto Padova è uguale a Bollate. Hanno riunito tutti i detenuti che lavoravano nella cooperativa Giotto che gestisce le lavorazioni nella sala auditorium. Alcuni carcerati hanno fatto interventi di circostanza, toccando anche il tema dell’ergastolo, soffermandosi maggiormente sei una pena senza speranza. Alla fine ha fatto il suo intervento il ministro Severino, ha raccontato una favola, per non chiamarla cazzata, e ha fatto una affermazione gravissima. La cazzata che ha detto è che in Italia non c’è l’ergastolo, perché non si sconta, si esce con le pene alternative. Qualcuno dovrebbe dirgli che c’è la pena di morte, che si chiama ergastolo ostativo, per 1500 ergastolani su 1800, “esclusi da ogni pena alternativa”. L’art. 4 bis O.P. (Ordinamento Penitenziario), esclude categoricamente ogni beneficio. Chi ha l’ergastolo è destinato a morire in carcere (come il sottoscritto), e chi ha una pena deve scontarla tutta, fino all’ultimo giorno, anche se sono 30 anni. Altro che certezza della pena. La seconda affermazione è di una gravità inaudita. Ha detto che bisogna coniugare i sentimenti dei parenti delle vittime e della società. Qualcuno dovrebbe dirle che viviamo in una repubblica democratica, con una Costituzione, leggi e i tribunali per applicare e giudicare secondo le norme dei nostri codici. Quello che ha detto andava bene se eravamo in Arabia Saudita, ecc., dove vige la legge del taglione e la vita, la morte e la libertà del reo sono a discrezione dei parenti delle vittime. La signora è un avvocato, ha rivestito ruoli nelle istituzioni, insegna diritto alla scuola allievi ufficiali dei carabinieri, non può ragionare come ai tempi dei linciaggi di piazza. Questo dimostra che è inadeguata per il ruolo che ricopre. Avevo già scritto che essendo persona del sistema di potere del Paese, non c’era da aspettarsi niente di buono. Lei è come tutti meridionali che, per non essere servi del Nord, calpestano ogni cosa per diventare uno dei capi dei servi, al servizio del potere nordista; come i liberti dell’antica Roma. Per dimostrare devozione, sono più feroci dei loro padroni. Erano come lei tutti i collaborazionisti che aiutarono le SS savoiarde a reprimere la libertà e a distruggere il Meridione. – 15/10/2012
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Oggi ho avuto la notizia che un ergastolano si è suicidato nel carcere di Carinola Parlando con un compagno che lo conosceva bene, mi ha detto che nel regime di tortura del 41 bis l’avevano fatto impazzire, maggiormente in quello di Parma. Circa 20 anni di torture sono molto difficili da sopportare, e l’equilibrio mentale non ha resistito. Credo che in un momento di follia o di lucidità, abbia voluto smettere di soffrire, riconquistando la libertà e la serenità. Ricordo che dopo qualche anno di tortura del 41 bis, nel 1993 feci colloquio con mia madre e mia sorella. Per mezzora parlavo solo io. Gli chiesi perché facevano parlare solo me. Mia sorella mi rispose che sembravo un pazzo, avevo gli occhi fuori come i folli. Da parte mia mi ritenevo normale, ma avevano ragione. Lascio immaginare le persone sottoposte a decenni di questa crudele infamia, sepolti vivi, li stanno annientando mentalmente, in modo scientifico. La barbarie di questi metodi viene da lontano. Erano gli stessi usati dai piemontesi, il sistema repressivo fu creato allora, e non è mai cambiato. Oggi, come allora, in questi lager ci sono solo meridionali. – 16/10/2012
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Mi hanno mandato una pagina del Corriere della Sera del 2 ottobre 2012, dove c’era un appello per l’abolizione dell’ergastolo. La pagina l’ha comprata Umberto Veronesi. Ha fatto scrivere grande “Uniamoci contro l’ergastolo”. Menziona il convegno al Senato del 2 ottobre, quello organizzato da Veronesi con la sua associazione “Science for peace” il 16 e 17 novembre, nell’aula magna dell’Università Bocconi di Milano, dove parteciperanno intellettuali e scienziati di tutto il mondo, tra cui molti premi nobel, ha sottolineato la raccolta di firme nel sito di Carmelo Musumeci, ed evidenziando la violazione dell’art. 27 della Costituzione. Veronesi ha preso a cuore la lotta per abolire l’ergastolo, e la sta portando avanti con coerenza. E’ una persona da ammirare e merita il massimo rispetto. Se riusciremo in questa lotta, molto lo dovremo anche a lui. Tutti possono andare nel sito del Corriere della Sera, e leggere la pagina sull’ergastolo. – 17/10/2012
