Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

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Diario di Pasquale De Feo- 22 settembre – 21 ottobre

Eccoci con uno degli appuntamenti principali di questo Blog. Il diario mensile di Pasquale De Feo.

Ogni mese giunge questo piccolo libro, che raccogli tutte le riflessioni scritte da Pasquale nel corso di quel mese.

Non solo testi che parlano di carcere, ma pezzi di anima, di sangue, di vita, di sogno, di mondo.. una eterna tensione di una mente curiosa animata da indignazione, passione, libertà.

A differenza di quanto fatto nelle premesse agli ultimi diari, questa volta mi limiterò a fare solo una citazione, prima di lasciarvi alla lettura integrale del diario di Pasquale. Eccola qua:

“Nel silenzio della notte o di prima mattina, rimbalzano come un suono sinistro i passi dell’agente nel corridoio, le suole di cuoio fanno un rumore che ti entra nel cervello, anche se la maledetta abitudine fa metabolizzare ogni cosa. La camminata innesca tanti fattori che alimentano i timori in noi, che possano derivare dalla rottura del silenzio, ai ricordi degli impacchettamenti all’alba, e i passi concitati che riportano alla mente momenti bui di soprusi e torture. Il ministero spenderebbe meno se rifornirebbero di scarpe gommate gli agenti; ma credo che certi appalti sono intoccabili. In conclusione, noi detenuti guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno, pertanto questo minore lo riteniamo un aiuto essendo in allarme naturale. ” (30/09/2012)

Questo passo vive di un’angoscia incredibile. Le suole di cuoio delle scarpe degli agenti, il loro rumore di notte.. un semplice dettaglio.. diventa simbolico, come un rumore sinistro saturo di memorie emotive.

Qualcuno diceva che “il diavolo si nasconde nei dettagli.

Vi lascio al diario di Pasquale De Feo.. carcere di Catanzaro.. mese di ottobre.

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Mauro Palma, ex presidente del Comitato contro la tortura del Consiglio d’Europa, ha scritto un articolo sulla legge per l’introduzione del reato di tortura nel nostro ..codice penale. La commissione giustizia del Senato, dopo aver approvato il testo, l’ha trasmesso all’aula per la discussione. Sarà difficile che questa legislatura riesca ad approvarla, perché i tempi sono stretti, anche per l’ostruzionismo del PDL, perché non vogliono il reato di tortura: “il precedente governo Berlusconi, aveva detto al Comitato dei diritti umani dell’ONU, che questo reato non era una priorità”. Palma lamenta, giustamente, che la legge è generica e non specifica, perché non hanno avuto il coraggio di tipicizzarlo, per non inserire un reato che abbia come attori le forze di polizia, carabinieri e polizia penitenziaria. La tortura è un reato che si compie nella stragrande maggioranza mentre un cittadino è nelle mani dello Stato: in stato di fermo, nelle caserme, nei carceri, negli OPG, ecc. Hanno voluto annacquarlo affinché ci siano più scappatoie per le varie polizie. Comunque speriamo che almeno questo testo veda la luce, contribuirà a moderare gli eccessi, scalfendo la certezza dell’impunità che li ha accompagnati fino ad oggi.  –  22-09-2012

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I privilegi delle varie caste sembrano infiniti, ormai non mi meraviglio più quando ne leggo nei quotidiani. Ogni governatore della Banca d’Italia fa la morale un po’ a tutti, senza mai fare una autocritica sia sui banchieri sia sull’apparato della Banca d’Italia, che è piena di privilegi. Gli stipendi degli impiegati sono paragonabili a quelli dei parlamentari, i gradi più elevati vanno molto al di sopra; le pensioni non sono da meno degli stipendi. I dipendenti pensionati e i loro familiari, possono accedere a mutui con interessi usurari, all’1%, un sogno per i comuni cittadini. Sono interessi addirittura più favorevoli di quelli dei parlamentari, all’1,57% che tempo fa fecero scandalo. In qualunque contesto governativo si guardi, ci sono privilegi vergognosi, ma con una faccia tosta chiedono al popolino di tirare la cinghia. Credo che non si possano più mettere pezze, ma bisognerebbe rispettare e iniziare da capo, viceversa nulla cambierà.  –  23/09/2012

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Per la seconda serata consecutiva, dopo TG5, hanno proposto in due parti, l’intervista a Giuseppe Grassonelli, un ergastolano da 20 anni in carcere. Ieri sera in studio c’erano la radicale Rita Bernardini e l’ex vice Direttore del D.A.P., Sebastiano Ardita. Togliendo i suoi fatti personali, su cui non entro nel merito, ha detto una cose che merita un approfondimento: “In Italia c’è la pena di morte chiamata 4 bis”. Questa è una realtà che da vent’anni è coperta dalla censura e dall’omertà di Stato. Non solo è stata istituzionalizzata la pena di morte, ma anche la tortura con il 41 bis. L’ergastolo con il 4 bis è una pena di morte, anche se diluita nel tempo il risultato non cambia, anzi è peggiore, perché ci vuole un coraggio che duri tutta l’esistenza. Anche il cosiddetto ergastolo normale (qualche centinaio in Italia), formalmente se ha accesso a tutti i benefici delle pene alternative, ma nei fatti è una discrezionalità del magistrato di sorveglianza, pertanto è un ergastolo bianco, non essendoci nessuna certezza di terminare la pena. Il regime di tortura del 41 bis, seppellisce vivi i detenuti condannati alla pena di morte. Bisogna dare merito al PM Sebastiano Ardita, perché  imperterrito porta avanti le sue tesi di tortura, nascondendoli  sotto termini diplomatici che non allarmano la coscienza delle persone. La tortura la chiama “coercizione”. La pena di morte la chiama “sicurezza sociale”. Mi auguro che questi eventi mediatici continuino, affinché la gente inizi a riflettere sull’infamia delle leggi emergenziali.  –  24/09/2012

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Stamane ho trovato il pane  che ci passa l’amministrazione punteggiato di bianco e di muffa verde, era di due giorni fa, pertanto è strano che questo pane subito va a male. Mi è successo anche altre volte. Pensando al passato, ricordo che il pane che compravamo a casa, durava anche una settimana. Quello che facevano i nonni e gli zii nel Cilento, durava tutto il mese. Compro le freselle integrali sulla spese, durano una settimana senza problemi, ma possono durare anche un mese, come riporta la sentenza. Ho letto spesso che in Italia arriva il pane semicotto e congelato: una sera ho visto un documentario su questo pane che veniva dall’est-europeo, una porcheria piena di additivi chimici, autentiche bombe tossiche, l’igiene non era contemplata. Credo che questo pane sia simile, perché non si spiega come vada a male dopo due giorni. Se lo facessimo noi in cella, durerebbe almeno una settimana. Le imprese del carcere, che poi è la Berselli, che detiene il monopolio dal 1930, è onnipotente, talmente potente che nessuno al ministero si sogna di intervenire, neanche quei 120 PM antimafia che operano al Ministero. E’ palese che qualcuno nei vertici del ministero la protegge, sicuramente non gratis.  –  25/09/2012

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Riflettevo sul sistema di potere dell’apparato repressivo, non si può nascondere che è di tipo coloniale, e negli ultimi 20 anni ha ingoiato centinaia di miliardi di euro, senza nessun controllo. Questa bestiale repressione ha riportato tre risultati:

1-Un odio profondo contro lo Stato da parte di migliaia di persone, che hanno subito ogni sorta di sopruso dagli organi repressivi; magistratura, le varie polizie e le gogne mediatiche.

2-Ha moltiplicato per migliaia di migliaia le persone sottoposte alle famigerate legge emergenziali, facendo diventare il Meridione un covo di mafiosi; come lo fu con la repressione dell’occupazione piemontese, per dare legittimità all’infame legge Pica, il Sud divenne un covo di briganti.

3-Ha fatto diventare ricchi e potenti tante persone mediocri, che necessarie all’apparato repressivo, hanno dato sfogo al loro livore e suggerito leggi sempre più feroci e crudeli. Anestetizzando la coscienza del popolo, facendogli digerire ogni sorta di abuso, anche la pena di morte e la tortura.

E’ palese che questo sistema infernale non funziona e incancrenisce il tessuto sociale; credo che sia il tempo che persone con uno spessore intellettuale si pongano alcune domande, e diano risposte per una riflessione, che inneschi un cambiamento. Se ciò non avviene, l’industria repressiva  continuerà a mietere le sue vittime, perché per funzionare ha bisogno di “carne fresca”, dopo i padri ci sono i figli, nipoti, zii, cugini, cognati, ecc. Questo girone infernale continuerà ad andare avanti calpestando ogni diritto. Bisogna cambiare metodo guardando alle nazioni dove funziona il recupero e l’inserimento in società. I Paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca), con l’Olanda, il Belgio ed altri, dove il concetto dell’insegnamento delle regole ha prodotto i suoi frutti, pertanto sono l’esempio da imitare. Comprendo che l’illecito strapotere dell’apparato repressivo non vuole il cambiamento, per non perdere il potere che esercita sul Paese, per non limitare l’onnipotenza dei suoi privilegi, e le centinaia di miliardi di euro a cui può attingere senza riserve; ma bisogna che la politica sana abbia uno scatto di orgoglio e di libertà per far ritornare il Paese dove giusto che sia, nel “mondo civile”.  –  26/09/2012

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Ieri sera hanno messo in onda una trasmissione del 1962 di Zavattini, era stata girata nel carcere di Porto Azzurro, era dedicata agli ergastolani, circa 250 nel penitenziario. Le condizioni erano molto diverse, ma la sostanza non cambia. Mentre intervistava gli ergastolani, come in un film ho visto gli stessi prigionieri di oggi, identici in ogni dettaglio. In ultimo hanno intervistato il Direttore, paragonandolo a quelli odierni, il prodotto non cambia, esaltava  qualunque cosa avesse fatto e cercava di ridimensionare tutte le brutture, persino le celle di segregazione, dove non c’era niente, neanche la luce, e i detenuti  ci venivano messi anche per valutare la loro personalità. L’arbitrio assoluto da parte del Direttore, e lui lo spiegava come fosse l’atto più naturale del mondo. Il tempo passa ma nulla cambia, e se non ci ribelliamo al narcotico che ci hanno iniettato, non cambierà niente. Mi auguro ch quando decideremo di fare una protesta estrema; il numero degli ergastolani sia molto alto.  –  27/09/2012

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Gli americani continuano ad allargare le loro basi in Italia, e non c’è nessun politico che prenda posizioni, solo la gente si ribella a questa prepotenza straniera. Riflettevo su questo fatto e sono giunto alla conclusione che gli americani non sono alleati, ma un esercito di occupazione, perché dopo circa 70 anni dalla fine della II guerra mondiale, continua ad occupare il Paese, pertanto chiamarlo alleato è fuorviante. Questo mio pensiero è avallato anche dal fatto che gli Stati Uniti hanno un debito pubblico enorme e questo li costringe a tagliare da tutte le parti, persino la NASA è stata ridimensionata nei suoi progetti per i tagli del governo, ma con tutto ciò non smobilitano le loro basi in Italia e in Europa. Se l’Italia e l’Europa sono un solido alleato, perché ha ancora tutte queste basi nel continente? A mio parere questa si chiama occupazione, altro che alleati. Ha fatto bene la Francia a non concedere basi agli americani. Con l’Unione Europea, è tempo che gli americani ritornino a casa loro.  –  28/09/2012

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E’ morto Perluigi Vigna, era stato il padrone assoluto della Procura di Firenze e di conseguenza anche del Tribunale; una specie di Torquemada, poi divenne Procuratore Nazionale Antimafia. Oggi tutti l’osannano, nessuno ricorda le sue malefatte perpetuate nel suo delirio di onnipotenza; forte con i deboli e lecchino con i forti. Ha coperto le torture di Pianosa degli anni ’90, ha imbastito processi inventati di sana pianta,come i cosiddetti mostri di Firenze, quattro poveri cristi inchiodati alla croce per soddisfare la sua vanità di “monarca” di Firenze. Senza dimentica le centinaia di casi anonimi che hanno subito la sua violenza istituzionale. Sono stato in un carcere della regione toscana e a Firenze, e mi hanno raccontato tanti fatti su di lui. Ne cito uno per rappresentarli tutti. La storia di Roberta. Era il Direttore della banca di Piombino, l’arrestarono sapendolo innocente, ma, con tutto ciò, volevano delle dichiarazioni che chiudessero la costruzione architettonica del procedimento che aveva imbastito la procura di Firenze, non volendosi prestare alle loro manovre fraudolenti, gli bloccarono tutte le sue entrate e quelle della sua fidanzata, lo volevano prendere per fame, per sua fortuna non poterono bloccare la pensione del padre. Ogni due tre giorni lo chiamavano la sera per colloqui investigativi, ma lo terrorizzavano con la minaccia di arrestargli il padre e la fidanzata, ritornava in sezione piangendo e terrorizzato dalle minacce, noi detenuti l’aiutavamo a tirarlo su di morale. Questa tortura durò un anno; fino a quando uscì per decorrenza termini. Dopo alcuni anni uscì assolto da ogni accusa, ma la sua vita era stata rovinata e perse il Padre che si consumò dal dolore. Lo sapevano innocente perché il suo difensore era suo cugino, magistrato e pretore di Piombino, l’interlocutore della procura di Firenze gli disse “sappiamo che è innocente, ma non possiamo fare brutta figura dicendo che ci siamo sbagliati”. Oggi Roberto è un volontario delle carceri con l’associazione San Vincenzo De Paoli. La voce corrente che girava a Sollicciano (carcere di Firenze) su Vigna, era che fosse un cocainomane. Se esiste l’inferno, gli auguro di bruciare nel fuoco per pagare tutto il male fatto.  –  29/09/2012

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Nel silenzio della notte o di prima mattina, rimbalzano come un suono sinistro i passi dell’agente nel corridoio, le suole di cuoio fanno un rumore che ti entra nel cervello, anche se la maledetta abitudine fa metabolizzare ogni cosa. La camminata innesca tanti fattori che alimentano i timori in noi, che possano derivare dalla rottura del silenzio, ai ricordi degli impacchettamenti all’alba, e i passi concitati che riportano alla mente momenti bui di soprusi e torture. Il ministero spenderebbe meno se rifornirebbero di scarpe gommate gli agenti; ma credo che certi appalti sono intoccabili. In conclusione, noi detenuti guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno, pertanto questo minore lo riteniamo un aiuto essendo in allarme naturale.  –  30/09/2012

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Il reparto SVIMEZ ha sentenziato che il Meridione per recuperare il ritardo con il Nord ci vogliono 400. Mentre leggevo questa bestialità, pensavo che se fosse vero, i tosco padani sono stati più  bravi, in 150 anni non solo ci hanno liquidato e spogliato di tutto, ma addirittura ci hanno  messo alla pari con gli africani, così possono giustificare il sistema coloniale instaurato per saccheggiarci e tenere nel tempo l’occupazione con la repressione, affinché non ci sia progresso in ogni campo, per rimanere un mercato per l’acquisto delle loro merci e un serbatoio di voti per i politici. Mettono in evidenza qualche piccolo investimento fatto al Sud, nascondendo le centinaia di miliardi che in tanti modi vengono dirottati al Nord. Questi piccoli finanziamenti non sono altro che l’aiuto ai poteri meridionali “collaborazionisti”, affinché continuino a fare gli interessi dei tosco padani. Tutto continua da 150 anni, un metodo collaudato e quando ci sono problemi oppure c’è bisogno di una cortina fumogena pesi perr coprire i soliti latrocini nordisti: “Una volta si chiamavano stati di assedio, oggi le chiamano emergenze mafiose”. Quando leggo dei problemi della “questione meridionale”, sento sempre puzza di fregatura perché quando c’è crisi economica, la pagano sempre gli schiavi delle colonie.  –  1/10/2012                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

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Storico sorpasso della bici sull’auto. In Italia la bici è più venduta dell’auto. Questo dimostra che gli italiani hanno acquisito un’anima ambientalista più dei propri governanti, che finanziano a fondo perduto la Fiat dal dopoguerra. L’unico problema è che le piste ciclabili sono poche. Ne abbiamo solo 4000 km, a fronte delle 40000 della Germania. L’anno scorso sono state vendute 1750000 bici. Speriamo che questa tendenza continui. Sarebbe bello vedere le strade piene di bici come l’Olanda.  –  2/10/2012

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La recidiva non è un gene radicato nelle persone, per tanto dovrebbero studiare le cause, che in linea di massima si conoscono, e trovare le soluzioni migliori per limitarla al minimo. Proverò ad analizzare i fattori che l’alimentano. Premesso che nessuno nasce delinquente, cattivo e predisposto in questo sento. La società in cui nasciamo ci fa ricchi o poveri, e quando si è poveri l’esclusione da una vita dignitosa diventa la norma, ciò conduce alle scorciatoie per avere un tenore di vita adeguato; siccome l’appetito viene mangiando, si cerca di salire tutti gradini della scala sociale, senza andare troppo per il sottile. Poveri si diventa, perché lo Stat con i suoi atti ingiusti innesca la creazione di zone dove fiorisce il disagio sociale, un fenomeno innaturale, non naturale, come la devianza. L’esclusione produce ingiustizie e risentimento, perché non si ha accesso a una condizione di cittadinanza piena e totale, alimentando odio contro lo Stato, e di conseguenza la creazione di condotte di autonomi dandosi regole, leggi e vincoli propri, al di fuori della società. Questo processo che colpisce intere popolazioni, contribuisce al degrado sociale che assottiglia la linea tra la legalità e l’illegalità, con la supremazia della sopravvivenza, senza preoccuparsi in quale parte della linea si è costretti ad operare per guadagnarsi il pane. La povertà, moderna forma di schiavitù, è il vincolo di tutti i mali dell’umanità. Per liberare la società da questo flagello, bisognerebbe eliminare le leggi inique, le istituzioni che l’alimentano e le pratiche che impongono l’impoverimento, e di conseguenza la sua criminalizzazione. Tutto ciò non viene fatto, perché il potere dei ricchi ha bisogno di questo sistema iniquo, per continuar ad arricchirsi e mantenere il loro status.  –  3/10/2012

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Mi appassionano molto le trasmissioni sugli UFO. Oggi ne ho visto una che è durata circa due ore. I discorsi e i servizi erano improntati sulle varie tracce lasciate nei secoli passati: archeologia, disegni, religioni. Effettivamente non si può negare la realtà. Nel 900 e in questo nuovo secolo, gli avvistamenti e tracce varie, dimostrano che le visite di altre civiltà ci sono state. Non si possono prendere per visionari milioni di persone nel mondo che hanno visto. La logica e il buon senso mi portano a credere che nell’universo, con miliardi di stelle, ci saranno sicuramente altre civiltà, e credo anche più evolute della nostra, perché se riescono a viaggiare nello spazio devono essere per forza più progrediti di  noi, per di più che la facevano già 2-3 mila anni fa. L’unico problema che ci possiamo porre, e quello di non fare la fine dei popoli delle Americhe, dove la conquista dei popoli europei si tramuta in un genocidio.  –  4/10/2012

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In questi giorni stanno chiudendo il carcere di Laurean in provincia di Reggio Calabria, in provincia di Reggio Calabria, l’unico carcere in Calabria dove viene applicato integralmente l’art. 27 della Costituzione. Tutti insieme, carcerati, guardie, il sindaco del paese, con la giunta comunale e anche il presidente della regione stanno protestando contro questa chiusura insensata. Ieri sera han  trasmesso un programma su TV Calabria; il sindaco ha detto “c’è qualcosa di mostruoso che hanno progettato e stanno attuando al Ministero della Giustizia”. Credo che non sia andato tanto lontano dalla realtà. Al D.A.P. ormai comandano con metodi arbitrari i PM antimafia. Sono circa 120, hanno invaso  il ministero  occupandolo, e trattano il sistema penitenziario alla stessa stregua delle Procure quando firmano i mandati di cattura a grappoli. Ci sono poche luci di civiltà nel Meridione, ma l’apparato repressivo cerca di sopprimerle, perché ha bisogno di tenere alta la tensione, sia per mantenere il potere di condizionamento sul Paese, sia per proteggere i privilegi vergognosi che non fruiscono, e sia per non far chiudere il pozzo di San Patrizio, dove attingono a piene mani miliardi di euro senza controllo. Monti taglia da tutte le parti tranne che all’apparato elefantiaco della repressione. La ministra Severino, complice dell’apparato, si presta a ogni loro richiesta, d’altronde ha uno studio legale e, se facesse il suo dovere, non la farebbero più lavorare. Invece di trasformare tutte le carceri italiane come quelli di Bollate e Laureana, i mandarini del DAP li chiudono.  –  5/10/2012

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Ho trovato uno scritto di Alda Merini, un estratto da un suo libro: “L’altra verità- Diario di una diversa”. Lo riporto affinché che legge comprenda la mia riflessione:

“Un giorno successe una cosa meravigliosa in manicomio: ci apersero i cancelli, ci dissero che finalmente potevamo uscire. Dio! Cosa successe dentro l’anima nostra. Fu uno sciamare di vestaglie azzurre verso l’alba. E mi venne in mente, anzi ebbi la visione di santa Teresina che amava definirsi “piccola rondine di Dio”. In quel giorno scesi in giardino di corsa. Mi inginocchiai davanti a un pezzetto di terra e mi bevvi quel terriccio con una fame primordiale. Fu un giorno grande, il giorno della nostra prima risurrezione. Da quel giorno cominciammo a vestirci, a pettinarci, a curare il nostro aspetto, perché fuori c’erano gli uomini. Ma, soprattutto, c’era il sole, questo grande investigatore che vede oltre, oltre anche i nostri corpi. E le nostre anime dovevano per forza diventare belle” (da Alda Merini, “L’altra verità- Diario di una diversa”).