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Ho finito di leggere il libro “I lager dei Savoia- storia infame del Risorgimento nei campi di concentramento per i meridionali”. Lo scrittore è Fulvio Izzo. Edizioni Controcorrente. La prefazione è di Francesco Mario Agnoli del 6-12-1998. Inizia così: “La prima impressione che questo libro susciterà nella grande maggioranza dei lettori sarà un pugno alla bocca dello stomaco, tanto grande è la distanza tra l’oleografia risorgimentale ufficiale e la nuda e crudele realtà dei fatti”. Ed è vero. La crudeltà usata come ama di potere. Quello che insegnano a scuola sono delle menzogne storiche, per nascondere l’infamia che hanno commesso dopo la conquista del meridione. Il triumvirato Garibaldi-Cavour-Vittorio Emanuele II, dovrebbero essere cancellati dai libri di scuola, perché oggi sarebbero processanti per crimini contro l’umanità; come lo furono a Norimberga i capi nazisti, altrettanto i macellai che eseguirono la feroce repressione, i vari cialdini, Pinelli, Pallavicini, la Marinara, ecc. Invece ci sono vie, piazze e mausolei intitolati a loro. I crimini commessi non li hanno fatti neanche i nazisti con l’occupazione del 1943-45. Persino gli inglesi che sono stati i fautori di questa selvaggia conquista, inorridivano davanti a quello che videro e che ne vennero a conoscenza. L’inglese Wilford, incuriosito da alcune articoli pubblicati sul quotidiano “Popolo” a firma di Giovanni Gervasi, venne a Napoli e riuscì a ottenere dal questore di Napoli l’autorizzazione a visitare le prigioni della città. Pubblicò un articolo sul Times, confermando tutto ciò che aveva scritto il Gervasi, sottolineando che tutto ciò che di turpe, di feroce, d’immondo, di barbaro, d’infame si praticava sui prigionieri. Le torture provenivano dai bandi di Carlo Felice del 22 febbraio 1826 (degno parente di Vittoria Emanuele). Il 12 agosto 1861, il deputato inglese Giorgio Bowyer, indirizzò una lettera a Lord Palmerston, raccontandogli quello che succedeva nel Meridione. Cita tanti episodi di stragi, di barbarie e di arbitri contro la popolazione termina affermando che “la distruzione è totale”, e il governo inglese dovrà rendere ragione al Parlamento quando si adunerà, sui delitti commessi nell’Italia meridionale sotto la tirannia di Cialdini e Pinelli. Lord Lennox, dopo avere visitato alcune carceri e visto l’inferno delle torture di cui erano vittime migliaia di meridionali, fece una relazione al Parlamento inglese. Dopo avere elencato le sue visite scrisse: “Sento il debito di protestare conto questo sistema. Ciò che è chiamata unità italiana deve principalmente la sua esistenza alla protezione e all’aiuto dell’Inghilterra, deve più a questo che non a Garibaldi, che non agli eserciti vittoriosi della Francia, e però, in nome dell’Inghilterra, denuncio tali barbare atrocità, e protesto contro l’egidia della libera Inghilterra così prostituita”. L’Inghilterra fu sorda ad ogni appello, perché era la causa del problema, e le sorti delle popolazioni meridionali furono abbandonate al loro destino nelle mani dei macellai piemontesi del “Re Galantuomo” di Vittorio Emanuele II. Interessavano solo le ricchezze del Regno delle Due Sicilie, per il resto erano estranei ai progetti politici già decisi dai famelici savoiardi, che ritennero di cancellare d’autorità il problema della ribellione. Tutti i prigionieri meridionali vengono trasferiti nei lager del Nord, principalmente gli ex soldati borbonici, dove furono fatti morire a migliaia di stenti e di torture. Il ministro della giustizia, rispondendo a un’interrogazione, giustificò tutto ciò con la scusa che nel Meridione c’erano solo mille posti nelle carceri. Se erano così pochi, in che condizioni stavano migliaia di arrestati? Solo nel carcere di Girgenti (attuale Agrigento) c’erano 32.000 prigionieri. Viene da chiedersi, se c’erano solo mille posti nelle carceri meridionali, significa che non c’era tutta quella delinquenza che la propaganda risorgimentale ha spacciato a piene mani, semmai l’ha creata per legittimare il saccheggio con la repressione e l’instaurazione di una colonia. Con la legge Pica, ogni aberrazione fu legittimata, legalizzando l’effusione del sangue. Il deputato Ferrari, nella seduta della Camera del 19 novembre 1862, con violenza accusa: “Vengono cacciati nelle carceri e fucilate famiglie intere, il numero delle vittime e dei carcerati è enorme. E’ questa una guerra di barbari. Se il sentimento vostro morale non vi fa inorridire di camminare sguazzando nel sangue, io non saprò più comprendervi. E quanto io affermo del Regno di Napoli, ditelo pure della Sicilia. Là pure si cacciano le genti in prigione e si uccidono a fucilate senza nessun formale procedimento. Versare sangue è diventato sistema. Ma non si rimedierà al male fatto, versando sangue a torrenti. Nell’Italia meridionale non si crede a siffatto sistema di sangue; e chi porta un’uniforme si crede di avere diritto di uccidere chiunque non ne porta”. Nel 1864 in un dibattito alla Camera, un deputato urlò “è un periodo di cotanta illegalità ed arbitrio, da non avere riscontro storico in tempi e in popoli meno civili fra i più barbari ed ignavi”. Alle vicende di circa 100.000 prigionieri di guerra (l’intero esercito), anche nei riguardi delle popolazioni meridionali, si commettono deportazioni, prigionie, fucilazioni, e restrizioni della libertà, tali da fare parlare di “ferocia come dogma governativo”. Era ferocia generale, sistematica, premeditata, era ferocia stabilita da quel sanguinario di Vittorio Emanuele II. Resero il Sud un inferno, costringendo la gente a scegliere tra finire in prigione, servire il nemico piemontese o darsi alla guerriglia. La fredda crudeltà di ideologhi, insieme alla ferocia ottusa di politici e militari, uniti, criminalizzarono ogni cosa e negarono ai meridionali ogni diritto. Il disprezzo razzista nei confronti degli abitanti del Regno delle Due Sicilie è chiarissimo nei dispacci e i rapporti militari e politici, vengono paragonati ai beduini africani. Non si piegarono, e anche senz’armi e senza comandanti militari, corsero sui monti a tenere alto l’onore della loro patria. L’esercito, seppure tradito dai vertici militari, non i piegò, seppure torturati e fatti morire a migliaia, su 97000 effettivi solo in 1600 aderirono alla guardia repubblicana. In alcuni casi, la truppa giustiziò i propri comandanti per vigliaccheria di fronte al nemico. Li mandarono a Fenestrelle per “rieducarli”, l’Auschwitz per eccellenza, non esistendo i forni crematori che avevano i tedeschi, usavano una vasca di calce per cancellarli per sempre; è ancora lì in bella mostra. Fenestrelle era un autentico inferno, anche per le angherie sistematiche delle guardie carcerarie. Furono deportati, murati vivi e massacrati, in un silenzio che si vorrebbe far durare tutt’ora. Per avere mano libera in tutto, furono epurati il 90% della magistratura, dell’università, dei funzionari pubblici e sciolti i comuni ritenuti filo borbonici, circa due terzi. Con la legge del sospetto potevano arrestare e fucilare chiunque, anche donne, vecchi e bambini, non avevano più diritti. Le disposizioni piemontesi erano eseguite con una severità che sembrava un delirante furore; simile alle SS tedesche, se non peggio. I miliari elevarono la carneficina a sistema di potere. Questo metodo con modi e terminologie diverse è arrivato fino a noi. La pianificazione dell’arbitrio non verranno mai, coperti agli stati di assedio, dal 1860 all’inizio del ‘900 ne saranno dichiarati dieci; oggi si chiamano emergenze. La politica di repressione nel Meridione, non trae giustificazioni dall’eccezionalità, ma è l’originario e convinto approccio colonialista che porta il Piemonte a tenere il Sud in un permanente stato di soggezione, sia militare che economico, dal momento che era semplicemente considerato territorio di conquista, il cui inserimento nella realtà della penisola ha solo carattere subalterno, anzi è opportuno tenerlo separato, perché rappresenta quasi una vergogna. Il Re Francesco II aveva capito, e quando si imbarcò per l’esilio disse: “non vi lasceranno neanche gli occhi per piangere”. Il popolo che ha sempre un intuito infallibile capì che la pota in gioco non era il loro Re, ma l’indipendenza della loro terra. Non la monarchia borbonica, ma l’autonomia amministrativa dello Stato. Non il destino di una dinastia, ma quello proprio. Furono questi i motivi che indussero il 99% dei meridionali a sollevarsi contro il nemico piemontese invasore. L’arroganza e la loro presunta superiorità protrassero per decenni la macelleria repressiva, rendendo irrecuperabili i rapporti tra le popolazioni meridionali, con strascichi