Le persone si comportano secondo come vengono trattate. Saranno criminali se li trattano e li fanno  sentire tali. Se li trattano come bestie così si comporteranno. Questi metodi usati per una cieca repressione, non disumanizzano solo chi subisce questi trattamenti, ma anche chi li attua. La poetessa Alda Merini, ha provato sulla sua pelle tutto l’orrore dei manicomi, trattamento non diverso di quello odierno nella grande maggioranza delle carceri, per non parlare della tortura del 41 bis. Con tutte le migliaia di leggi che ci sono in Italia, tutti i cittadini possono entrare nel girone dantesco delle carceri della penisola. Presto faranno una legge che sanzionerà con il carcere gli evasori fiscali, ci sarà l’inondazione nelle carceri  uguale alla legge sulle droghe. Nessuno sarà più immune al carcere. Mi auguro che ci sia un risveglio delle coscienze.  –  6/10/2012

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Hanno di nuovo affossato la legge sul reato di tortura. Ormai viene da chiedersi se il Parlamento è sovrano, perché la viltà di questi politici è vergognosa. L’impressione che se ne recava e che sono gli appassionati della repressione (anche  se loro li chiamano gli apparati della sicurezza) che controllano il Paese e condizionano o meglio dire ricattano il parlamento e i singoli politici. Questo onnipotente apparato della repressione, che usa disinvoltamente la tortura. Dalle procure speciali (D.D.A.), che varie forze di polizia nelle caserme e nelle carceri, ormai non hanno limiti. Lo dimostrano i tanti episodi di omicidi che commettono sulla pubblica via senza preoccuparsi della gente, perché talmente tanta  è l’arroganza e la prepotenza, sicure dell’impunità, che non si curano neanche di nascondere la loro violenza. Ci vorrebbe una rivolta di piazza, per mettere in riga la marmaglia che occupa indegnamente la maggioranza del parlamento, perché se continua così, ritorneranno gli anni ’70, dove l’unica risposta alla violenza dello Stato è altra violenza. Questa risposta è sbagliata, perché usare la stessa violenza, la repressione che ne scaturirà, legittimerà sia la tortura, sia le rappresaglie con rastrellamenti e sia questi politici corrotti e disonesti.  –  7/10/2012

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Alle olimpiadi dell’architettura green, l’Italia si è piazzata terza, vincendo la medaglia di bronzo. La prima classificata è stata la Francia e la seconda la Spagna. Il progetto italiano si chiama Med-in-Italy. La casa si è piazzata nei primi tre posti, perché produce energie tre volte il fabbisogno, una casa che somiglia a una piccola centrale di energia. Gli altri pregi sono che vengono adoperati materiali locali. Il costo è di 1400 euro al metro quadrato, il tempo per costruirla è dieci giorni, e in 20 anni si evitano nell’atmosfera 121 tonnellate di CO2. Ormai le tecnologie ci sono, le scoperte nel settore si susseguono a ritmo sostenuto, pertanto dipende tutto dai governi, e non pianificano il cambiamento per l’azzeramento degli idrocarburi e la sostituzione con le energie rinnovabili, i tempi di questa rivoluzione sarà rimandata alle calende greche.  – 8/10/2012

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Mia nipote Debora mi ha spedito la foto del suo bambino nato ad agosto, un bel maschietto, l’hanno chiamato Francesco. Mentre guardavo la foto, riflettevo sugli anni che passano. Quando mi hanno arrestato, Debora non era ancora nota, ora è donna, sposata e madre. Questo è il quarto pronipote, mi auguro che si moltiplicheranno nel tempo. Non avere pensato a dei figli, è un cruccio che mi perseguita spesso mi auguro che mi diano la possibilità di avere questa gioia.  –  9/10/2012

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Leggo una notizia di una sentenza che mi fa molto piacere, un giudice del Tribunale di Lamezia ha dato ragione al sindaco di Motta, avv. Amedeo Colacino. Aveva chiesto al museo criminale di Cesare Lombroso ubicato nell’università di Torino la restituzione del brigante Giuseppe Villella. Il giudice ha condannato l’università di Torino al pagamento di trasporto e la tumulazione dei resti di questo combattente per la libertà del Meridione occupata della marmaglia savoiarda. In questo criminale museo c’è la più grande fossa comune di eroi meridionali. Son i reperti che il criminale Cesare Lombros, sono i reperti che il criminale Cesare Lombroso esercitava le sue strampalate teorie sui meridionali, ritenuti da lui criminali sin dalla nascita. Una fandonia razzista che purtroppo si è consolidata nell’immaginario comune. Forte di questa sentenza, il comitato capitanato dal sindaco di Motta, ha chiesto la restituzione dei resti di Carmine Cracco e di Eustachio Paolo Chita, eroi della Basilicata. Dovrebbero essere richiesti tutti i resti dei combattenti per la libertà, non solo nel criminale museo di Torino, ma anche quelli che si trovano seppelliti nei cimiteri delle carceri isolane. Per i migliaia di martiri che perirono nei lager dei Savoia, e fatti scomparire nelle vasche di calce, bisognerebbe onorarli erigendo un monumento per farli ricordare alle future generazioni.  –  10/10/2012

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Questo governo dei banchieri, con la complicità dei due partiti maggioritari di destra e sinistra, confindustria, sindacati e la benedizione della Chiesa, sta prendendo decisioni che arricchiranno il penta potere a discapito della popolazione. L’ultima decisione riguarda il nuovo piano nazionale energetico, ma pensata per aumentare il latrocinio, principalmente quello dell’Eni e dell’Enel. Quella di raddoppiare l’attuale produzione del petrolio in Italia per ridurre l’importazione, abbassare il costo dell’energia ed incrementare le entrate fiscali, è una truffa, perché i numeri non mentono. Nel 2011 sono stati estratti circa 5 milioni di tonnellate di petrolio. Il consumo di petrolio animale è di 71 milioni di tonnellate. Le riserve petrolifere del sottosuolo ammontano a 76 milioni di tonnellate. Tutte le nostre riserve ammontano a quello che si consuma in un anno, quindi, in cosa consiste questa pseudo rivoluzione petrolifera? E’ un latrocinio legalizzato, sugli espropri, devastazioni ambientali e ritornare ad accentrare le competenze ai ministeri, togliendo qualunque autorità alle regioni e ai territori locali, affinché venga salvaguardato il monopolio delle fonti convenzionali (petrolio, gas e carbone) e affossare le energie rinnovabili. Credo che l’idea di Nicola Cipolla di indire un referendum sia l’unica via per fermare questi barbari.  –  11/10/2012

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Dopo alcuni anni e una nuova superperizia, finalmente è emersa la prova (occultata) che Stefano Cucchi è morto in conseguenza del pestaggi da parte della polizia penitenziaria. La sorella Ilaria ha dichiarato ai giornalisti una frase che dovrebbe far riflettere tutti i cittadini italiani: “Siamo stanchi e arrabbiati per l’atteggiamento a noi riservato dal PM. Riteniamo inaccettabile quanto a noi riservato dalla pubblica accusa che rappresenta lo Stato durante e fuori il processo”. Il PM è la pubblica accusa, rappresenta i cittadini che subiscono un reato, si adopera per trovare le prove per fare emergere la verità dei fatti e chiedere la condanna per i colpevoli. In questo caso, commettendo molteplici reati, occultamento di prove, omissione di atti di uffici e disonorando il suo ruolo, copre e difende gli imputati. Tutti tacciono, sia il suo capo alla procura di Roma, sia i vari sindacati dei magistrati e sia il CSM. Una vergogna. Senza dimenticare la censura dell’informazione, che ormai da anni si prosta davanti alla casta delle procure. I nuovi aristocratici, che si ritengono di avere un potere divino e nessuno si può permettere di ledere la loro maestà. La mia impressione è che i cittadini, sopportano con pazienza, come Giobbe, ma un giorno esploderanno come un vulcano. Allora questi moderni Torquemada capiranno cos’è la disperazione, la paura, il dolore e la sofferenza.  –  12/10/2012

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Quel video girato davanti alla scuola di Padova, dove solerti poliziotti hanno “sequestrato” un bambino, che non voleva seguirli perché voleva restare con la madre, e la stessa, i nonni e gli zii, hanno fatto di tutto per impedirlo. La polizia ha dimostrato ancora una volta al mondo intero quanto sia “democratica e civile”. I metodi del G8 di Genova non erano episodi ma la norma. Come al solito, ogni volta che esce un video in rete, arrivano le scuse del capo della polizia. Quando non c’è un video, si inventano storie inverosimili, aiutati sempre dal PM di turno. Vedendo in TV questo video, mi sono venuti in mente i bambini che vanno a trovare i loro genitori una volta al mese, nel regime di tortura del 41 bis, quando gli ultimi dieci minuti gli permettono di abbracciare i genitori. E’ difficile far capire o un bambino che sono solo dieci minuti, e in modo fermo e anche di peso vengono portati fuori, nessuno si indigna, forse perché sono figli di “mostri”? Ricordo che quando consentirono di effettuare una telefonata al mese ai prigionieri nel 41 bis che non facevano colloquio, insorsero i Savonarola, i sindacati della polizia penitenziaria e i soliti politici prezzolati, e costrinsero il ministero ad emanare una norma che la telefonata i familiari dovevano riceverla nel carcere più vicino, dove erano costretti a umilianti perquisizioni. E’ palese che era una violenza gratuita, una tortura studiata per costringere i carcerati a non telefonare. Molti rinunciarono per evitare a tutte quelle mortificazioni ai propri familiari. Anche allora nessuno disse niente. Erano i familiari dei “mostri”. Le torture ormai fanno parte del D.N.A. delle leggi e del sistema, e nessuno se ne indigna, perché toccano solo ai meridionali.  –  13/10/2012

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Per “sospetto” hanno azzerato il comune di Reggio Calabria. Assistiamo da  mesi, se non da anni a vergognosi saccheggi dei comuni e delle regioni del centro Nord, ma non azzerano niente. Le giunte ragionali del Lazio e della Lombardia, hanno fatto cose turche, eppure tutto passa in cavalleria. Forse questa legge si applica solo al Sud; come quella che permetteva di azzerare i comuni del Sud dove vincevano i filo borbonici dopo la conquista del 1860. La storia si ripete, ma sempre in danno del Meridione. Possibile che non ci sia un politico del Sud con i coglioni che dica le cose come stanno, per dare una scossa alle coscienze addormentate da troppo tempo?  –  14/10/2012

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Mi ha scritto un amico dal carcere di Padova, raccontandomi la visita della ministra Severino. Dopo avere visitato le lavorazioni che ci sono nel carcere. Su questo punto Padova è uguale a Bollate. Hanno riunito tutti i detenuti che lavoravano nella cooperativa Giotto che gestisce le lavorazioni nella sala auditorium. Alcuni carcerati hanno fatto interventi di circostanza, toccando anche il tema dell’ergastolo, soffermandosi maggiormente sei una pena senza speranza. Alla fine ha fatto il suo intervento il ministro Severino, ha raccontato una favola, per non chiamarla cazzata, e ha fatto una affermazione gravissima. La cazzata che ha detto è che in Italia non c’è l’ergastolo, perché non si sconta, si esce con le pene alternative. Qualcuno dovrebbe dirgli che c’è la pena di morte, che si chiama ergastolo ostativo, per 1500 ergastolani su 1800, “esclusi da ogni pena alternativa”. L’art. 4 bis O.P. (Ordinamento Penitenziario), esclude categoricamente ogni beneficio. Chi ha l’ergastolo è destinato a morire in carcere (come il sottoscritto), e chi ha una pena deve scontarla tutta, fino all’ultimo giorno, anche se sono 30 anni. Altro che certezza della pena. La seconda affermazione è di una gravità inaudita. Ha detto che bisogna coniugare i sentimenti dei parenti delle vittime e della società. Qualcuno dovrebbe dirle che viviamo in una repubblica democratica, con una Costituzione, leggi e i tribunali per applicare e giudicare secondo le norme dei nostri  codici. Quello che ha detto andava bene se eravamo in Arabia Saudita, ecc., dove vige la legge del taglione e la vita, la morte e la libertà del reo sono a discrezione dei parenti delle vittime. La signora è un avvocato, ha rivestito ruoli nelle istituzioni, insegna diritto alla scuola allievi ufficiali dei carabinieri, non può ragionare come ai tempi dei linciaggi di piazza. Questo dimostra che è inadeguata per il ruolo che ricopre. Avevo già scritto che essendo persona del sistema di potere del Paese, non c’era da aspettarsi niente di buono. Lei è come tutti meridionali che, per non essere servi del Nord, calpestano ogni cosa per diventare uno dei capi dei servi, al servizio del potere nordista; come i liberti dell’antica Roma. Per dimostrare devozione, sono più feroci dei loro padroni. Erano come lei tutti i collaborazionisti che aiutarono le SS savoiarde a reprimere la libertà e a distruggere il Meridione.  –  15/10/2012

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Oggi ho avuto la notizia che un ergastolano si è suicidato nel carcere di Carinola Parlando con un compagno che lo conosceva bene, mi ha detto che nel regime di tortura del 41 bis l’avevano fatto impazzire, maggiormente in quello di Parma. Circa 20 anni di torture sono molto difficili da sopportare, e l’equilibrio mentale non ha resistito. Credo che in un momento di follia o di lucidità, abbia voluto smettere di soffrire, riconquistando la libertà e la serenità. Ricordo che dopo qualche anno di tortura del 41 bis, nel 1993 feci colloquio  con mia madre e mia sorella. Per mezzora parlavo solo io. Gli chiesi perché facevano parlare solo me. Mia sorella mi rispose che sembravo un pazzo, avevo gli occhi fuori come i folli. Da parte mia mi ritenevo normale, ma avevano ragione. Lascio immaginare le persone sottoposte a decenni di questa crudele infamia, sepolti vivi, li stanno annientando mentalmente, in modo scientifico. La barbarie di questi metodi viene da lontano. Erano gli stessi usati  dai piemontesi, il sistema repressivo fu creato allora, e non è mai cambiato. Oggi, come allora, in questi lager ci sono solo meridionali.  –  16/10/2012

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Mi hanno mandato una pagina del Corriere della Sera del 2 ottobre 2012, dove c’era un appello per l’abolizione dell’ergastolo. La pagina l’ha comprata Umberto Veronesi. Ha fatto scrivere grande “Uniamoci contro l’ergastolo”. Menziona il convegno al Senato del 2 ottobre, quello organizzato da Veronesi con la sua associazione “Science for peace” il 16 e 17 novembre, nell’aula magna dell’Università Bocconi di Milano, dove parteciperanno  intellettuali e scienziati di tutto il mondo, tra cui molti premi nobel, ha sottolineato la raccolta di firme nel sito di Carmelo Musumeci, ed evidenziando la violazione dell’art. 27 della Costituzione. Veronesi ha preso a cuore la lotta per abolire l’ergastolo, e la sta portando avanti con coerenza. E’ una persona da ammirare e merita il massimo rispetto. Se riusciremo in questa lotta, molto lo dovremo anche a lui. Tutti possono andare nel sito del Corriere della Sera, e leggere la pagina sull’ergastolo.  –  17/10/2012

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Ho finito di leggere il libro “I lager dei Savoia- storia infame del Risorgimento nei campi di concentramento per i meridionali”. Lo scrittore è Fulvio Izzo. Edizioni Controcorrente. La prefazione è di Francesco Mario Agnoli del 6-12-1998. Inizia così: “La prima impressione che questo libro susciterà nella grande maggioranza dei lettori sarà un pugno alla bocca dello stomaco, tanto grande è la distanza tra l’oleografia risorgimentale ufficiale e la nuda e crudele realtà dei fatti”. Ed è vero. La crudeltà usata come ama di potere. Quello che insegnano a scuola sono delle menzogne storiche, per nascondere l’infamia che hanno commesso dopo la conquista del meridione. Il triumvirato Garibaldi-Cavour-Vittorio Emanuele II, dovrebbero essere cancellati dai libri di scuola, perché oggi sarebbero processanti per crimini contro l’umanità; come lo furono a Norimberga i capi nazisti, altrettanto i macellai che eseguirono la feroce repressione, i vari cialdini, Pinelli, Pallavicini, la Marinara, ecc. Invece ci sono vie, piazze e mausolei intitolati a loro. I crimini commessi non li hanno fatti neanche i nazisti con l’occupazione del 1943-45. Persino gli inglesi che sono stati i fautori di questa selvaggia conquista, inorridivano davanti a quello che videro e che ne vennero a conoscenza. L’inglese Wilford, incuriosito da alcune articoli pubblicati sul quotidiano “Popolo” a firma di Giovanni Gervasi, venne a Napoli e riuscì a ottenere dal questore di Napoli l’autorizzazione a visitare le prigioni della città. Pubblicò un articolo sul Times, confermando tutto ciò che aveva scritto il Gervasi, sottolineando che  tutto ciò che di turpe, di feroce, d’immondo, di barbaro, d’infame si praticava sui prigionieri. Le torture provenivano dai bandi di Carlo Felice del 22 febbraio 1826 (degno parente di Vittoria Emanuele). Il 12 agosto 1861, il deputato inglese Giorgio Bowyer, indirizzò una lettera a Lord Palmerston, raccontandogli quello che succedeva nel Meridione. Cita tanti episodi di stragi, di barbarie e di arbitri contro la popolazione termina affermando che “la distruzione è totale”, e il governo inglese dovrà rendere ragione al Parlamento quando si adunerà, sui delitti commessi nell’Italia meridionale sotto la tirannia di Cialdini e Pinelli. Lord Lennox, dopo avere visitato alcune carceri e visto l’inferno delle torture di cui erano vittime migliaia di meridionali, fece una relazione al Parlamento inglese. Dopo avere elencato le sue visite scrisse: “Sento il debito di protestare conto questo sistema. Ciò che è chiamata unità italiana deve principalmente la sua esistenza  alla protezione e all’aiuto dell’Inghilterra, deve più a questo che non a Garibaldi, che non agli eserciti vittoriosi della Francia, e però, in nome dell’Inghilterra, denuncio tali barbare atrocità, e protesto contro l’egidia della libera Inghilterra così prostituita”. L’Inghilterra fu sorda ad ogni appello, perché era la causa del problema, e le sorti delle popolazioni meridionali  furono abbandonate al loro destino nelle mani dei macellai piemontesi del “Re Galantuomo” di Vittorio Emanuele II. Interessavano solo le ricchezze del Regno delle Due Sicilie, per il resto erano estranei ai progetti politici già decisi dai famelici savoiardi, che ritennero di cancellare d’autorità il problema della ribellione. Tutti i prigionieri meridionali vengono trasferiti nei lager del Nord, principalmente gli ex soldati borbonici, dove furono fatti morire a migliaia di stenti e di torture.  Il ministro della giustizia, rispondendo a un’interrogazione, giustificò tutto ciò con la scusa che nel Meridione c’erano solo mille posti nelle carceri. Se erano così pochi, in che condizioni stavano migliaia di arrestati? Solo nel carcere di Girgenti (attuale Agrigento) c’erano 32.000 prigionieri. Viene da chiedersi, se c’erano solo mille posti nelle carceri meridionali, significa che  non c’era tutta quella delinquenza che la propaganda risorgimentale ha spacciato a piene mani, semmai l’ha creata per legittimare il saccheggio con la repressione e l’instaurazione di una colonia. Con la legge Pica, ogni aberrazione fu legittimata, legalizzando l’effusione del sangue. Il deputato Ferrari, nella seduta della Camera del 19 novembre 1862, con violenza accusa: “Vengono cacciati nelle carceri e fucilate famiglie intere, il numero delle vittime e dei carcerati è enorme. E’ questa una guerra di barbari. Se il sentimento vostro morale non vi fa inorridire di camminare sguazzando nel sangue, io non saprò più comprendervi. E quanto io affermo del Regno di Napoli, ditelo pure della Sicilia. Là pure si cacciano le genti in prigione e si uccidono  a fucilate senza nessun formale procedimento. Versare sangue è diventato  sistema. Ma non si rimedierà al male fatto, versando sangue a torrenti. Nell’Italia meridionale non si crede a siffatto sistema di sangue; e chi porta un’uniforme si crede di avere diritto di uccidere chiunque non ne porta”. Nel 1864 in un dibattito alla Camera, un deputato urlò “è un periodo di cotanta illegalità ed arbitrio, da non avere riscontro storico in tempi e in popoli meno civili fra i più barbari ed ignavi”. Alle vicende di circa 100.000 prigionieri di guerra (l’intero esercito), anche nei riguardi delle popolazioni meridionali, si commettono deportazioni, prigionie, fucilazioni, e restrizioni della libertà, tali da fare  parlare di “ferocia come dogma governativo”. Era ferocia generale, sistematica, premeditata, era ferocia stabilita da quel sanguinario di Vittorio Emanuele II. Resero il Sud un inferno, costringendo la gente a scegliere tra finire in prigione, servire il nemico piemontese o darsi alla guerriglia. La fredda crudeltà di ideologhi, insieme alla ferocia ottusa di politici e militari, uniti, criminalizzarono ogni cosa e negarono ai meridionali ogni diritto. Il disprezzo razzista nei confronti degli abitanti del Regno delle Due Sicilie è chiarissimo nei dispacci e i rapporti militari e politici, vengono paragonati ai beduini africani. Non si piegarono, e anche senz’armi e senza comandanti militari, corsero sui monti a tenere alto l’onore della loro patria. L’esercito, seppure tradito dai vertici militari, non i piegò, seppure torturati e fatti morire a migliaia, su 97000 effettivi solo in 1600 aderirono alla guardia repubblicana. In alcuni casi, la truppa giustiziò i propri comandanti per vigliaccheria di fronte al nemico. Li mandarono a Fenestrelle per “rieducarli”, l’Auschwitz per eccellenza, non esistendo i forni crematori che avevano i tedeschi, usavano una vasca di calce per cancellarli per sempre; è ancora lì in bella mostra. Fenestrelle era un autentico inferno, anche per le angherie sistematiche delle guardie carcerarie. Furono deportati, murati vivi e massacrati, in un silenzio che si vorrebbe far durare tutt’ora. Per avere mano libera in tutto, furono epurati il 90% della magistratura, dell’università, dei funzionari pubblici e sciolti i comuni ritenuti filo borbonici, circa due terzi. Con la legge del sospetto potevano arrestare e fucilare chiunque, anche donne, vecchi e bambini, non avevano più diritti. Le disposizioni piemontesi erano eseguite con una severità che sembrava un delirante furore; simile alle SS tedesche, se non peggio. I miliari elevarono la carneficina a sistema di potere. Questo metodo con modi  e terminologie diverse è arrivato fino a noi. La pianificazione dell’arbitrio  non verranno mai, coperti agli stati di assedio, dal 1860 all’inizio del ‘900 ne saranno dichiarati dieci; oggi si chiamano emergenze. La politica di repressione nel Meridione, non trae giustificazioni dall’eccezionalità, ma è l’originario e convinto approccio colonialista che porta il Piemonte a tenere il Sud in un permanente stato di soggezione, sia militare che economico, dal momento che era semplicemente considerato territorio di conquista, il cui inserimento nella realtà della penisola ha solo carattere subalterno, anzi è opportuno tenerlo separato, perché rappresenta quasi una vergogna. Il Re Francesco II aveva capito, e quando si imbarcò per l’esilio disse: “non vi lasceranno neanche gli occhi per piangere”. Il popolo che ha sempre un intuito infallibile capì che la pota in gioco non era il loro Re, ma l’indipendenza della loro terra. Non la monarchia borbonica, ma l’autonomia amministrativa dello Stato. Non il destino di una dinastia, ma quello proprio. Furono questi i motivi che indussero il 99% dei meridionali a sollevarsi contro il nemico piemontese invasore. L’arroganza e la loro presunta superiorità protrassero per decenni la macelleria repressiva, rendendo irrecuperabili i rapporti tra le popolazioni meridionali, con strascichi ancora evidenti. Non bastava la conquista, l’occupazione e il saccheggio selvaggio, la loro propaganda diffuse in forma capillare la menzogna e il razzismo che dura tutt’ora: “il Mezzogiorno  è la palla di piombo che impedisce più rapidi progressi allo sviluppo civile della penisola; i meridionali sono biologicamente degli esseri inferiori, dei semibarbari o dei barbari completi per destino naturale; se il mezzo giorno è arretrato, la colpa non è dello Stato o di qualsivoglia altra causa storica, ma della natura che ha fatto  i meridionali poltroni, incapaci, criminali, barbari”. Di tutte le infamie commesse hanno cercato di cancellare il ricordo per l’impossibilità di trasformarle in fenomeni folkloristici. Giustificarono tutte le atrocità con la legge, con la complicità dei fuoriusciti, che piemontesizzati nel loro soggiorno a Torino, alimentarono le peggiori nefandezze; come la legge Pica. La colonia creata è rimasta uguale a 150 anni , solo molto più povera, la repressione è la stessa, i lager sulle Alpi ci sono anche ora (Cuneo, Novara, Tolmezzo), nulla è cambiato e nulla cambierà, se non ci sarà una ribellione. Il paradosso è che la repressione non è più fatta dai piemontesi, ma il 98% sono tutti meridionali, e sono molto più feroci, vogliono mettersi in mostra  con i padroni e dimostrare la loro fedeltà.  –  18/10/2012

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Le parole sono pesanti come macigni, quando vengono dettate dal pregiudizio e usate con superficialità, alimentano il razzismo. Un ragazzo di 22 anni di Palermo, in un raptus di gelosia aveva aggredito l’ex fidanzata, la sorella di 17 anni, nel cercare di difenderla è stata uccisa. Una tragedia per i genitori, una figlia uccisa e l’altra ferita in modo grave. Questi tragici episodi non si possono spiegare, perché sono dettati dall’irrazionalità folle, e l’unica spiegazione che si può dare, ma nello stesso tempo vanno condannati perché ogni essere umano è sacro. Anche su queste disgrazie i media alimentano il razzismo, usando le parole come una clava. In TV, non solo hanno detto che il killer era stato arrestato, ma per tutta la giornata nella striscia dei sottotitoli, era scritto “arrestato killer”. Nel Nord usano altre parole “raptus di follia”, “non ha retto alla rottura”, ecc., tanti altri termini, ma mai killer, parola usata solo per gli omicidi della criminalità. Anche su queste notizie si dimostra il razzismo strisciante, creato dai Savoia con l’aiuto dei loro sgherri come Lombroso, e continua tutt’ora.  –  19/10/2012

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Con entusiasmo aspettavo la partita Juve-Napoli, ero ottimista che vincevano, ma purtroppo, anche avendo dominato, nel secondo tempo, in un minuto ci hanno fatto gol, è stata un’amare delusione. Ci rifaremo a Napoli. Mi auguro che la squadra non si demoralizzi nella cavalcata per lo scudetto.  –  20/10/2012

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Mi hanno raccontato che su internet è possibile contattare e vedere il norvegese (non ricordo il nome) che ha ucciso oltre 70000 persone, condannato a 21 anni i carcere. Si può vedere la sua cella, come passa le sue disponibilità. Ha il computer in cella collegato a internet; la sua cella somiglia ad una normale stanza; può partecipare a tutte le attività che offre il carcere (in Norvegia sono molte e di qualità); la cella aperta tutta la giornata; non gli manca niente per iniziare un recupero per un futuro ravvedimento. Mentre pensavo a ciò che mi raccontavano, l’ho immaginato qui in Italia, dopo avergli dato l’ergastolo per ogni omicidio, l’avrebbero messo nel regime di tortura del 41 bis, con la cura di limitargli anche l’aria che respirava. Ricordo che, un parlamenta in visita al carcere di Parma, nel reparto del 41 bis, lo portarono dal brigatista Mezzosalma, un carcere l’omicidio Biagi, gli chiese come lo trattavano, rispose “vorrei vedere un po’ di cielo” (con le grate chiamate gelosie non vedeva neppure il cielo, murato vivo). Gli fece capire come veniva trattato. Notizia riportata dal quotidiano locale nel 2007-2008. Credo che il norvegese sarebbe stato trattato peggio, e con il tempo l’avrebbero fatto impazzire. La civiltà italiana è molto famosa per il rispetto dei diritti umani  e i trattamenti nelle carceri, sic! A volte rimpiango di non essere nato in un Paese così civile come la Norvegia.  –  21/10/2012

Quale emergenza… di Giovanni Arcuri (seconda parte)

Alcuni giorni fa ho inserito la prima parte di un testo inviatoci dal nostro Giovanni Arcuri, detenuto a Rebibbia (vai al link.. https://urladalsilenzio.wordpress.com/2012/10/01/quale-emergenza-di-giovanni-arcuri-prima-parte/).

Oggi inserisco la seconda parte.

Giovanni ci mette la consueta acutezza. Voglio citare un passaggio:

“Una volta pagata la pena u individuo deve avere il diritto di gestire la sua vita come meglio crede, nel rispetto dei principi che governano la società civile, senza essere costretto ad una vita fatta di limitazioni incredibili. Un vero inferno per chi sa di cosa sto parlando… Una galera dopo la galera. Si continua a parlare di certezza della pena e mai di certezza della prova, che spesso volentieri latita.”

Già. La galera dovrebbe finire con la galera. E invece, in molti casi, in troppi casi, essa.. continua.. come se si portasse a vita un marchio di fuoco sulla pelle. 

Anche nelle altre riflessioni, come vedrete, Giovanni non le manda a dire..

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In questi ultimi anni la non separazione delle carriere tra gli inquirenti e i giudicanti ha costituito un circolo chiuso, aumentando a dismisura il potere acquisito, fino a collocarlo nell’ambito della non controllabilità e mettendo la difesa in una posizione di netta inferiorità, privando l’inquisito di una difesa garantita dal fantomatico art. 111 della nostra Costituzione che giace ormai nel dimenticatoio (26 emendamenti approvati e mai applicati). Attualmente l’irrituale potere acquisito dal P.M. e l’arbitrarietà dei giudici rasenta la follia permettendo sentenze di condanna anche in assenza  del reato fine. Si condanna su teoremi e si instaurano processi all’intenzione. Le condanne sono da tribunali dell’inquisizione, dovute sempre a questo stravolgimento del diritto di cui parlavo sopra. In nessun Paese d’Europa, una volta terminato di pagare il proprio debito con la giustizia, si continua ad essere controllati, sorvegliati, senza documenti per l’espatrio, spesso anche senza patente, il che impedisce al povero diavolo la possibilità di un lavoro ecc.ecc.

Qualcosa di vergognoso e afflittivo al di là dell’umana ragione. Definirei questo un atteggiamento persecutorio che porta il povero cristo spesso ad un ritorno al reato, perché privato degli strumenti per il reinserimento e per la sua esclusione implicita nel tessuto sociale. Una volta pagata la pena un individuo deve avere il diritto di gestire la sua vita come meglio crede, nel rispetto dei principi che governano la società civile, senza essere costretto ad una vita fatta di limitazioni incredibili. Un vero inferno per chi sa di cosa sto parlando… Una galera dopo la galera. Si continua a parlare di certezza della pena e mai di certezza della prova, che spesso volentieri latita. Oltretutto, dovrebbe essere individualizzante sull’imputato e non sul fatto oggetto di reato. Sulla scena europea, a parte le condanne che riceviamo costantemente da parte del Tribunale dei Diritti di Strasburgo e da quello di Giustizia del Lussemburgo, noto l’abisso che esiste tra il nostro Paese e quasi tutti gli altri, sia dal punto di vista dell’esecuzione delle pene, sia per il codice penitenziario e la stessa maniera di condurre le indagini, intercettazioni in primis. Facciamo schifo… Nel 1200 in Inghilterra la Magna Carta garantiva all’imputato un processo basato sulle leggi scritte e non sul libero convincimento. Qui da noi, dopo ottocento anni, siamo in una condizione peggiore.

La criminalità, quella vera, espressa purtroppo da quella che devasta la povera gente e causa morti e feriti in tutta Italia, proveniente il più delle volte da delinquenti dell’Est, disposti a tutto, non rispettando né la vita né la dignità umana, non viene quasi considerata, in quanto le forze dell’ordine non sono all’altezza di prevenire tali reati. Preciso che non sono prevenuto verso i cittadini dell’Est. Ci sono moltissimi bravi ragazzi di cui sono amico, però non possiamo negare che la maggior parte dei reati di sangue verso donne e cittadini indifesi proviene quasi completamente da loro.

Tornando agli inquirenti, si sono abituati a non lavorare come dovrebbero, affidandosi spesso ad un pentitismo falso, pieno di delazioni di persone inattendibili per la maggior parte della loro collaborazione, ma mai smentite per ovvi motivi di convenienza processuale, permettendo sentenze  di condanna tremende sulle spalle di molti innocenti o di persone con responsabilità minime.

Il capitolo delle indagini, dei riscontri, delle prove concrete è rimasto sotterrato. A questo mi riferivo! La convenienza a rassicurare il popolo con una finta efficienza pubblica fatta di scoop in prima serata al telegiornale ha dato spazio al dilagare della delinquenza vera e del mantenimento dello status quo per il resto. E i politici? Oh, i politici italiani si odiano anche all’interno dei loro stessi partiti, gelosi, biliiosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali (tesorieri in primis), la propria gloriuccia, la propria polarità di periferia e per la periferia. Per ottenere ciò si tradiscono, si accusano, si sputtanano.

L’Italia godereccia, furbetta, volgare, fatta di ipocrisie, di opportunismo, piccole furbizie che generano basso livello di produttività. L’Italia doppogiochista e voltagabbana. La storia insegna ahimé…

Poi abbiamo gli pseudointellettuali che si mostrano in questa inesorabile giostra del jet set politico intellettuale radical chic, con i loro avvilenti dibattiti trasmessi a più non posso dai media. La globalizzazione dell’imbecillità. Siamo messi male… Se poi da qui dentro speriamo in una sensibilizzazione da parte della gente comune (non faccio di tutta l’erba un fascio ovviamente) ai problemi del detenuto e al suo reinserimento sociale, entriamo nell’utopico. L’altro giorno casualmente mi sono sintonizzato su Pomeriggio 5 (condotto dal “PM” Barbara D’Urso) e mentre parlavano di un detenuto che aveva scontato oltre trent’anni di carcere ed era in semilibertà da poco, come prevede la legge, c’è stato un dissenso da parte degli spettatori che invece avrebbero voluto che fosse rimasto a marcire in galera… Questa è la mentalità, purtroppo. Specie se la cultura delle masse viene influenzata da certi modelli della nostra attuale società.

Un delinquente per l’85% degli italiani deve marcire  in prigione senza possibilità di reinserimento e benefici. Sta bene dove sta… diceva uno spettatore. Un grande legislatore una volta disse: meglio dieci colpevoli in libertà che solo un innocente in prigione. Bè, qui di colpevoli in libertà ce ne sono molti, appartenenti alle alte sfere  del potere e in galera vi sono troppi bravi ragazzi. Questa è la realtà del 2012, tutto il resto sono solo chiacchiere e fumo negli occhi verso i più. Dobbiamo riflettere sul fatto che forse qualcosa qui da noi non va… O forse chi muove i fili ha interesse al mantenimento di questo stato di cose? Sembra proprio di sì e allora continuiamo pure con l’emergenza che tanto gli conviene!

Questo è l’andazzo e non prevedo nulla di buono, solo chiacchiere e promesse al vento (i nuovi codici sono dieci anni che giacciono in un cassetto…). Popolo di inventori, viaggiatori, grandi dell’arte e nella musica, che brutta fine abbiamo fatto!

Giovanni Arcuri 

Settembre 2012

Gli Uomini dal Cuore nero del Dicastero della giustizia

Ecco un pezzo del nostro Carmelo Musumeci. Essenziale ed efficace, come sempre.

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L’unica differenza tra i politici e i criminali è che i primi governano e rubano legalmente, i second illegalmente (Carl W. Brown).

Mi piace leggere e scrivere.

Leggo di tutto.

E mi piace scrivere di carcere perché è la materia che conosco di più.

Nei primi anni di degrado e d’illegalità delle nostre carceri puntavo il dito sul Direttore dell’istituto o sul comandante di turno.

Poi ho scoperto che anche loro sono delle vitteimi degli uomini dal Cuore Nero (come chiamiam i funzionari del Dicastro della Giustizia) che gestiscono la vita dei detenuti e di chi lavora nella Patrie galere.

In questi giorni ho letto: Amministrazione Penitenziaria. Franco Ionta, ex Capo dell’amministrazione penitenziaria ha percepito 543.954.42 euro (Fonte La Stampa, venerdì 14 settembre 2012).

Aggiungo io che il signor Franco Ionta ha guadagnato un sacco di soldi per avere ridotto le carceri in luoghi di morte, disperazione, illegalità.

Leggo pure: Undicimila euro all’anno per l’acquisto di giornali e periodici nonostante la quotidiana rassegna stampa realizzata dal Ministero  della Giustizia (Fonte: Adnkronos del 4 settembre 2012).

E come se non bastasse leggo ancora:

Troppi privilegi. Troppe scorte. E’ quanto accade per chi passa anche per pochi mesi per il Ministero della Giustizia dei suoi Dipartimenti. La denuncia dal sindacato autonomo Lisiapp della Polizia penitenziaria per voce del suo segretario aggiunto Luca Frangia. Lo Stato italiano spende troppo per garantire la sicurezza delle personalità, come ex ministri, ex sottosegretari e alti dirigenti della giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (…). Assistiamo ogni giorno, sottolinea la nota, ad una sfilata di autovettture nuove e fiammanti dai costi esorbitanti per un Paese che si trova in difficoltà economica, come per esempio l’acquisto di vetture speciali BMW serie 3 e 5, Audi serie 6, Land Rover (Fonte: www. politicammentecorretto.come 24 agosto 2012).

E che dire della diaspora che hanno ordinato gli uomini dal Cuore Nero con gli ergastolani ostativi della sezione AS1 di Spoleto, fregandosene delle relazioni familiari e dello sviluppo del trattamento rieducativo che si era realizzato in quel carcere?