ancora evidenti. Non bastava la conquista, l’occupazione e il saccheggio selvaggio, la loro propaganda diffuse in forma capillare la menzogna e il razzismo che dura tutt’ora: “il Mezzogiorno è la palla di piombo che impedisce più rapidi progressi allo sviluppo civile della penisola; i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori, dei semibarbari o dei barbari completi per destino naturale; se il mezzo giorno è arretrato, la colpa non è dello Stato o di qualsivoglia altra causa storica, ma della natura che ha fatto i meridionali poltroni, incapaci, criminali, barbari”. Di tutte le infamie commesse hanno cercato di cancellare il ricordo per l’impossibilità di trasformarle in fenomeni folkloristici. Giustificarono tutte le atrocità con la legge, con la complicità dei fuoriusciti, che piemontesizzati nel loro soggiorno a Torino, alimentarono le peggiori nefandezze; come la legge Pica. La colonia creata è rimasta uguale a 150 anni , solo molto più povera, la repressione è la stessa, i lager sulle Alpi ci sono anche ora (Cuneo, Novara, Tolmezzo), nulla è cambiato e nulla cambierà, se non ci sarà una ribellione. Il paradosso è che la repressione non è più fatta dai piemontesi, ma il 98% sono tutti meridionali, e sono molto più feroci, vogliono mettersi in mostra con i padroni e dimostrare la loro fedeltà. – 18/10/2012
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Le parole sono pesanti come macigni, quando vengono dettate dal pregiudizio e usate con superficialità, alimentano il razzismo. Un ragazzo di 22 anni di Palermo, in un raptus di gelosia aveva aggredito l’ex fidanzata, la sorella di 17 anni, nel cercare di difenderla è stata uccisa. Una tragedia per i genitori, una figlia uccisa e l’altra ferita in modo grave. Questi tragici episodi non si possono spiegare, perché sono dettati dall’irrazionalità folle, e l’unica spiegazione che si può dare, ma nello stesso tempo vanno condannati perché ogni essere umano è sacro. Anche su queste disgrazie i media alimentano il razzismo, usando le parole come una clava. In TV, non solo hanno detto che il killer era stato arrestato, ma per tutta la giornata nella striscia dei sottotitoli, era scritto “arrestato killer”. Nel Nord usano altre parole “raptus di follia”, “non ha retto alla rottura”, ecc., tanti altri termini, ma mai killer, parola usata solo per gli omicidi della criminalità. Anche su queste notizie si dimostra il razzismo strisciante, creato dai Savoia con l’aiuto dei loro sgherri come Lombroso, e continua tutt’ora. – 19/10/2012
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Con entusiasmo aspettavo la partita Juve-Napoli, ero ottimista che vincevano, ma purtroppo, anche avendo dominato, nel secondo tempo, in un minuto ci hanno fatto gol, è stata un’amare delusione. Ci rifaremo a Napoli. Mi auguro che la squadra non si demoralizzi nella cavalcata per lo scudetto. – 20/10/2012
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Mi hanno raccontato che su internet è possibile contattare e vedere il norvegese (non ricordo il nome) che ha ucciso oltre 70000 persone, condannato a 21 anni i carcere. Si può vedere la sua cella, come passa le sue disponibilità. Ha il computer in cella collegato a internet; la sua cella somiglia ad una normale stanza; può partecipare a tutte le attività che offre il carcere (in Norvegia sono molte e di qualità); la cella aperta tutta la giornata; non gli manca niente per iniziare un recupero per un futuro ravvedimento. Mentre pensavo a ciò che mi raccontavano, l’ho immaginato qui in Italia, dopo avergli dato l’ergastolo per ogni omicidio, l’avrebbero messo nel regime di tortura del 41 bis, con la cura di limitargli anche l’aria che respirava. Ricordo che, un parlamenta in visita al carcere di Parma, nel reparto del 41 bis, lo portarono dal brigatista Mezzosalma, un carcere l’omicidio Biagi, gli chiese come lo trattavano, rispose “vorrei vedere un po’ di cielo” (con le grate chiamate gelosie non vedeva neppure il cielo, murato vivo). Gli fece capire come veniva trattato. Notizia riportata dal quotidiano locale nel 2007-2008. Credo che il norvegese sarebbe stato trattato peggio, e con il tempo l’avrebbero fatto impazzire. La civiltà italiana è molto famosa per il rispetto dei diritti umani e i trattamenti nelle carceri, sic! A volte rimpiango di non essere nato in un Paese così civile come la Norvegia. – 21/10/2012