Molti di quegli ergastolani erano iscritti all’Istituto d’Arte e all’Università di Perugia ed alcuni sono stati deportati in Sardegna.

Diciamoci la verità, gli uomini dal Cuore nero del Dicastero della Giustizia hann creato un inferno nelle nostre patrie galere.

Ed in questo modo la pena non può assolvere alcuna funzione rieducativa o deterrente, può solo produrre malattia, dolore e morte.

PPer questo motivo gli ergastolani pensno  che i funzionari del Dipartimento Amministrativo Penitenziario siano uomini infelici perchè appunto hanno il cuore nero e spesso anche la coscienza sporca.

Carmelo Musumeci

http://www.carmelomusumeci.come

Padova ottobre 2012

Diario di Pasquale de Feo 22 ottobre – 21 novembre

 

Oggi è il momento del Diario mensile di Pasquale De Feo, uno degli appuntamenti capitali di questo Blog.  A tutti gli effetti un piccolo libro, ricco di riflessioni, considerazioni, denunce, stimoli. Una occasione per un confronto a viso aperto e per un viaggio nell’Uomo Pasquale, che è un viaggio sia nel carcere che oltre il carcere.

Ogni volta con queste pagine percorrete con lui la sua sete di indignazione, la sua ribellione morale, la sua voglia di giustizia, la sua passione per la conoscenza, la sua empatia verso realtà lontane anche anni luce dalla sua. Vi sembra un detenuto non ancora abbastanza maturo per cominciare a ricevere qualche beneficio? Dopo una trentina di anni passati in galera, potrà avere la possibilità di salutare l’anziano padre prima che muia, o dovrà morire senza poterlo salutare, come è accaduto con la madre?

Il diario di Pasquale De Feo sarebbe tutto da citare, per il valore di ogni stimolo o riflessione. In genere faccio un bel pò di citazioni pre-lettura. Stavoltà ne farò poche, perchè voglio dare molto spazio al passaggio su Giuseppe Uva, quasi certamente barbaramente assassinato dalle guardie in carcere.

Comunque, prima.. alcune citazioni.. “di servizio” diciamo.. volendo questo Blog dare il proprio contributo per il miglioramento del carcere di Catanzaro, e quale migliore contributo che segnalare le cose che non convincono o suscitano qualche perplessità?

Iniziamo con un frammento sulle cure dentistiche..

“Ho  telefonato a casa e mio padre mi ha informato che lunedì 14 novembre è venuto da Salerno il mio dentista di fiducia, e non l’hanno fatto entrare.  Lunedì sono stato tutta la giornata ad aspettarlo, alla fine ho pensato  che avrà avuto qualche altro impegno. Non l’hanno fatto entrare perché il gabinetto dentistico era occupato. A parte che c’era tutta la giornata, pertanto poteva entrare anche nel pomeriggio, ma siccome era la prima visita, non c’era neanche bisogno dello studio dentistico, perché doveva visitarmi e appurare quali interventi operare. Avendo fatto tanti km per venire qui, potevano avere almeno l’accortezza di farmi visitare. Non sono molto fortunato con i dentisti. Ho informato la Direttrice con uno scritto, e domani parlerò con l’ispettore della sezione; con la speranza di risolvere al più presto questa situazione , perché ho bisogno del dentista.  ” (16 novembre)

Una visita dentistica, come giustamente dice Pasquale, va a prescindere del gabinetto dentistico occupato, inoltre può essera fatta nel pomeriggio,e comunque era una visita di conoscenza, che non richiedeva l’utilizzo di particolari apparecchiature. Almeno a proprie spese, ci si potrà curare i denti?.

Poi passaggio sui ratti..

“Tutte le mattine trovo scarafaggi in cella, nel corridoio della sezione. La notte fanno le corse. Addirittura l’altro ieri un ratto ha dato un morso a Raffaele, gli ha piantato i denti in un dito. Siccome è un topo di fogna, è molto pericoloso. Stamane gli hanno tirato il sangue per verificare se è stato infettato da qualche malattia. Eppure non molto tempo fa è stata fatta una disinfestazione, credo che non sia bastata, ce ne vorrebbe un’altra, dovremmo chiederla.” (10 novembre)

Non deve essere molto bello sentirsi azzannare il dito da un ratto… :-).. urge nuova disinfestazione..

Poi, c’è un caso un pò più serio, per cui richiedo una particolare attenzione in chi legge..

“C’è un agente che quando monta di servizio la notte e passa per la conta notturna, trova sempre il modo come svegliarti. Glielo abbiamo detto che non è contemplato in nessun regolamento che deve svegliarci la notte quando fa la conta. La sua risposta è che fa il suo dovere, come se con il dovere si possa giustificare tutto. Quello che non comprendiamo è come i suoi superiori non se ne accorgano. Ricordo che quando ero detenuto nel carcere di Sulmona (AQ), tra il 1999 e il 2003, facemmo un’istanza al Ministero della giustizia –la firmammo tutti in sezione- per informarli che il Direttore aveva problemi psichiatrici. Allegammo anche una sua intervista, non ci ascoltarono, e dopo un paio d’anni si suicidò con la pistola d’ordinanza. I detenuti non chiedono che tranquillità, non hanno nessun interesse a creare tensioni di qualsiasi genere, per non alterare gli equilibri.. ” (8 novembre)

E’ normale che un agente che fa la conta notturna svegli, ogni santa notte (a quanto dice Pasquale), i detenuti? Ci sia un intervento risolutore in tal senso.

E adesso veniamo alle ultime due citazioni.. di tutt’altro livello rispetto a quelle di prima. Qui parliamo di realtà toste e di vicende drammatiche. La prima..

“Ho letto su un quotidiano la notizia che occupava una pagina intera, in cui erano contenuti fatti agghiaccianti. Purtroppo, come succede sempre, la stampa nazionale censura queste notizie, come anche i TG di tutte le reti. Nel carcere di Asti, c’era una squadretta  di agenti che torturava e picchiava  i detenuti, una sorta di Abu Ghraib in Iraq, dove gli americani facevano quello che volevano ai loro prigionieri. Li picchiavano sistematicamente, li tenevano nudi e senza mangiare, addirittura si facevano aiutare in queste pratiche da un detenuto. Quando succedono queste cose c’è sempre la complicità dell’area sanitaria e della Direzione, i primi che non stilano i verbali delle percosse, e i secondi che sanno, approvano, e coprono. ” (25 ottobre)

E concludo con questo testo, che è anche un modo per dedicare un pensiero a Giuseppe Uva, (quasi certamente) barbaramente massacrato dalle forze dell’ordine. Non piacciono passaggi del genere. Si dice che rendono cupo il Blog. Si vorrebbero solo i dipinti, il teatro, le poesie, le inziative, i progetti all’avanguardia. E queste cose da noi ci sono in abbondanza, sono anche maggioritari. Ma esiste anche la bestialità e il degrado, anche se può disturbare i nostri stomaci, e anche se può sembrare il “classico” piagnisteo dei detenuti. Parlare di un detenuto massacrato è un piagnisteo?

“Oggi i TG hanno dato la notizia che il Tribunale di Varese che stava celebrando il processo per la morte di Giuseppe Uva, in base a una perizia espletata da tre periti da loro nominati, hanno accolto la richiesta della difesa per la riesumazione della salma e le perizie sui suoi vestiti. La famiglia, molto contenta perché finalmente verrà a galla la verità occultata dal PM Agostino Abate della Procura di Varese, che per inquinare le indagini aveva inquisito per omicidio colposo il medico dell’ospedale che gli aveva dato un calmante, accusandolo che la dose di calmante lo aveva ucciso. I tre periti l’hanno escluso categoricamente. Giuseppe Uva, tre anni fa, venne fermato per schiamazzi e portato nella caserma dei Carabinieri di Varese, insieme ad un suo amico, Alberto Biggiogero. Nella caserma venne letteralmente torturato, massacrato di botte e, si presume, anche violentato sessualmente. Il suo amico, in una cella della caserma, sentiva le urla disumane di Uva e chiamò il 118, spiegandogli  che i carabinieri stavano massacrando  una persona in caserma e di mandare un’ambulanza. Il 118 chiamò la caserma e i carabinieri li rassicurarono che era tutto a posto e che era solo una persona ubriaca e un po’ agitata. Andarono avanti per un’altra ora e mezzo, alternandosi carabinieri e poliziotti; dichiarazione del suo amico e unico testimone. Quando si resero conto delle condizioni critiche di Uva, chiamarono il 118 e lo fecero ricoverare nel reparto psichiatrico, per farlo passare per pazzo, dove morì tre ore dopo. Nella camera dell’obitorio, il cadavere era senza slip e al suo posto aveva un pannolone, con indosso solo una maglietta bianca. I pantaloni erano sporchi  di sangue e sperma e gli slip scomparsi. I familiari chiesero il perché del sangue, i carabinieri risposero che erano macchie di pomodoro; confermato senza perizia del PM. I familiari gli scattarono le foto, dove si può constatare la bestialità delle torture a cui era stato sottoposto, addirittura si vedono segni con bruciature di sigarette. Tutto è talmente evidente nelle foto che persino Carlo Lucarelli, notorio pro PM e forze dell’ordine a prescindere da qualunque situazioni, in una sua trasmissione fece intendere come erano andate realmente le cose, e cioè che era stato ucciso, massacrato dalle botte, nella caserma dei carabinieri di Varese. Il Pm, Agostino Abate, per proteggere i carabinieri, ha tenuto sei mesi il fascicolo nel cassetto, non ha mai interrogato l’unico testimone, non ha fatto fare una perizia sul corpo e sugli indumenti, pur avendo una denuncia circostanziata dell’amico di Uva, ha coperto tutto con la complicità del dottor Marco Motta, perito nominato dal PM, che certificò “lievi escoriazioni”, mandando a giudizio il medico per avergli dato una dose di calmanti. Mi ha fatto molto piacere vedere in TV tante famiglie davanti al tribunale di Varese, quelle di Cucchi, Aldrovandi, ecc. Solo con l’unione delle famiglie vittime di violenza dello Stato, si può fermare questa deriva infame e silenziosa coperta dall’omertà e dalla complicità delle istituzioni. L’avvocato Fabio Anselmo, ha dichiarato al TGH di non essere stato mai trattato in questo modo da un PM. La paura della verità fa perdere il controllo, e fa diventare minaccioso  anche un  PM, che per legge dovrebbe scoprirla. L’unico testimone, Alberto Biggiogero, dichiarò in TV, che Giuseppe Uva aveva una relazione con la moglie di un carabiniere, e l’avevano minacciato che alla prima occasione gliela avrebbero fatta pagare, e così fecero. “

Vi lascio al diario di Pasquale De Feo.. detenuto a Catanzaro.. mese di novembre.

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Ieri ho conosciuto la Professoressa di italiano della scuola del Geometra, segue il Blog ed ha letto ciò che scrivo e voleva conoscermi. Ne sono contento, perché più persone leggono ciò che scriviamo e più avremo modo di fare conoscere le nostre problematiche. Mi ha dato uno scritto di una storia letta da qualche parte..

 

“Due uomini,entrambi molto malati,occupavano la stessa stanza d’ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un’ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza.
L’altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L’uomo nell’altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto, le anatre e i cigni giocavano nell’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche gioccatolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l’altro uomo non potesse vedere la banda,poteva sentirla. Con gli occhi della sua mente così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane.
Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finesra,morto pacificamente nel sonno.
L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato,l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente,l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno.
Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto. Essa si affacciava su un muro bianco.
L’uomo chiese all’infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra. L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro.”Forse voleva farle coraggio” disse.

Vi è una straordinaria felicità nel rendere felici gli altri,anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.”

 

Condivido la morale, ma aggiungo, avendolo appurato di persona, che gli occhi della mente vedono molto più lontano della nostra vista, dove non potrebbe mai arrivare. La nostra mente è un prodigio della natura.  22/10/2011

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Tutte le reti televisive hanno mostrato il video della cattura di Gheddafi con uno dei suoi figli. Erano vivi e li hanno seviziati e poi uccisi, addirittura su youtube ci sarebbe un video in cui, prima di sparargli allo stomaco e poi alla testa, lo hanno violentato sessualmente. Come inizio della nuova Libia, lascia molto a desiderare, anche dai ritrovamenti di fosse comuni, uomini legati e finiti con un colpo alla testa. Avevo scritto qualche tempo fa che vedevo troppe barbe tra i ribelli, non mi sbagliavo. Il capo del C.N.T., Mustafà-Abdel-Jalil, che ha affiancato Gheddafi per 42 anni nella dittatura, ha dichiarato che la legge islamica, la “Sharia”, sarà la base del nuovo ordinamento libico, e ha spiegato che decadono tutte le leggi in contrasto con la Sharia, la legge sul divorzio, sul matrimonio, e sarà permessa la poligamia. Se il buon giorno si vede dal mattino, prevedo un futuro buio per i libici. Dove la religione si fa legge, inizia una tirannia teocratica e l’oppressione più feroce e brutale. Spero di sbagliarmi, ma ricordo gli stessi festeggiamenti in Iran quando fu cacciato lo Scià, e osannavano Khomeini, anche allora furono i primi proclami, l’introduzione della Sharia, oggi sappiamo come è andata  a finire.  23/10/2011

 

Ho finito di leggere Ristretti Orizzonti, il giornalino scritto dai detenuti del Carcere di Padova. Tra le tante cose scritte, un articolo mi ha colpito molo. L’ha scritto la giornalista Daniela De Robert della redazione esteri del TG2, che è anche volontaria nel carcere di Rebibbia. Ciò che pensavo succedesse nell’informazione, lei l’ha chiarito con dovizia di particolari. La cronaca nera è usata politicamente dall’informazione per infondere paura e insicurezza, ma principalmente per nascondere i problemi del Paese, in primis quelli economici. Il capostipite di questo modo strumentale e infame di usare l’informazione è stato l’ex direttore del TG2, Clemente Mimum. La giornalista scrive: “tutto iniziò nel 1994, impostò la campagna elettorale sull’uso della cronaca per creare paura, insicurezza, individuare un nemico, e così ricompattare”. Le parole create ad arte per etichettare il “nemico mostro”; dal mafiatizzare ogni cosa, pi ratizzare ogni incidente, disumanizzare gli stranieri, i clandestini, rom, ecc.; creando emergenze per ogni cosa, dai cani abbandonati, agli sbarchi, ai rapinatori, ai detenuti, ecc. Cita una frase di Primo Levi, che riporto perché è molto significativa “quante sono le meni umane capaci di resistere  alla lenta, feroce, incessante, impercettibile, forza di penetrazione dei luoghi comuni?”. La giornalista continua, “gli stereotipi sono facilissimi da creare, e difficilissimi da distruggere”. Come quello che in carcere non ci va nessuno, ma nessuno si chiede come mai le carceri sono sovraffollate? Il carcere non è più un luogo, ma è stato fatto diventare un simbolo e viene usato come una bandiera, “la vittoria del bene sul male”. Pertanto è diventato il luogo del male. Gli stereotipi creano la realtà che raccontano, e non te ne liberi più. L’informazione è usata per disinformare e creare realtà artificiose, per riempire di odio la mente delle persone, per uso politico.  24/10/2011

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Ho letto su un quotidiano la notizia che occupava una pagina intera, in cui erano contenuti fatti agghiaccianti. Purtroppo, come succede sempre, la stampa nazionale censura queste notizie, come anche i TG di tutte le reti. Nel carcere di Asti, c’era una squadretta  di agenti che torturava e picchiava  i detenuti, una sorta di Abu Ghraib in Iraq, dove gli americani facevano quello che volevano ai loro prigionieri. Li picchiavano sistematicamente, li tenevano nudi e senza mangiare, addirittura si facevano aiutare in queste pratiche da un detenuto. Quando succedono queste cose c’è sempre la complicità dell’area sanitaria e della Direzione, i primi che non stilano i verbali delle percosse, e i secondi che sanno, approvano, e coprono. Tutto ciò è venuto a galla per la denuncia di due detenuti, ma anche perché è saltato il tappo di omertà del corpo di polizia penitenziaria. In un paese normale, il Ministro della Giustizia si sarebbe costituito parte civile. Invece con il suo silenzio copre e protegge questo stato di cose. Situazioni come Asti sono molto diffuse, più di quanto si possa immaginare. Ma l’omertà istituzionale e lo spirito di corpo, riescono a stendere un velo di censura. Un’altra domanda sorge spontanea, dove sono i sindacati di polizia penitenziaria? Questi fatti sono il motivo per cui tutti i corpi di polizia non vogliono il reato di tortura nel codice penale, e non vogliono un garante dei diritti dei detenuti con pieni poteri nelle carceri e nelle caserme di polizia. Il giorno che avverrà, finiranno le impunità e questi atti criminali e vergognosi.  –  25/10/2011

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Sto avendo troppi complimenti per il premio letterario, per il monologo, e spesso anche per il diario. Va a finire che mi convinco che so scrivere bene. Quando leggo libri, riviste, articoli e scritti vari, mi imbatto in piccoli capolavori; per come vengono assemblate le parole e per la formazione dei concetti, rimango estasiato e penso se un giorno riuscirò  a scrivere così bene. Credo che tutto dipenda dalla cultura, ma molto anche dalla pratica. Come ogni cosa tutto si impara, ed io cerco di diventare un bravo artigiano della penna. Non so se ci riuscirò, ma non caparbio e ci metterò tutto il mio impegno. Ci riuscirò? Non lo so, ma di sicuro darò fondo alla mia volontà per migliorarmi sempre.  –  26/10/2011

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Ho finito di leggere Wired, una rivista a cui sono abbonato. Nel leggere un articolo, l’ho collegato subito a una notizia di qualche tempo fa, e nello stesso tempo mi ha riportato alla mia situazione. Tre ricercatori svedesi hanno fondato un’azienda e hanno improntato la ricerca sull’uso degli occhi per il funzionamento del computer. Ci sono riusciti, e a breve, tutti i computer avranno questo dispositivo, con la fine dei mouse e dell’uso delle mani. Bastano gli occhi. Tempo fa, due ragazzi di Palermo, fratelli e sorelle, entrambi laureati, per cercare di aiutare il padre rimasto paralizzato, e che aveva perso l’uso della parola per una malattia, si misero a studiare e riuscirono a creare un casco che traduceva le onde cerebrali dei bisogni del padre sullo schermo del computer. Dopo la notizia mediatica, avevano avuto  anche un finanziamento per continuare le ricerche e perfezionare la scoperta. Da qui a qualche tempo i computer saranno usati con gli occhi e le onde cerebrali, ma già ora con l’IPAD, siamo nel futuro del terzo millennio, ed è solo l’inizio. Ho collegato queste cose con la mia situazione. Scrivo ancora con la penna, e non mi permettono il computer. Il mondo corre, e a noi detenuti ci tengono fermi al medioevo. Un giorno quando usciremo, la nostra ignoranza verso ciò che muove la società sarà totale. Perché non ci danno i computer  e la stampante? E’ un mistero che non  riesco a capire.  27/10/2011

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Tempo fa lessi una replica al mio diario, dove Pamela commentava che non le tornavano i conti sulla mia carcerazione. Le scrissi una lettera per chiarirla la mia posizione. Ho avuto la sensazione che anche Alfredo avesse delle difficoltà, e che 32 gli sembrassero esagerati. Oggi mi è venuto in mente questo episodio e ho fatto i conti, per essere sicuro di non essermi sbagliato. Ad oggi, 28 ottobre, sono 32 anni, 1 mese e 16 giorni. Ho scontato 2 anni e 16 giorni nelle carceri minorili, e 30 anni e 1 mese nelle carceri dei maggiori. Ho tutte le date in testa, non le posso dimenticare. Ora stilo un elenco iniziando con le carcerazioni dei minori in ordine progressivo. Dal 15 agosto 1975 al 9 ottobre 1975; dall’1 settembre 1976 all’1 settembre 1976; dal 26 ottobre 1976 al 30 maggio 1977; dal 26 agosto 1977 al 4 aprile 1978; dal 17 maggio 1978 al 19 gennaio 1979, fu la mia ultima carcerazione nelle carceri dei minori. La prima carcerazione nelle carceri dei maggiori iniziò a Spoleto, mentre facevo il militare; dall’8 marzo 1980 all’8 maggio 1981; dall’11 luglio 1981 al 22 gennaio 1983; dal 20 agosto 1983 fino ad oggi. Mancano solo 10 mesi nel 1988 trascorsi in latitanza, dal 16 gennaio 1988 al 3 novembre 1988. Una vita di carcere è una vita non vissuta.  –  28/10/2011

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Oggi i TG hanno dato la notizia che il Tribunale di Varese che stava celebrando il processo per la morte di Giuseppe Uva, in base a una perizia espletata da tre periti da loro nominati, hanno accolto la richiesta della difesa per la riesumazione della salma e le perizie sui suoi vestiti. La famiglia, molto contenta perché finalmente verrà a galla la verità occultata dal PM Agostino Abate della Procura di Varese, che per inquinare le indagini aveva inquisito per omicidio colposo il medico dell’ospedale che gli aveva dato un calmante, accusandolo che la dose di calmante lo aveva ucciso. I tre periti l’hanno escluso categoricamente. Giuseppe Uva, tre anni fa, venne fermato per schiamazzi e portato nella caserma dei Carabinieri di Varese, insieme ad un suo amico, Alberto Biggiogero. Nella caserma venne letteralmente torturato, massacrato di botte e, si presume, anche violentato sessualmente. Il suo amico, in una cella della caserma, sentiva le urla disumane di Uva e chiamò il 118, spiegandogli  che i carabinieri stavano massacrando  una persona in caserma e di mandare un’ambulanza. Il 118 chiamò la caserma e i carabinieri li rassicurarono che era tutto a posto e che era solo una persona ubriaca e un po’ agitata. Andarono avanti per un’altra ora e mezzo, alternandosi carabinieri e poliziotti; dichiarazione del suo amico e unico testimone. Quando si resero conto delle condizioni critiche di Uva, chiamarono il 118 e lo fecero ricoverare nel reparto psichiatrico, per farlo passare per pazzo, dove morì tre ore dopo. Nella camera dell’obitorio, il cadavere era senza slip e al suo posto aveva un pannolone, con indosso solo una maglietta bianca. I pantaloni erano sporchi  di sangue e sperma e gli slip scomparsi. I familiari chiesero il perché del sangue, i carabinieri risposero che erano macchie di pomodoro; confermato senza perizia del PM. I familiari gli scattarono le foto, dove si può constatare la bestialità delle torture a cui era stato sottoposto, addirittura si vedono segni con bruciature di sigarette. Tutto è talmente evidente nelle foto che persino Carlo Lucarelli, notorio pro PM e forze dell’ordine a prescindere da qualunque situazioni, in una sua trasmissione fece intendere come erano andate realmente le cose, e cioè che era stato ucciso, massacrato dalle botte, nella caserma dei carabinieri di Varese. Il Pm, Agostino Abate, per proteggere i carabinieri, ha tenuto sei mesi il fascicolo nel cassetto, non ha mai interrogato l’unico testimone, non ha fatto fare una perizia sul corpo e sugli indumenti, pur avendo una denuncia circostanziata dell’amico di Uva, ha coperto tutto con la complicità del dottor Marco Motta, perito nominato dal PM, che certificò “lievi escoriazioni”, mandando a giudizio il medico per avergli dato una dose di calmanti. Mi ha fatto molto piacere vedere in TV tante famiglie davanti al tribunale di Varese, quelle di Cucchi, Aldrovandi, ecc. Solo con l’unione delle famiglie vittime di violenza dello Stato, si può fermare questa deriva infame e silenziosa coperta dall’omertà e dalla complicità delle istituzioni. L’avvocato Fabio Anselmo, ha dichiarato al TGH di non essere stato mai trattato in questo modo da un PM. La paura della verità fa perdere il controllo, e fa diventare minaccioso  anche un  PM, che per legge dovrebbe scoprirla. L’unico testimone, Alberto Biggiogero, dichiarò in TV, che Giuseppe Uva aveva una relazione con la moglie di un carabiniere, e l’avevano minacciato che alla prima occasione gliela avrebbero fatta pagare, e così fecero. Ora è uscito tutto a galla, e non credo che il PM, con il potere della Procura, possa di nuovo occultare la verità. Ma ciò che è più grave, è che, con tutti i reati commessi, il PM Agostino Abate non pagherà niente. L’immunità gli è garantita dalla corporazione dei magistrati e dalla complicità delle procure che si sentono al di sopra della legge e fuori  dall’alveo costituzionale dei comuni mortali. Finalmente l’Unione delle Camere penali al congresso di Rimini ha detto a chiare lettere che le Procure delegittimano, criminalizzano e violano i diritti della difesa, e sono pronti a scendere in sciopero. La Costituzione sancisce che la difesa è un diritto sacro e inviolabile.  –  29/10/2011

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Ho finito di leggere un libro di poesie di Joseph Roth, uno scrittore e giornalista morto nel 1939. Le sue poesie rispecchiano il suo tempo, come i suoi scritti, ironici e sarcastici sulle istituzioni tedesche, che scatenarono la 1° guerra mondiale e prepararono l’avvento del nazismo. Quando leggo qualcosa, vorrei sempre approfondire la mia conoscenza del personaggio o dei fati che raccontano, purtroppo non mi è possibile. Con il computer tutto ciò sarebbe superato, perché con l’enciclopedia multimediale si riesce a trovare qualunque notizia. Quando avevo il mio computer in cella, sembravo un bambino a cui danno le caramelle. Ogni curiosità era soddisfatta e ogni conoscenza acquisita. Ero felice come una Pasqua.  –  30/10/2011

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Anche se non sono appassionato di motociclismo, mi sono commosso per la morte di Marco Simoncelli. I genitori hanno avuto un comportamento divino. La Madre aveva un sorriso che rispecchiava tutto l’amore che nutriva per il figlio. Il padre ha mostrato una dignità nel suo dolore, suscitando l’ammirazione generale. Le migliaia di persone che sono affluite al suo funerale dimostrano che era un ragazzo meraviglioso, come hanno detto i genitori e la sua ragazza. Nella vita, quando si seminano buoni sentimenti, non si può che raccogliere amore.  –  31/10/2011

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Ho letto un articolo in cui riportava la notizia che Google ha lanciato 100 canali su youtube, per sfidare la televisione tradizionale. Ho pensato che una rivoluzione del genere ci vorrebbe anche in Italia, così si spezzerebbe questo opprimente monopolio Rai-Mediaset, che poi è la stessa cosa, essendo che, a parte Rai Tre, gli altri canali della piattaforma Rai-Mediaset li controlla Berlusconi. Rimane La 7, che è stata relegata in un angolo, e se alza la testa gliela schiacciano subito. Con un centinaio di canali liberi, finisce il regime di Berlusconi, altrettanto quello della sinistra, perché entrambi usano gli stessi metodi. Creare un nemico e attaccarlo, riempiendolo di fango, in più la sinistra è aiutata dallo strapotere delle procure. Purtroppo l’Italia è imbalsamata da un potere che controlla ogni cosa: “politica-Chiesa-sindacati-banche-finanza”; il penta potere onnipotente, che opprime e ferma ogni progresso. Come suo guardiano la magistratura, pertanto diventano anche inattaccabili. Con il loro potere capillare riescono a controllare e ad incanalare tutte le proteste. Credo che l’unica soluzione sarebbe una rivoluzione alla francese. Cambiare totalmente il sistema politico-economico, e fare rientrare la Chiesa nel suo alveo spirituale e tagliare il suo potere temporale.  1/11/2011

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Ho finito di leggere l’opuscolo di Olga, che mi arriva tutti i mesi. Le lettere dalle carceri descrivono situazioni illecite e incivili. In alcuni casi sono torture. Facendo mente locale, non ho mai letto lettere dal carcere di Bollate, Spoleto, Padova e qualche altro carcere. Il motivo è semplice, c’è il rispetto dei diritti, almeno un quadro generale. Stamane in TV a Rai Tre hanno fatto un dibattito  sulle carceri. C’era anche la sorella di Cucchi, il detenuto ucciso a Regina Coeli a Roma. Un esponente del Ministero ha fatto delle affermazioni che offendono la sensibilità e l’intelligenza delle persone; ha detto che va tutto bene nelle carceri, e che i circa 2000 detenuti nelle carceri, negli ultimi dieci anni, sono tutti morti di morte naturale. La sorella di Cucchi gliene ha dette quattro e lo ha messo a posto dicendogli in faccia la realtà e smentendo le bugie che ha detto. Il problema maggiore è che i funzionari del Ministero sono complici, perché conoscono la realtà delle cose, ma coprono, proteggono e tacciano. Fino a quando non ci sarà trasparenza nelle carceri e le procure non interverranno, continueranno le morti e gli abusi.  –  2/11/2011

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Le parole a volte possono essere come macigni e mortificare come frustate. Nelle carceri, le faccende domestiche  della sezione sono affidate come lavoro ai detenuti; la spesa al sopravitto, il vitto dell’amministrazione da distribuire  e lavora la sezione; una volta c’era anche lo scrivano adibito a scrivere istanze e domandine per i detenuti che non ne erano capaci. La paga è da schiavi, anche se i regolamenti del codice penitenziario sanciscono che i detenuti non possono essere pagati meno di un terzo del contratto nazionale del lavoro. Lo stipendio (mercede in carcere), al netto non supera i 200 euro, con tutto il fondo vincolato che decurta il 20% della paga lorda. Quello che mi ha meravigliato, è che, dopo 50 anni, i lavoranti di sezione sono ancora classificati con la dicitura “scopini”. I lavoranti di sezione sono quelli che lavano la sezione. Nelle carceri, circa 50 anni fa, gli agenti erano chiamati secondini, e i lavoranti di sezione scopini. Dopo mezzo secolo, il nome degli agenti è cambiato varie volte, viceversa quello del lavorante di sezione è rimasto lo stesso, anche sulle buste paga. Spesso è usato da qualche agente per umiliare il detenuto che ha questa mansione di lavoro.  –  3/11/2011

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Certe notizie che dovrebbero passare su tutti i TG e sugli organi di stampa, vengono censurate e trovano solo un piccolo spazio all’interno di qualche quotidiano. L’Irlanda, dopo lo scontro con il Vaticano, per l’accusa di avere coperto gli abusi di pedofilia, ha chiuso l’ambasciata in Vaticano. L’Irlanda dopo avere accusato i vertici della Chiesa che il loro Paese non è Roma, dove fanno quello che vogliono, è passato alle vie di fatto. Questi episodi , come la denuncia alla Corte Internazionale per crimini contro l’umanità per i reati di pedofilia negli U.S.A., faranno prendere i provvedimenti necessari al Papa, per curare questa terribile malattia criminale all’interno della Chiesa.  –  4/11/2011

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In Germania il partito di Internet, alle prossime elezioni, è dato dai sondaggi al 10%. Nei Paesi scandinavi va molto forte e in altri Paesi europei si sta organizzando. In Italia purtroppo non succede niente, neanche se censurano la rete, cosa che hanno già fatto in passato. Il futuro è l’informatica e la rete, la nostra classe politica non lo comprende.  L’analfabetismo digitale è uguale a quello del nostro dopoguerra, quando la maggioranza  degli italiani non conosceva l’italiano. Siccome all’epoca i nostri politici erano statisti e guardavano al futuro del Paese, organizzarono una campagna per alfabetizzare il Paese, usarono anche la Rai, con il professore Cutolo, che tutti i giorni nel suo programma insegnava l’italiano. L’informatica è la grammatica del futuro, la rete è il veicolo per ogni cosa. Chi non la conosce, rimarrà escluso dalla società del terzo millennio. In Italia il 50% dei cittadini non ha il computer e non usa la rete. Siamo un fanalino di coda nei paesi occidentali. Nelle carceri italiane la percentuale è del 99%, la tendenza delle Direzioni è di tenerci esclusi da questa alfabetizzazione; l’ignoranza ci ha portati in carcere ci costringono a rimanerci anche come analfabeti digitali. Dovrebbe essere il Ministero a pressare sulle Direzioni, affinché anche in carcere ci sia una campagna del genere, di alfabetizzazione digitale, invece copre e protegge le Direzioni che non consentono i computer e le stampanti, e la nuova tecnologia MP3, IPAD, E-BOOK. Dovrebbero essere loro a incentivarci, invece fanno di tutto  per tenerci nell’ignoranza tecnologica più totale, tutto ciò è criminogeno.  –  5/11/2011

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L’inondazione di Genova è stata una catastrofe, ma i morti si potevano evitare. L’unico colpevole è il sindaco Marta Vincenzi del centrosinistra. Le sue scuse sono allucinanti; ma, come al solito, non hanno la decenza di staccarsi dalla poltrona, neanche davanti ai morti. Ha dato l’allerta due senza chiudere le scuole e senza informare bene la popolazione. Tutti i morti andavano a prendere i bambini a scuola. La gente non sapeva cosa era l’allerta due, e come si doveva comportare. Oggi lo sanno, ma a che prezzo, la morte di bambini. Io immagino cosa sia l’allerta due; ma se dovessi spiegarlo non lo saprei fare. Credo che dovrebbero spiegarlo a scuola, in modo che i bambini imparino di cosa si tratta. Ricordo che quando ci fu lo Tsunami in Asia nel 2006, con mezzo milione di morti, un bambino inglese salvò centinaia di persone su una spiaggia thailandese, perché a scuola gli avevano insegnato che quando il mare si ritira, arriva lo Tsunami. In Giappone, in tutte le scuole viene insegnato come comportarsi con i terremoti e gli tsunami. Siccome ogni anno succedono episodi di alluvioni, ed essendo un paese sismico, nelle scuole italiane dovrebbero insegnare come comportarsi.  –  6/11/2011

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In Gran Bretagna hanno elaborato una legge per velocizzare il divorzio tramite la rete, con risparmio sui costi e sui tempi, non dovendo pagare gli avvocati e i balzelli burocratici. Anche lo stato risparmia perché a volte sono lunghe e dispendiose le cause per divorziare. Anche in altri Paesi ci sono formule simili, come in Svezia, Canada e in alcuni stati americani. Quando succederà in Italia una cosa simile? La vedo nera, perché il Vaticano metterebbe in campo tutta la sua armata di giannizzeri, che non farebbero prigionieri. I politici dovrebbero cercare di eliminare tutti i balzelli  che aggravano le finanze delle famiglie, in modo da semplificare la loro vita.  –  7/11/2011

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C’è un agente che quando monta di servizio la notte e passa per la conta notturna, trova sempre il modo come svegliarti. Glielo abbiamo detto che non è contemplato in nessun regolamento che deve svegliarci la notte quando fa la conta. La sua risposta è che fa il suo dovere, come se con il dovere si possa giustificare tutto. Quello che non comprendiamo è come i suoi superiori non se ne accorgano. Ricordo che quando ero detenuto nel carcere di Sulmona (AQ), tra il 1999 e il 2003, facemmo un’istanza al Ministero della giustizia –la firmammo tutti in sezione- per informarli che il Direttore aveva problemi psichiatrici. Allegammo anche una sua intervista, non ci ascoltarono, e dopo un paio d’anni si suicidò con la pistola d’ordinanza. I detenuti non chiedono che tranquillità, non hanno nessun interesse a creare tensioni di qualsiasi genere, per non alterare gli equilibri.. “è stato sempre così”.  –  8/11/2011

 

Questa politica pensa solo ai propri interessi; non ha a cuore né il Paese né il benessere dei cittadini. Ormai c’è un conflitto permanente, esclusivamente per il potere. Berlusconi che deve difendere i suoi interessi, e l’opposizione che ha paura di perdere le sue rendite di potere. La maggioranza delle TV è asservita a Berlusconi, e la carta stampata è per l’opposizione, ed è un continuo rullio di tamburi di guerra. I cittadini sono  bombardati da proclami, notizie tendenziose e attacchi tra governo e opposizione. I giornalisti e i conduttori  dei dibattiti in TV caricano ad ogni occasione, creando anche situazioni per farlo. L’informazione è strumentalizzata e manipolata, ed è lontana dalla verità. I cittadini sono calpestati senza nessun rispetto, e usati per i propri fini politici da questi figuri sinistri. Ci vorrebbe una ribellione del popolo, senza bandiere di partiti, per abbattere tutti questi privilegi e mandare a lavorare tutti questi parassiti e succhiatori di sangue.  –  9/11/2011

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Tutte le mattine trovo scarafaggi in cella, nel corridoio della sezione. La notte fanno le corse. Addirittura l’altro ieri un ratto ha dato un morso a Raffaele, gli ha piantato i denti in un dito. Siccome è un topo di fogna, è molto pericoloso. Stamane gli hanno tirato il sangue per verificare se è stato infettato da qualche malattia. Eppure non molto tempo fa è stata fatta una disinfestazione, credo che non sia bastata, ce ne vorrebbe un’altra, dovremmo chiederla. Nei prossimi giorni inizieremo ad imbiancare la sezione. Lo faremo noi come volontari; ciò contribuirà a dare una ventata di freschezza che non piacerà agli scarafaggi, e credo neanche ai topi. E’ una notizia falsa che siamo da soli, abbiamo tanta “compagnia”.  –  10/11/2011

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Equitalia ormai la si può paragonare ai gabellieri delle baronie feudali. Per adesso non hanno il potere di mandare la gente in galera, ma li stanno spolpando vivi. Bene ha fatto Maurizio Zamparini che tuona contro Equitalia tutti i lunedì da una TV romana, finanziando anche dei numeri verdi. Oggi basta un accertamento per sequestrarti un bene, neanche vigesse una dittatura assoluta. Dice la verità Zamparini quando afferma che queste sono estorsioni, e Tremonti ne è il mandante insieme a Berlusconi, che etichetta come finto liberale. Berlusconi può essere tutto tranne che liberale. E’ stato bravo, e da lupo si è travestito da agnello, l’ha data a bere per 17 anni a tutti gli italiani. Berlusconi è figlio della prima repubblica, ed è stato da stupidi credere che fosse diverso.  –  11/11/2011

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Ho finito di leggere Wired, ho trovato un articolo che mi ha molto meravigliato, anche perché non ne avevo letto in nessun quotidiano, né sentito in nessun TG, una notizia che per sua natura ha del clamoroso. In Islanda, dopo lo tsunami finanziario, e il referendum sul debito, dove il 93% della popolazione ha detto no al pagamento dei debiti delle banche da parte dei cittadini, hanno redatto la nuova Carta costituzionale tramite la rete, con il supporto di tutti gli islandesi. Qualcosa di unico nella storia moderna degli Stati. Nessuna Costituzione è stata mai redatta con  l’aiuto del popolo, nel proporre idee e consigli. In questo modo è condivisa al 100% con tutti i cittadini. Tutti gli Stati del mondo dovrebbero fare così, ci sarebbero delle vere democrazie.  –  12/11/2011

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Alfredo mi ha mandato una pagina tratta dal libro Shantaram, seguita da un suo commento. Allego entrambi, perché meritano di essere lette. Lo scrittore afferma che il mondo è governato da pochi in confronto a 7 miliardi di persone.

 

 

Tratto da

Shantaram

di Gregory David Robert

 

 

“Il mondo è governato da un milione di malvagi, dieci milioni di stupidi e cento milioni di vigliacchi!”, disse Abdul Ghani con il suo più forbito accento oxfordiano, leccando il dolce al miele che stringeva fra le dita grassocce.

“Il vero potere è dei malvagi -ricchi, politicanti, fanatici religiosi- e le loro decisioni determinano il destino del mondo, che è segnato da avidità e distruzione”.

Si fermò per guardare la fontana che mormorava nel giardino battuto dalla pioggia, come se fosse la pietra umida e scintillante a dargli l’ispirazione. Allungò una mano, prese un altro dolce al miele e se lo ficcò in bocca tutto intero. Mi rivolse un sorrisetto di scusa come per dire: “So che non dovrei, ma è più forte di me”.

“I veri malvagi non sono più di un milione in tutto il mondo. Quelli veramente ricchi e potenti, quelli che prendono le decisioni che contano… un milione al massimo. I dieci milioni di stupidi sono i soldati e i poliziotti che fanno rispettare le decisioni dei malvagi. Eserciti e polizia di una dozzina di nazioni importanti, più quelli di una ventina di altri paesi: in totale dieci milioni di uomini in grado di esercitare un potere effettivo. Spesso sono coraggiosi, non lo nego, ma anche stupidi, perchè sacrificano la vita per governi che li considerano soltanto pedine su una scacchiera. Prima o poi vengono traditi o abbandonati. Le nazioni dimenticano in fretta i loro eroi di guerra”.

(..)

“Poi ci sono i  cento milioni di vigliacchi”, proseguì Abdul Ghani stringendo il manico della tazza di tè fra le dita grassocce, “vale a dire i burocrati, pennaioli e imbrattacarte che fanno finta di niente e permettono ai malvagi di governare. Il capo del dipartimento, il segretario del comitato, il presidente dell’associazione. Dirigenti, funzionari, sindaci, magistrati. Quella gente si difende sempre dicendo che si limita ad eseguire gli ordini: “Faccio solo il mio mestiere, niente di personale, se non lo facessi io di sicuro toccherebbe ad un altro”.. Cento milioni di vigliacchi che sanno la verità ma tengono la bocca chiusa , mentre firmano documenti  che portano un uomo davanti al plotone d’esecuzione, o condannato un milione di persone a una lenta morte per fame”

(..)

“Ecco tutto”, concluse. “Il mondo è governato da un milione di malvagi, dieci milioni di stupidi e cento milioni di vigliacchi. Gli altri – sei miliardi di persone, inclusi i due qui presenti – fanno più o meno ciò che viene detto loro” 

(…)

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(commento di Alfredo)

Non è importante prendere un testo come questo alla lettera.

O fare una sciocca analisi dei numeri.

Ma afferrarne il senso. La metafora soggiacente. Il cuore della parabola.

E quel senso è reale.

Il potere reale in questo mondo appartiene a una ristretta minoranza.

In parte visibile “banchieri, vertici di istituzioni internazionali, capi di multinazionali, governanti delle mega potenze”, e in parte “non visibili”, perché noi non vediamo tutti quelli che esercitano il potere. Alcuni di essi operano attraverso altri “livelli”, agendo con canali sotterranei, e strutture occulte di controllo e manipolazione, piccoli gruppi in stile massonico, ma molto più potenti di tanti gruppi visibili.

Ma la questione non cambia.

Chi gestisce veramente il potere nel mondo è una piccola minoranza.

Essa regge perché ha strutturato intorno a se un sé una sorta di sistema piramidale. La complicità degli altri livelli permette al potere di perpetuarsi per come esso è.

Soprattutto due territori di complicità.

Adesso sto ulteriormente semplificando il testo che leggerete.

Due territori di complicità dicevo.

I- Il territorio degli esecutori, e dei costruttori di consenso.. tutti coloro che o eseguono direttamente gli ordini, o costruiscono coi  media, la comunicazione, l’istruzione e la cultura l’atmosfera di consenso che legittima il potere, in un certo senso.. questo è il territorio di coloro che impiegano la propria intelligenza e sapere al servizio delle minoranze che gestiscono il potere. In sostanza, si prostituiscono.

II- Il territorio di tutti coloro che semplicemente accettano che le cose vadano come vanno, tutti coloro che lasciano accadere, che vivono in un strato di indifferenza, che accettano come un destino scritto lo spirito gregario che è stato  loro costruito addosso.

Le eccezioni non si contano. Ma adesso si parla di simboli di massima.

E allora…

Alla radice cubica di tutte questo strimpellare di parole c’è solo questo…

Il potere dei malvagi, delle elitè corrotte, dei circoli dei satrapi dei faraoni inamidati,

Il potere di tutte le consorterie e le cricche d’alto bordo..

Quel potere è bel poca cosa, in realtà,

Non è reale,

Potrebbe essere spazzato via domani.

Non sono i malvagi potenti la vera ossatura della piramide,

ma la grande massa di coloro che non si oppongono, e non facendolo consento al male di dilagare.

Senza questo territorio enorme di complicità e resa, quella ristretta minoranza conterebbe quanto il due di picche.

L’abdicazione di ogni singolo essere umano al proprio ruolo “verticale” , è il nutrimento di ogni sistema parassitario.

Uomini stanchi camminano sentendosi piccole pedine impotenti.

Troppi diamanti riposano sotto tonnellate di polvere.

Ogni singolo piccolo uomo è un essere sovrano, nato per una vita “in verticale”.

Non per stare “a pecorina”.

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Concordo pienamente sia sullo scritto, che sul commento. Ma vorrei  aggiungere una mia considerazione. Tempo fa guardai una trasmissione  di economia, in cui si affermava che nel mondo ci sono 1300 aziende che hanno il potere decisionale del mercato  e dei cambiamenti. Credo che il vero potere sia composto da meno di un milione di persone, che hanno il potere di decidere. Questo sistema è così radicato che ci vorrebbe una vera rivoluzione, come quella francese, che cancellò il vecchio sistema; però con metodi meno cruenti della Rivoluzione francese. Si dovrebbe riscrivere un nuovo sistema con l’aiuto della popolazione, con un potere orizzontale di ampia distribuzione, per evitare accentramenti. In Italia bisognerebbe ribaltare tutto e abbattere il penta-potere “politica-banche-finanza-sindacati-Chiesa”, e riformare dalle fondamenta i loro cani da guardia, i mass media e la magistratura, che li osannano e li difendono.  –  13/11/2011

 

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Ho finito di leggere un libro di Loic Wacquant dal titolo “Simbiosi mortale- neoliberismo e politica penale”. Il contesto è improntato sulla politica penale degli Stati Uniti nei confronti degli afroamericani, che, anche se sono il 7% della popolazione, nelle carceri sono la maggioranza con il 55%. Per tenerli sotto controllo e spegnere le rivolte dei ghetti, hanno alimentato l’ipercarcerazione trasferendo i ghetti nelle carceri. All’esterno il degrado dei ghetti è assoluto, alimentato anche da persone che in Europa riteniamo illuminate, come l’ex Presidente Bill Clinton e Al Gore, il profeta dell’ambiente, che hanno contribuito a fare tagliare l’assistenza sociale nei ghetti alle famiglie che avevano un detenuto in famiglia. Mentre leggevo ho cambiato luoghi e persone, proiettandoli in Italia: i ghetti con tanti luoghi del Sud Italia, e gli afroamericani con i meridionali. Con modalità diverse, ma i metodi sono sempre gli stessi: la creazione di un brodo di cultura, la gestione penale dei disagi sociali, la carcerazione come controllo del corpo sociale, e la repressione per evitare proteste incontrollabili. Quello che mi ha fatto riflettere, anche se non ci facciamo caso, è il razzismo strisciante. Se sarei un milanese verrei guardato diversamente da un catanese da parte dei magistrati. Potrei fare tanti altri esempi. Anche in America ci sono stati tanti Cesare Lombroso, che hanno creato la situazione descritta nel libro; gli afroamericani sono di indole criminale; non diceva la stessa cosa Lombroso di noi meridionali? La similitudine è che da entrambe le parti ritengono che “una volta criminale, criminale per sempre”. Ritengo che criminale sia pensare ad una simile equazione.  –  14/11/2011

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Sono alcuni giorni che tanti politici imperversano in TV discutendo sulle dimissioni di Berlusconi e l’incarico a Monti, ma principalmente parlano dei problemi economici, tutti a dissertare le migliori soluzioni. Lo fanno come se loro non fossero minimamente colpevoli del disastro economico attuale e del debito pubblico. Fanno finta di non saperne niente. Il 70% dei politici che siedono  in Parlamento, in modo diretto o indiretto, hanno contribuito alla voragine del debito pubblico: i Veltroni, i Fini, i D’Alema, i Cicchitto, i Bindi. Ora vanno in TV con una faccia da bronzo a fare gli angeli. Cercano soluzioni, ma mai che parlino di tagliare i loro privilegi o tutti gli sprechi che alimentano le loro clientele. Sono consapevoli che Monti taglierà senza riguardi per nessuno (augurandomi che farà così anche con i suoi amici banchieri), loro voteranno tutto, tanto la colpa l’addosseranno a Monti e al suo governo tecnico. Poi riprenderanno di nuovo il potere tra  le mani e ricominceranno come prima. Bisogna rottamarli tutti questi parassiti.  –  15/11/2011

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Ho  telefonato a casa e mio padre mi ha informato che lunedì 14 novembre è venuto da Salerno il mio dentista di fiducia, e non l’hanno fatto entrare.  Lunedì sono stato tutta la giornata ad aspettarlo, alla fine ho pensato  che avrà avuto qualche altro impegno. Non l’hanno fatto entrare perché il gabinetto dentistico era occupato. A parte che c’era tutta la giornata, pertanto poteva entrare anche nel pomeriggio, ma siccome era la prima visita, non c’era neanche bisogno dello studio dentistico, perché doveva visitarmi e appurare quali interventi operare. Avendo fatto tanti km per venire qui, potevano avere almeno l’accortezza di farmi visitare. Non sono molto fortunato con i dentisti. Ho informato la Direttrice con uno scritto, e domani parlerò con l’ispettore della sezione; con la speranza di risolvere al più presto questa situazione , perché ho bisogno del dentista.  –  16/11/2011

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Un architetto italiano, Mario Cucinella, ha progettato scuole sostenibili “made in Italy”, con basso impatto ambientale, e che si alimentano sfruttando le risorse del territorio. Saranno costruite con l’indirizzo dell’ONU nei luoghi dove non ci sono le infrastrutture per farle funzionare. Useranno l’acqua piovana, pannelli fotovoltaici ed energia geotermica, così non avranno bisogno di essere allacciati alle reti per l’acqua e l’energia. Le prime scuole verranno costruite a Gaza, in collaborazione con l’UNRWA, l’organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. L’ONU dovrebbe fare un programma mondiale per impiantare scuole in tutti i paesi che ne hanno bisogno, in modo che l’istruzione raggiunga tutti i bambini del mondo.  Senza istruzione si alimenta la violenza perché si rimane prigionieri della propria ignoranza, causa di ogni male.  –  17/11/2011

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Alcuni anni fa imperversava spesso in TV un prese, Paolo Turturro. Esercitava a Palermo, faceva sermoni arringando la gente contro il malaffare. Era uno dei cosiddetti preti antimafia, e come tale girava scortato. Ricordo che organizzò un grande falò di pistole giocattolo portate dai bambini. Avevo letto che era stato accusato di pedofilia ed era scomparso dalla visibilità mediatica. Oggi leggo che è stato condannato a dei 6 anni e mezzo per le violenze su due bambini. L’articolo è relegato nelle pagine locali della cronaca di Palermo, come se la notizia non avesse importanza, mentre a suo tempo aveva tutte le pagine nazionali per le sue sceneggiate. La curia palermitana non l’ha sospeso, anzi dopo l’allontanamento giudiziario per tre anni da Palermo, al suo ritorno l’ha nominato rettore di una chiesa. Quanto fango si nasconde dietro a tante persone che ci mettono a urlare per entrare nella schiera del circolo antimafia, ormai un mestiere di potere e ricchezza, e si inventano minacce per avere la scorta, status symbol necessario per ergersi a novelli Savonarola. Se fino al 2003 aveva la scorta perché volevano fargli del male, come mai negli ultimi otto anni non ne ha avuto bisogno? Quale occasione di questa, accusato di un reato infame, se veramente gli volevano fare del male. Ci sono migliaia di scorte in Italia che servono solo per considerarsi persone importanti. Ricordo quel precario del Parlamento, che ha rivelato tutte le miserabili magagne che facevano i parlamentari per farsi dare la scorta, false lettere anonime, false relazioni di qualche funzionario compiacente, e anche qualche pentito era utile alla bisogna, ecc. Il nuovo Presidente del Consiglio dovrebbe azzerare tutte le scorte, e ridurle a poche migliaia, in modo che finisca questo mercato vergognoso.  –  18/11/2011

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Un uomo di 74 ani è stato arrestato per avere rubato una bicicletta, lo faceva perché con la pensione di 280 euro al mese non ce la faceva. In Italia ce ne sono migliaia così, che non riescono a mangiare. Nelle ultime settimane, nei vari canali televisivi e nei vari organi di stampa, quelli di sinistra fanno la lista dei privilegi vergognosi dei politici di destra, lo stesso fanno quelli di riferimento di destra nei confronti nei confronti dei politici di sinistra. Una melina da fogna, più che chiamarli privilegi sono vere ruberie di tipo estorsivo nei confronti dei cittadini, che dopo 40 anni di lavoro devono patire la fame con la misera pensione che viene loro elargita. I politici sommano pensioni su pensioni e arrivano  a cifre scandalose. Leggevo che un politico prendeva la pensione da professore universitario, da giornalista, da consigliere regionale e da parlamentare, e continuava a prendere lo stipendio da parlamentare essendo ancora in carica. Riusciva a prendere circa 25.000 euro al mese. A parte la cifra elevata e le 4 pensioni, come è  possibile che mentre prende la pensione da parlamentare, continua  fare il parlamentare e prendere lo stipendio. Se non si azzerano tutte queste vergognose ruberie, con una legge che stabilisca che ogni cittadino ha diritto ad una sola pensione, e che il massimo di una pensione non può superare i 3000 euro, che tutti devono cumulare i contributi quando arriva l’età della pensione (i politici dopo cinque anni di Parlamento prendono la pensione, qualunque età hanno), e alzare la pensione minima a 1000 euro – il minimo indispensabile per sopravvivere- non finirà mai questa indecenza che calpesta la dignità dei cittadini.  –  19/11/2011

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L’ultimo divieto da parte della dittatura teocratica in Iran è di impedire alle donne di sciare da sole. Quando in un Paese è la religione ad imporre le regole, finisce ogni libertà, principalmente per le donne, che vengono ridotte in schiavitù. Mi auguro che l’attacco che l’Iran dovrà subire per la distruzione dei siti nucleari, sia l’inizio della fine di questo barbaro regime. Ho trovato una notizia curiosa riguardo a una cosa che succede a New York. Sulla linea di autobus n. B110 di Brooklyn, frequentata dagli ebrei Hassidici, gli uomini sono seduti avanti e le donne dietro, perché non devono mischiarsi. Una donna si è seduta avanti e ha creato il caso, e ora il sindaco di New York non riesce a trovare una soluzione. Le religioni, qualunque esse siano, quando si fanno legge, sono l’inizio della tirannia.  –  20/11/2011

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Il Papa nel discorso al nuovo ambasciatore tedesco ha  detto che è il momento di fermare energicamente la prostituzione e la vasta diffusione di materiale pornografico  anche tramite internet. E’ una discriminazione contro le donne, diffusa soprattutto in Occidente. “E’ un grave crimine contro l’umanità”, perché viola la dignità della parità tra uomo e donna. Quando ho letto la notizia, ho fatto subito due considerazioni. Chi discrimina le donne è stata sempre la religione, e la Chiesa ancora oggi lo fa. Ritiene che la prostituzione e la pornografia siano crimini contro l’umanità, dimenticandosi delle violenze pedofile, che sono i crimini più infami che possano essere commessi. La mancanza, nel suo discorso, della pedofilia, deriva esclusivamente dai troppi casi in seno alla Chiesa. Questo Papa se potesse chiuderebbe a chiave internet.  –  21/11/2011

 

Mattatoi

Amici, non ci potremo mai abituare sugli orrori le bestialità che vengono commessi su altri esseri umani. Mai immaginarle tanto crude, tanto accanitamente violente e ottuse nel loro scatenarsi.

Questa è la testimonianza di un uomo, realmente esistente, con tanto di nome e cognome e altri dati, ma che qui chiamerò Gino. Mi sono imbattuto casualmente in lui. Da poche parole compresi che aveva molto da raccontare. E gli chiesi se volesse farlo. Lo ha fatto con questa lettera. E gli ho chiesto se potevo pubblicarla. Ha dato il suo consenso, purchè la firmassi solamente a nome “Gino”.

Ecco i mattatoi all’opera amici miei.

E sono parole che sentite da uno come me che non ama l’orgia retorica e che ama distinguere, e che sa che il mondo del carcere non è solo un film dell’orrore, che le guardie carcerarie non sono solo animali sadici, che i direttori non sono solo ottusi burocrati dediti solo alla propria carriera, e che i medici del carcere non sono solo strafottenti impiegati del dolore. Ho trovato sempre inaccettabili le generalizzazioni. Eppure, va però anche detto che se queste cose non sono tutto il mondo carcerario, ne sono però una parte, e neanche piccola. Una parte consistente.

E questo con buona pace dei pompieri ipocriti, che preferiscono che la desolazione dilaghi ma che “i panni sporchi si lavino in casa”. Con buona pace dei solerti e scrupolosi soldatini di piombo e di latta che minimizzano sempre, che edulcorano sempre.. per i quali la cosa più importante è salvaguardare prestigio e onorabilità delle istituzioni e delle singole strutture o del “corpo” a cui appartengono. E questo è più importante delle vite spezzate, degli abusi brutali, della dignità gettata nel letame… di tanti esseri umani. Sono esperti parolai, carte da parati incolore, collaudati da conferenza, specializzati in aria fritta e in discorsi retorici e vacui. E aggiungono sempre che.. “sì.. qualcosa non va.. sì ci sono delle macchie..delle pecche..dei limiti….”..ma… “non siamo precipitosi.. discutiamo.. valutiamo.. iniziamo un lungo confronto e ipotizziamo e bla bla bla…”

La realtà che descrive questa letterà non è tutto il carcere. Ma il carcere è ANCHE questo. VIOLENZE.. PESTAGGI.. MENEFREGHISMO.. OTTUSITA’.. CARRIERISMO E CORRUZIONE MORALE. Arbitrio che nasce dalla abdicazione alle proprie responsabilità e ai propri doveri. Dove non ci sono diritti e doveri, ma privilegi e abusi. Dove non ci sono uomini ma feudatari e servi. Oligarchi e clienti. Ed è troppo facile lanciare strali solo contro le guardie violente. Le guardie imparano l’irresponsabilità da medici, funzionari  e direttori che per quieto vivere, convenienza personale e carriera fanno finta di non vedere e chiiudono più di un occhio e mezzo, e con la loro omissione ai propri doveri diventano complici anche degli atti più brutali. Con la loro strafottenza e viltà insegnano a chi fa i pestaggi che ognuno in fin dei conti mira al suo vantaggio e tutela la sua barca. E’ facile prendersela solo con le guardie violente. Se ci sono troppi pestaggi e abusi fisici e morali.. il campo delle responsabilità è molto più ampio, e in prima fila ci sono anche direttori, funzionari, medici… e tutti coloro che sono investiti del dovere di vigilare e non vigilano.. e tutti coloro che pur sapendo non parlano.

Andiamo alla storia di Gino..

Storia di un essere umano, sballottato da un carcere all’altro. Storia di un essere umano trattato come un punchball. Che porta la memoria di infiniti pestaggi, e gli “affettuosi” ricordi delle “simpatiche” “squadrette” (è un caso la vicinanza semantica con … “squadristi”?). Un essere umano che impigliato a un certo momento in una storia di tensione e violenza con le guardie.. sarà “marchiato” e sconterà di carcere in carcere questa “colpa”. Sembra che alcuni detenuti siano quasi come in una “lista nera”, e dovunque li “sballottino”, godono dei “diritti” di un “trattamento speciale” a suon di cazzotti, provocazioni e umiliazioni.

Un essere umano perde più di trenta chili. Ma chi se ne accorge?

Un essere umano soffre dolori lancinanti per anni? Ma a chi gliene frega?… è normale che questo essere umano abbia incontrato per anni solo menefreghismo? E che per anni i medici se ne sono fottuti alla grande? E’ normale? Ma che razza di medici sono questi? Non sono medici. Non ne sono degni? Sono gli addetti apatici e pigri del mattatoio. Voglio riportare uno dei passaggi finali della lettera di Gino, che trasmette tutta questo avvilimento..

“Non capivano che stavo male, il menefreghismo generalizzato anche dei medici è disumano. Ma per uno come me non era nulla perdere 50kg . Fatto sta che convivevo con un male oscuro, è stato inutile gridare il mio dolore, nessuno ha ascoltato il mio grido. Solo qualche anno piu tardi, ormai allo stremo, mentre mi trovavo a Poggioreale “Padiglione Venezia”, eravamo EIV e 41 bis, venni sottoposto ad una tac e mi riscontrarono una forma tumorale all ultimo stadio, avevo il linfoma di odgkin 4° stadio b, avevo i linfonodi in metastasi. Il medico del carcere mi disse hai 1 mese di vita se non fai la chemio.”

Alla fine Gino in qualche modo ne esce, come vedrete alla fine della lettera, e adesso, faticosamente, si è ricostruito una propria vita.

Eppure queste storie devono uscire fuori. E ci si deve indignare anche fosse una soltanto una storia del genere. Anche una storia soltanto sarebbe troppo.

Nessun essere umano può essere trattato così. Nessun essere umano deve essere trattato così.

Vi lascio alla storia di Gino.

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Salve vengo a risponderle al suo messaggio, mi diceva di parlare del mio vecchio passato detentivo ,mi ci vorrebbero anni per elencarle tutto. Le posso dire che ho girato moltissimi istituti di pena ero entrato per scontare un cumolo di rapine estorsioni etc non avevo reati associativi ma per via del mio comportamento mi e stato dapprima applicato l art 14 bis op prorogatomi per ben quasi 5 anni allo scadere dei 6 mesi mi si prorogava poi di volta in volta poi mi e stato applicato e.i.v e quello e stato il colpo di grazia .

Penso che ho battuto il primato delle punizioni con l’ isolamento totale dei pestaggi subiti dagli agenti sono stato segregato mesi nudo in cella , sono molto noto negli ambienti carcerari ho conosciuto Nino Faro a Badu e Carros, Mario tuti etc etc . Loro potrebbero confermare tutto quello che ho passato in quel periodo maledetto della mia vita.

Il mio comportamento violento era all epoca da attribuire agli abusi e soprusi che ho ricevuto da parte di chi dovrebbe operare per il reinserimento del detenuto. Ho conosciuto la direttrice Miserere Armida a Sulmona, e pace all anima sua ma sono stato veramente privato anche del carrello del mangiare per diversi giorni. Ero ormai un auto senza freni ho il corpo tutto tagliato , pancia gambe braccia, mi stavano facendo impazzire, venni mandato a fare la perizia psichiatrica mi dissero che ero borderline e mi rispedirono in carcere.

Ho girato i seguenti istituti: Verona, Padova, Udine, Belluno, Tolmezzo, Treviso, Venezia, Milano- Opera, Milano- S.Vittore, Livorno, Volterra, Spoleto, Napoli Secondigliano, Napoli Poggioreale, Bellizzi, Irpino, Fossombrone, Sollicciano, Bologna, Vasto, isola Porto Azzurro, Nuoro, Badu e Carros etc.

Mi trasferivano perche incompatibile con la custodia e con la direzione tante volte ho tentato di evadere ma a vuoto. Non conto le volte che sono stato massacrato dalle cosidette squadrette, fratture mai medicate. Penso, senza togliere nulla a nessuno, di averne passate davvero tante che non credo un altra persona se avrebbe resistito. Ho avuto in quegli anni solo il conforto dei detenuti, che sapevano tutta la mia situazione.

Si entra nel girone dell inferno quando vieni trasferito da un carcere per motivi di condotta ho perche hai aggredito un agente.. sei davvero finito, perché come arrivi nell’ altro istituto ti massacrano anche loro e cosi via. Anche se tu sei tranquillo sei segnato e sei sempre oggetto di abusi, ritorsioni, dispetti, percosse, etc , da parte della direzione o del personale.

Si ho trovato anche persone brave direttori al dialogo, ma 1 su cento. Ero solo un ragazzino mai capito. Mi ricordo sempre un tragico episodio che ha fatto si che l’inferno cessasse. Mi trovavo nel carcere di Parma nel 2000. Io peso di solito 80 kg; era un periodo che stavo davvero male, perdevo kili tutti i giorni; da 80kg ne pesavo 53 . Non capivano che stavo male, il menefreghismo generalizzato anche dei medici è disumano. Ma per uno come me non era nulla perdere 50kg . Fatto sta che convivevo con un male oscuro, è stato inutile gridare il mio dolore, nessuno ha ascoltato il mio grido. Solo qualche anno piu tardi, ormai allo stremo, mentre mi trovavo a Poggioreale “Padiglione Venezia”, eravamo EIV e 41 bis, venni sottoposto ad una tac e mi riscontrarono una forma tumorale all ultimo stadio, avevo il linfoma di odgkin 4° stadio b, avevo i linfonodi in metastasi. Il medico del carcere mi disse hai 1 mese di vita se non fai la chemio. Ritornato in cella volevo impiccarmi, mi misi in lacrime il lenzuolo attorno al collo, ma poi non ebbi il coraggio di farlo, non volevo morire in quel posto, volevo rivedere la mia famiglia almeno per l ultima volta, volevo morire fuori da quell inferno. Così, avvisata la mia famiglia, il 26 dicembre del 2002 fui mandato in detenzione domiciliare a Verona da mia madre.

Ho avuto altre volte la detenzione domiciliare. Sono stato arrestato nel 2004 ma subito assolto. Mi sono sposato, ho avuto una bambina, ho divorziato, adesso convivo in attesa di risposarmi con la mia attuale compagna da cui ho avuto 3 figli. Da poco mi e stata tolta la sorveglianza speciale, ma attualmente ho la detenzione domiciliare per reati commessi in carcere 11 anni fa. Però ho tre ore al mattino e tre ore al pomeriggio per uscire. Sono commerciante, vendo scooter e auto usate.

La malattia è sotto controllo, ma come le dicevo non c’e notte che non vivo incubi ricorrenti collegati a quel mio passato d inferno vissuto in quei contenitori di carne umana che servono solo ad ucciderti fisicamente e psicologicamente. Penso spesso ai miei vecchi amici che sono ancora li, in quei regimi strazianti e mi auguro che un giorno anche per loro finisca la continua tortura.

Chiudo qua il mio sfogo cogliendo l occasione di mandarle un caro saluto.

Gino

Ipocrisia… di Giovanni Farina

Questo testo ce lo ha inviato Giovanni Farina, detenuto a Catanzaro. Giovanni è un autore controverso che divide le opinioni sia dei lettori “liberi”.. sia quelle dei detenuti. C’è chi concorda con quello che scrive, c’è chi contesta. Il nostro pubblicare i suoi pezzi non vuol dire inevitabilemente adesione, o adesione totale.. ma è espressione di una visione che crede nella libertà di espressione e manifestazione del proprio grido interiore, senza dovere necessariamente ricevere un visto di consenso preventivo.

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La giustizia ipocrita di chi giudica in Italia.

(..)

In Italia c’è una giustizia a molteplici facce. La casta può fare alleanza con i trafficanti di droga, con gli stragisti e nessuno chiede loro conti o spiegazioni. Il Generale Giampaolo Ganza è dal 1990 che è indagato dai giudici italiani per traffico di droga.. è colpevole di avere tradito quella giustizia alla quale ha giurato fedeltà, ma è stato lo stesso lasciato per decenni al suo posto.

E’ stato condannato nel 2010 a 14 anni di prigione, ma gli viene riconosciuta la presunzione di innocenza e sno a che la Cassazione non lo condanna in via definitiva, non è arrestato, e non viene sospeso nemmeno dal posto dal quale per anni è accusato di avere avuto traffici connessi alla droga.

Il signor Giampaolo Ganz non può stare dentro a una prigione dove sono rinchiusi per decenni in attesa di giudizio le persone del popolo..

Il traffico di droga con le organizzazione criminali è riconosciuto dalle leggi speciali un reato “ostativo”.

I seminatori di morte non possono entrare in prigione, perché si sporcherebbero le divise dello Stato.

Tutto rientra nella catena dei miracoli  e dei misteri che da anni avviene in Italia, dove col segreto di stato è protetto chi si è macchiato di stragi (..)

In Italia siamo molto sensibili a questi personaggi che si sono impadroniti del soprannaturale, e anno dopo anno danno testimonianza della loro abilità da prestigiatori, perchè trovano sempre la strada dell’impunità.

Nella civiltà della giustizia italiana questi signori non sapranno mai che cosa vuol dire un giorno di prigione nelle carceri speciali da loro costruite. Male che gli vada tutte le loro condanne raggiungeranno la prescrizione. La storia che si ripete sull’orlo dell’abisso.

(..)

Allevatori sardi in ostaggio della polizia di stato. Manganellate e  pregiudizi contro i pastori sardi, con premeditazione. Lo Stato italiano non ha voluto ascoltare le loro ragioni. I diritti dei cittadini sono passati sotto le forche di Gasparri, non è stata usata una presunzione di innocenza come hanno fatto con la loro casta. Sui pastori sardi sono stati scaldati  subito i manganelli, perchè in Italia il popolo non si deve permettere di chiedere di sopravvivere con il proprio lavoro. Ai pastori sardi appena sbarcati in continente gli è stato impedito di arrivare a Roma. Presumibilemnte di manifestare contro il Governo. Sono stati fermati allo sbarco della nave e rispediti subito nel loro paese di origine, prima che violassero il Codice Penale. E’ stato evitato ai pastori sardi di emigrare e di commettere reati, si sa ce l’hanno nel sangue il delinquere. Sono stati rispediti nei loro ovili. Una volta per tutte è stato loro fatto capire dai padroni di Roma, che non devono sbarcare nel continente. Sono state tracciate le barriere di confine. Nell’Italia dei Gasparri si è proposto di imprigionare preventivamente gli studenti, i lavoratori, a discrezione di chi governa….

Molti uomini

hanno quell’ideale di grandezza

 e credono

che sia tutto lecito

nel fare

di ogni personale ingiustizia

una ragione di orgoglio

attribuendogli

un significato innaturale.

Si inebriano di piacere

raggiungendo l’estremo limite

con la loro

insensata adorazione

di se stessi.

Farina Giovanni

Le deportazioni di detenuti.. di Sebastiano Milazzo

 
Sebastiano Milazzo ci invia questo testo, chiedendo che sia diffuso il più possibile.. e quindi inviato a giornali, televisioni, ecc. Chiunque voglia dare una mano in tal senso è bene accetto.
Le ultime vicende di Sebastiano ormai le conoscete da qualche mese, e tanti post ci sono stati sull’argomento. Sebastiano nonostante anni di attivo impegno nelle attività carcerarie, e un approccio positivo e animato da autentica voglia di crescere e dare il proprio contributo, non solo non è stato trasferito in un luogo (preferibilmente un carcere della Toscana) dove avrebbe potuto avere la possibilità di vedere la vecchia madre ammalata, e anche la moglie ammalata che non vede da 18 mesi (e con le neppure i figli).. ma è stato trasferito a Carinola (un carcere ritenuto “punitivo”), ancora più lontano di dove era in precedenza (Spoleto).. molto più lontano. E sembra che il motivo sia stato il fatto di essersi opposto  a una PRATICA ILLEGALE.. che molte carceri stanno cercando di porre in essere. Ossia, per ovviare al sovraffollamento, adibire la cella di detenuti ergastolani alla possibilità di accogliere un altro ergastolano.. quindi fancendone una cella a due. Le carceri che stanno attuando questo provvedimento STANNO VIOLANDO LA LEGGE (art. 22 Codice Penale).. e segnaleremo ogni carcere, di cui avremo notizia, che mette in atto questa pratica illegale, oltre che immorale. Perché una persona che rischia di non uscire più dal carcere, deve avere almeno la possibilità di un suo spazio solitario… almeno questo.
L’articolo di Sebastiano Milazzo è però di respiro globale, nel senso che non parla del suo caso in particolare, ma fa una disamina generale dell’enorme spreco di risorse associato ai trasferimenti di detenuti (” nel 2009 la polizia penitenziaria è stata impegnata in 330.000 trasferimenti con un aggravio veramente importante per il lavoro della polizia penitenziaria (…) Sono statio spesi 8/9 milioni di euro per le sole compagnie aeree, senza contare le spese di diaria per 2/3 agenti per detenuto. “.. per citare il dott. Franco Ionta.. quindi non qualche pericoloso attivista..:-).
Io credo che Sebastiano dica anche il vero quando sostiene che è troppo limitante dire, come fanno molti operatori del carcere, che tutti i problemi derivano dalla mancanza di risorse.. (“se avessimo più guardie.. più assunzioni.. più finanziamenti.. più..”).. sicuramente sono importantissime. Ma questo non fa venire meno la necessità di un “uso” diverso di quelle che già ci sono.. e di un differente approccio umano, morale, culturale.
Di questo pezzo di Milazzo non condivido giusto il richiamo al brano dell’onorevole Bernardini che fa un vago parallelismo con la Shoah. Io credo che appunto perchè si tratta di lotte delicate e di realtà dure e problematiche, non c’è bisogno di aggiungere ad esse più durezza di quanta esse stesse contengono.  La Shoah…e il mondo dei Lager e dei Gulag è tutta un’altra cosa. Comprendo anche Pannella e lo stile provocatorio. Ma non si fa un  buon servizio ai detenuti calcando troppo la mano con un paragone che ritengo ecessivo.
Vi lascio alla lettera di Sebastiano Milazzo.. da diffondere il più possibile..
 
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In un momento in cui le carceri italiane sono definite “una riproposizione MORALE e CIVILE della Shoah” (On. Rita Bernardini CAMERA dei deputtai 14/12/2010), molti di coloro che le gestiscono si esercitano in un penoso lamento sulle mancate assunzioni e sui tagli ai finanziamenti, con il chiaro scopo di ottenere una certa irresponsabile indulgenza e persino una sorta di giustificazionismo morale per le vessazioni inutili praticate sui detenuti.
Vessazioni contrarie al senso di umanità cui dovrebbe ispirarsi la pena, secondo la costituzione, imposte da chi domina il sistema, sotto forme diverse, ma sempre opprimenti, che avvelenano, nel senso più profondo del termine, per soddisfare e proporre malsane pulsioni e quella marmellata di interessi che ruotano intorno alla gestione della pena che non meriterebbero nè giustificazioni nè indulgenze, perchè alla resa dei conti sono la vera causa della metastasi che porta il sistema allo sfascio. Di esempi che contribuiscono ad allargare la metastasi se ne potrebbero fare tanti, ma la pratica dei trasferimenti non giustificati è sicuramente la più sciagurata, per le indicibili sofferenze che produce sui detenuti, e per il grande spreco di risorse umane ed economiche che comporta. Questa vergognosa pratica, adottata ormai a sistema, non ha niente a che fare con la lotta alla -criminalizzata- e non, nè con la sicurezza degli istituti di pena.
Questi sono i termini su cui gli eccelsi promotori dell’industria delle traduzioni speculano mescolando il vero al falso, la buona alla cattiva fede, per poter alzare una cortina fumogena sullo spreco di risorse attuato fuori da ogni controllo e talvolta al limite del lecito.
Usano la criminalizzazione dei detenuti per far trionfare il cinismo più radicale di un intreccio di affarismi e privilegi carrieristici, interpretando e applicando le regole che vogliono, avendo la capacità di sottomettere i magistrati di sorveglianza e la stessa direzione generale del D.A.P.
Nel caso dei trasferimenti, ad esempio, viene scelto con scientifica malvagità, per ogni singolo caso, il luogo più lontano da raggiungere, da parte dei famigliari che si ostinano a mantenere i rapporti affettivi con i congiunti detenuti.
Ne deriva la geniale conseguenza che ” nel 2009 la polizia penitenziaria è stata impegnata in 330.000 trasferimenti con un aggravio veramente importante per il lavoro della polizia penitenziaria (…) Sono statio spesi 8/9 milioni di euro per le sole compagnie aeree, senza contare le spese di diaria per 2/3 agenti per detenuto. ” (dott. Franco Ionta direttore del dipartimento amministrazione penitenziaria AG ASCA 25/5/2010)
Uno spreco di risorse umane ed economiche, denunciato da chi sta ai vertici del sistema che si potrebbe evitare con la territorializzazione della pena che nessuno riesce ad avere la forza di correggere, attuando i trasferimenti solo in quei limitati casi in cui comprovate esigenze sconsigliassero la presenza del detenuto in un dato luogo. Uno spreco di risorse che interrompe i percorsi rieducativi, per realizzare i quali lo stesso sistema spende cifre considerevoli, e che costringe decine di migliaia di nuclei famigliari a girare in lungo e in largo le strade del paese per fare i colloqui. Naturalemente, gli effetti più devastanti di questo vergognoso fenomeno si abbattono sulle famiglie più bisognose, costrette a sottrarre del tempo al lavoro e agli obblighi scolastici dei figli, che è poi il modo di salvare le condizioni perchè le carceri rimangano sempre piene attraverso il turn over tra i padri e i figli.
Tutto questo spreco mentre viene ridotto il rotolo di carta igienica per detenuto e in un periodo di sovraffollamento in cui carceri nuove rimangono chiuse per mancanza di agenti, impegnati in traduzioni inutili e controproducenti. Naturalmente quetso inutile spreco di risorse è possibile realizzarlo perchè il sistema carcerario è gestito da una sorta di STATO parallelo che ha la capacità di di far passare gli operatori capaci, onesti e rispettosi delle leggi dello stato ufficiale, nel migliore dei casi, come pavidi oppure inaffidabili. Uno stato parallelo che esalta coloro che riducono il sistema a maschera sporca dei proprio vizi e dei vizi di coloro da cui hanno avuto l’incarico di gestirlo.
Un detenuto reclama un diritto, trasferito. Per motivi di salute di un famigliare chiede un avvicinamento , trasferito ancora più lontano. Deve affrontare una vicenda giudiziaria che durerà un decennio, trasferito lontano, con la conseguenza di un andirivieni decennale tra la sede giudiziaria di provenienza e il luogo di assegnazione.
Queste sono le maggiori cause dei 330.000 trasferimenti denunciati dal dott.Ionta.
Tutto il resto è pura demagogia.
Milazzo Sebastiano  C. di R. Carinola 
 

Diario di Pasquale De Feo 23 novembre–21 dicembre

Eccoci con uno degli appuntamenti più importanti e “ricchi” di questo Blog. Il diario mensile che ci invia Pasquale De Feo. Sono debitore di questa idea al nostro Carmelo Musumeci, che un gioro mi disse che sarebbe stata una mossa azzeccata quella di chiedere a Pasquale di scrivere il suo diario, che noi avremmo pubblicato. E ha avuto ragione.. ogni mese giunge questo “pacco di pagine”, che rappresentano uno squarcio importante di riflessioni, analisi, sfoghi, indignazioni, intuizioni.. da Dentro le Mura.. da parte di uno di quelle persone che da sempre ha cercato di dire la sua, di non farsi “istituzionalizzare”, di mantenere la schiena dritta e la mente libera.. sto parlando di Pasquale De Feo naturalmente, attualmente detenuto nel Carcere di Catanzaro.

Come al solito il diario è da leggere tutto. Ma voglio indicarvi già adesso alcuni momenti.

C’è un passaggio (28 novembre) dove si citano le dichiarazioni della gente di Casal di Principe, alla notiza dell’arresto del boss Antonio Iovine. Sono dichiarazioni sostanzialmente indulgenti… e Pasquale aggiunge che solo con la repressione non si va da nessuna parte. Ora io capisco il “senso” profondo dove vuole andare Pasquale, ossia quello di non basarsi esclusivamente su modalità repressive per contrastare la criminalità organizzata. Ma è bene dire con chiarezza, e senza alcun equivoco e tentennamento, che da sempre accade che i compaesani o concittadini di potenti mafiosi li difendono. E’ successo anche con veri macellai. Dichiarazioni del genere ce ne sono sempre state a fiumi. Bisogna dire che se anche lo Stato fa di tutto per non farsi amare.. non si deve avere alcuna indulgenza o comprensione per chiunque fa attivamente parte della criminalità organizzata. Che un conto sono ex mafiosi che hanno fatto un lungo cammino di trasformazione durante gli anni del carcere.. un altro conto chi  invece attualmente ricatta, estorce, minaccia, uccide, controlla il traffico di droga. A sentire le dichiarazioni di molte persone concittadine di mafiosi arrestati, sembra che si creda in una idea “romantica” della Mafia. La Mafia è sempre Macelleria. Nessuna indulgenza e tentennamento verso chi attualmente è mafioso. E poi sono d’accordo che la repressione non basta. Ok.. non basta appunto.. no “non ci deve essere proprio”.. Perché uno attualmente è complice di gravi reati, specie contro l’integrità della persona.. “anche” la repressione serve. Il punto secondo me è “quale” repressione (ossia una repressione che non violi i diritti fondamentali dell’individuo) e poi… non “solo” repressione (ossia alla repressione aggiungere tutta un’altra serie di interventi, altrimenti quella da sola non porterà mai a niente).

A un certo punto Pasquale scrive..

Un detenuto pugliese è entrato sano in carcere, e ora è paralizzato. ” (30 novembre)

Fa pensare no? Entri in carcere sano e… ne esci paralizzato.. chissà.. forse sarà caduto dalle scale.. ma guarda un pò.. sono proprio imbranati questi detenuti.. se pensate che anche di Stefano Cucchi hanno detto che… è caduto dalle scale…aboliamole queste scale no?..d’ora in poi solo ascensori……

Più avanti Pasquale scrive…

“.. Le carceri sono in queste condizioni ono solo per i fondi tagliati, ma principlamente per colpa dei direttori, che restringono, limitano e interpretano le leggi penitenziarie, convinti che la chiusura di ogni spazio e l’oppressione sia la migliore soluzione per la loro tranquillità.  In tutta Italia ch’è una rete di volontariato che sopperirebbe alle carenze di ogni tipo, ma i direttori la ostacolano in ogni modo..” (1 dicembre)

E ha ragione.. sicuramente il problema dei tagli alle risorse economiche esiste, ed è notevole. Ma la responsabilità personale di tanti Direttori non è da meno. Pasquale parla di una rete di volontari che esiste in Italia e potrebbe aiutare a sopperire a tante carenze, ma che non viene utilizzata.

In genere non è che i Direttori (alcuni Direttori.. io non generalizzo mai..) non “usino” i volontari. Ma “distinguono” i volontari. Per loro ci sono i volontari “buoni” e i volontari “cattivi”. I volontari “buoni” verranno tranquillamente ammessi in carcere.. tutti quelli che non vengono considerati abbastanza “docili” o magari “ammanicati”, o che potrebbero creare “grane”, o semplicemente che hanno dato prova di indipendenza mentale.. beh.. è molto facile trovarli etichettati come “cattivi”… e si preferisce un carcere meno vivibile e con meno opportunità che fare entrare anche volontari “cattivi”.. logico no?..:-)

In un altro momento Pasquale scrive..

A Capri i Vigili Urbani hanno indetto uno sciopero, perché non vogliono il loro comandante donna. Mi sono ricordato che qundo sono arrivato in questo carcere, sentivo voci di corridoio che gli agenti non volevano la Direttrice, perché non volevano essere comandati da una donna.  Siamo nel terzo millennio, e ci sono ancora queste chiusure mentali da Medioevo. Nelle persone si valutano le capacità e non il sesso a cui appartengono”. (8 dicembre)

Mi trovo perfettamente a concordare con lui. PERFETTAMENTE. Le persone si valutano dal loro valore. Non dal sesso. Su questo non è ammissibile alcun compromesso. Aggiungo, che se essere donna non deve costituire, in nulla, una deminutio. Non deve neanche essere una forma di prevalutazione positiva. Ci sono dei casi in cui autorevoli dirigenti presentandosi, o facendosi presentare come.. “finalmente una donna qui.. la prima donna dirigente in tal posto..ecc…” creano quasi un atmosfera di presunzione positiva, quasi come se non fosse la singola persona a doversi valutare, ma ci fosse un dovere di apprezzamento in quanto donna. A me interessa solamente il valore e le qualità di quella data persona. Non la valuterò di meno perchè donna (sarebbe follia). Ma non chiuderò gli occhi perché donna. Va valutata, chiunque essa sia, esclusivamente come persona concreta.

Più avanti Pasquale scrive..

Leggevo che nel carcere di Nuoro “Badu e Carros”, hanno vietato di avere biscotti nei pacchi dei familiari”. (13 dicembre)

La demenza non necessita di ulteriori commenti… come diceva il mio nonno paterno.. “il cretino si commenta da sé”… :-)..

Un passaggio di grandissima importanza è quando Pasquale scrive..

In ogni trasmissione televisiva, nei quotidiani, nelle riviste, nei calendari e anche nei film, si vedono “sempre” le manette cosiddette “americane”, quelle con la catenella in mezzo. Queste manette sono in dotazione a tutte le forze dell’ordine. La cosa singolare è che nella realtà queste manette la Polizia Penitenziaria non le usa mai. Usano un tipo di manette che sono una tortura. Li misero al posto dei vecchi schiavettoni, che erano molto più umani di queste manette. Siccome al peggio non c’è mai fine, ne avevano inventate un tipo dal peso di 2-3 kg; per paura che potessero essere usate come corpo contundente la Polizia Penitenziaria non le usa più. Perché nelle traduzioni e nei tribunali non fanno vedere le manette che usano?. A cosa servono alla Polizia Penitenziaria le manette in dotazione se non le usano? Si cerca sempre di infliggere sofferenze ai detenuti. ” (15 dicembre)

Questo è un filone che meriterà un approfondimento…. è vero che invece delle classiche manette (“all’americana”) che tutti immaginano quando si pensa alle manette.. se ne usano una tipologia particolarmente avvilente e fastidiosa.. gratuitamente dolorosa e umiliante per il detenuto? E perché se le manette “classiche” (“all’americana”) sarebbero invece in dotazione alla polizia? E perché nessuno filma e mostra mai queste manette? Come mai ci sono cose che in Italia sanno tutti, e altre che.. PUFF.. sembra quasi che non esistono? Tante domande che dobbiamo porci e che.. dobbiamo porre….

Particolarmente delicato è un altro passaggio di Pasquale quando dice..

“Il capo del D.A.P, Ionta, ha dichiarato che los trumento del 41bis è valido, e lui lo ha sempre sostenuto. Che la discussione dei ricorsi del 41 bis concentrati al Tribunale di Sorveglianza di Roma è una norma di saggezza, perché la tematica richiede una omogeneità di tratamento. Che bisogna evitare i contatti con l’esterno. Il dott. Ionta dovrebbe spiegare a cosa servono i divieti e le restrizioni della vivibilità interna che sfociano in cattiveria gratuita e in alcuni casi in tortura psicologica… Dovrebbe dirci  SE HA MAI VISITATO UNA SEZIONE DEL 41BIS. SE IMMAGINA TUTTE LE SOFFERENZE CHE CAUSA IL 41BIS. Essendo un magistrato sa bene che la norma di concentrare tutti i ricorsi del 41 bis a Roma è anticostituzionale, per violazione dell’art. 25 della Costituzione.. “Nessuno può essere distolto dal giudice naturale”. Limitare i colloqui con gli avvocati è anticostituzionale per violazione dell’art. 24 della Costituzione… “La difesa è un diritto sacro e inviolabile”. (20 dicembre)

Massimo rispetto per il Dott. Ionta, ma francamente io credo che sul 41 bis le sue argomentazioni siano totalmente sbagliate. Sono del resto considerazioni abbastanza diffuse. Ma da chi dirige l’Amministrazione  Penitenziaria ci si dovrebbe aspettare un pò di saggezza in più. O almeno il beneficio del dubbio o qualche perplessità. Riguardo nello specifico della citazione alla norma che prevede di concentrare presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma tutti i ricorsi contro il 41 bis, mi trovo d’accordo con Pasquale. Si tratta di una norma ad alta problematicità costituzionale, stabilendo la Costituzione che nessuno dovrebbe essere distolto dal proprio giudice “naturale”. Io credo che questa “innovazione” abbia lo scopo di rendere ancora più rigido il sistema e rendere ancora più difficile il far venire meno il 41 bis assegnato ad una data persona, una volta che sembrano esssere venute meno le condizioni che lo giustificano. Non so se si pensa che magari il Tribunale di Sorveglianza di Roma può essere più sensibile a determinate pressioni politiche. Ma anche se non fosse così, anche si trattasse sempre di un organo immacolato ed equilibratissimo, resta il fatto che su una decisione così importante (come mantenere o levare il 41 bis a qualcuno.. il che vuol dire in pratica.. la decisione sul cambiargli la vita…), al di là dello stesso precetto costituzionale, non si dovrebbe mettere tutto nelle mani di un solo giudice. E se fosse un giudice di scarse qualità intellettuali e morali? Centinaia di esistenze sarebbero nelle mani di solo questo giudice? Almeno se il controllo fosse diffuso, come è stato fino a poco tempo fa, ci sarebbero sempre, almeno alcuni giudici di indubbio valore. Qui, se quel SOLO giudice fosse un giudice mediocre, tutti ne pagherebbero le conseguenze. Non è da escludere che la Corte Costituzionale spazzi via questa norma.

Ho fatto davvero una lunga premessa.. ma il Diario di Pasquale è sempre una occasione particolare..

Vi lascio alle sua pagine.

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Nella città di Chieti, i volontari dell’ass. “Voci di dentro” hanno messo in piedi una singolare iniziativa. I detenuti di Chieti e Vassto hanno allestito una cella nella piazza di Chieti, con letti a castello, armadietti, gabinetti alla turca, una scatola di sardine bucherellate usata come grattugia, ed altri oggetti che compongono la cella. Le suppellettili sono state fornite dal carcere.

La manifestazione è stata patrocinata dalla Provinia, comuni di Chieti e Vasto, Ordine Forense, Caritas e Centro Polivalente immigrati.

L’iniziativa è stata intitolata “un minuto da detenuto”.. l’invito alle persone di vivere un minuto il carcere. E in mile persone chi hanno provato nei primi due giorni. C’era un video lanciato dai detenuti, un invito ai giovani a rispettare regole e leggi.  Il principale significato era d mostrare la realtà delle carceri, che sono poco dignitose e inadatte al recupero e alla rieducazione dei deteuti, come sancisce l’art. 27 della Costituzione.  Queste iniziative andrebbero amplificate e portate in tutte le piazze d’Italia, affinché la gente fosse informata di come è la realtà vera delle nostre carceri. – 23/11/2010

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In questi giorni seguendo tutti gli organi di comunicazione, si ha l’impressione che l’alluvione abbia colpito solo il Veneto, che il governo è intervenuto tempestivamente con 300  milioni di euro e stimolato sottoscrizioni per le donazioni. Il comportamento del governo è supportato anche dall’opposizione, pertanto è bipartisan.

In Campania è successo lo stesso, in più si è rotto l’acquedotto lasciando mezzo milione di persone senza acqua e ci vorrà un pò di tempo per metterlo a posto. Non c’è bisogno di commenti per fare emergere la disparità di trattamento, sempre a danno del Sud. Il Governatore del Veneto, il leghista Zaia, come tutti i suoi compagni di  merende, parla bene e razzola male. In Veneto sono stati 161 i comuni danneggiati, ma ne hanno messo 273 nella lista. La Lega si dimostra essere quello che è, il peggio del peggio della Prima Repubblica. –  24/11/2010

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Una fabbrica italina produrrà l’anestetico che useranno negli USA per le iniezioni letali per i condannati a morte. Il commercio passa su tutto, anche sui cadaveri, la storia ce lo insegna. Aveva ragione Alda Merini.. in uno dei suoi versi diceva… “se la mano è leggera, non vuol dire che sia estranea al delitto”. –  25/11/2010

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Ieri sera un giornalista nella trasmissione Annozero di Santoro, su Ria Due, a detto che alla revoca dei 140 detenuti con il 41 bis nel carcere di Palermo, ne sono stati revocati altri 300 a Napoli, senza spiegare, ha dato cifre senza motivare niente.

Come ho già scritto, nel 1993 avevano preso l’abitudine ad applicare il 41 bsi a interi Padiglioni delle carceri, quando succedeva qualcosa all’esterno. Così successe a Palermo e a Napoli. Siccome Napoli i familiari dei detenuti fecero manifestazioni contro questa barbara inciviltà, dopo Napoli, non è più successo in nessun carcere.

Ho letto una dichiarazione dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili: “il sangue delle vittime ha coperto ben altro rispetto al 41 bis. La verità deve essere resa nota, senza se e senza ma, e al più presto, perché altrimenti ci troveremo a mettere in discussione tutto ciò che ci è stato detto fino ad oggi”.

“Finalmente” iniziano  a capire che tutte le falsità che gli hanno raccontato fino ad oggi sono servite per allontanarli dalla verità, sia dal motivo reale e sia dai mandanti delle stragi; e che tanti poveri sventurati sono stati uccisi nelle carceri, torturati e sepolti vivi nel 41bis, e riempiti di anni di carcere ed ergastoli, usati per darli in pasto all’opinione pubblica e al linciaggio mediatico, per fare loro pagare colpe che non sono le loro e che continuano a pagare. Sacrificati perché sacrificabili, non avendo tutela e nessuno che si esporrebbe per difenderli. “Vittime ideali”. Questa verità è acclarata, ma nessun politico ha le palle per dirla. Hanno persino paura di dire che il 41 bis è una tortura. –  26/11/2010

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Nei gioni scorsi, sono sati posti agli arresti domiciliari otto persone. L’articolo così titolava “L’invasione truffaldina dei piemontesi”. I piemontesi non se ne sono mai andati dalla loro venuta del 1861, hanno fatto e fanno quello che vogliono, tanto i delinquenti siamo noi meridionali. Aluni imprenditori del Piemo te, con a capo il Vicepresidente della Confindustria di Cuneo, e cinque docenti universitari, prendevan i soldi per lo sviluppo del Sud, li intascavano senza fare niente, truffavano lo Stato; un sistema collaudato dal dopoguerra. Siccome sono quasi tutti del Nord, sono finiti agli arresti domiciliari. In caso contrario sarebbero stati messi in carcere con l’imputazione del 416 bis. Una volta eravamo tutti briganti, ora siamo tutti mafiosi. –  27/11/2010

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In alcuni articoli sull’arresto di Antonio Iovine erano riportate le dichiarazioni della gente di Casal di Principe: “Nessuno gioiva per il suo arresto, ma dicevano che da quando c’è lo Stato non c’è lavoro, e ritengono queste persone come Iovine educate e rispettose nei confronti della gente, mentre con lo Stato non solo non c’è lavoro, ma i politici sono maleducati, non rispettano la gente e pensano solo a rubare”. Se la prendono anche con Roberto Saviano, che li ha rovinati, perché con la nomea che ha creato al paese, non trovano più lavoro. Prima trovavano lavoro in tutta Italia. Fino a quando lo Stato crede di risolvere i problemi sociali con la repressione, non cambierà mai niente. –  28/11/2010

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Leggo delle incivili e barbare condizioni degli O.P.G. in Campania. In un articolo, una notizia mi è rimasta impressa. Tre agenti sono finiti all’ospedale Cardarelli, per l’attacco di un malato. La cosa strana è che due degli agenti avevano la mano fratturata e il terzo una scottatura da sigaretta alla tempia. Con la mia lunga esperienza carceraria, credo che i fatti siano andati diversamente. Avranno maltrattato il detenuto con modi poco piacevoli, e il malato ha sputato la sigaretta alla tempia dell’agente. L’avranno talmente massacrato di pugni da rompersi le mani. Putroppo i giornalisti non hanno la decenza di esporre la realtà o almeno di farla capire, ma cadono nel ridicolo con questi racconti falsificati così grossolanamente. 27/11/2010

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Un detenuto pugliese è entrato sano in carcere, e ora è paralizzato. L’hanno trasferito dal carcere di Lee al carcere di Poggioreale (NA), per fargli fare degli esami medici. Che potevano farglieli benissimo al carcere di legge, ma i detenuti sono pacchi postali. Non ha neanche la sedia a rotelle. Ora si sta interessando il senatore Caforio per fargliela avere tramite una rete di solidarietà. Il senatore ha constatato che il mondo carcerario è molto lontano dalla società e bisogna cambiare le cose, ritiene che sia una questione di civiltà. Non dubito della sua buona fede, ma queste parole le hanno dette tanti politici, che si fa fatica  a credere che avranno un seguito con i fatti. –  30/11/2010

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I direttori vorrebbero scioperare per i tagli economici fatti al sistema penitenziario. Riguardo alla parte economica hanno ragione, anche se dopo dieci anni se ne accorgono. Berlusconi ha inizato a tagliare dal 2001, e ogni anno l’ha fatto, portando addirittura le paghe dei detenuti che lavorano a quelle degli schiavi. Le carceri sono in queste condizioni ono solo per i fondi tagliati, ma principlamente per colpa dei direttori, che restringono, limitano e interpretano le leggi penitenziarie, convinti che la chiusura di ogni spazio e l’oppressione sia la migliore soluzione per la loro tranquillità.  In tutta Italia ch’è una rete di volontariato che sopperirebbe alle carenze di ogni tipo, ma i direttori la ostacolano in ogni modo.

Le leggi penitenziarie sono le più libertarie d’Europa, ma rimangono solo sulla carta. I direttori si comportano più da poliziotti che da eduatori. La colpa dello sfacelo delle carceri è da attribuire per il 50% ai direttori  e per l’altro 50% al D.A.P., che è loro complice.

Quello che riesce a fare la Direttrice Lucia Castellano nel carcere di Bollate (MI), lo fa con gli stessi soldi che prendono gli altri direttori. Perché non applicano lo stesso regime di Bollate nelle loro carceri? La legge penitenziaria è uguale in tutta Italia, pertanto sono i direttori che commettono errori nell’applicazione della stessa. Non hanno nessuna intenzione di cambiare le cose, perché si sentono dei piccoli Cesari. –  1/12/2010

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Cinquanta detenuti di quattro carceri siciliani e di uno campano (Salerno), hanno fatto ricorso alla Corte Europea per i diritti umani, per le condzioni disumane delle strutture e per come sono trattati. Questo dovremmo farlo tutti, principalmente nelle carceri del Sud. Nel Sud non si salva nessun carcere. Sono tutti fuorilegge, sia le strutture, sia il regime imposto, e sia i governi dei direttori.

Questo carcere sta costruendo i criminali del futuro, perché come cia Niccolò Machiavelli nelle “Istorie Fiorentine”.. “non fa mai savio partito far disperare gli uomini, perché chi non spera il bene non teme il male”. –  2/12/2010

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Su un quotidiano erano riportati i nomi dei cinque nuovi dirigenti generali del D.A.P., nominati il 18/11/2010 dal Consiglio dei Ministri. Tra i cinque dirigenti c’è l’ex direttore del carcere dell’Ucciardone, protetto da tutte le strutture dell’antimafia di Palermo, pertanto faceva ciò che voleva nel carcere dell’Ucciardone e prima di caltanissetta, nessuno sarebbe intevenito per fermarlo, ma solo per proteggerlo. Se i dirigenti del Ministero vengono scelti per le sofferenze che infliggono ai detenuti, allora si può capire lo sfacelo delle carceri, con i tanti suicidi, morti sospette e tanti pestaggi. –  3/12/2010

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Un furgone della Polizia Penitenziaria, in provincia di Avellino, ha causato un incidente perché i freni sono andati in avaria. Sono cose che possono succedere. Tre agenti della scorta sono rimasti feriti e altri cinque  persone che sono state tamponate dal furgone. Quello che mi ha colpito della notizia è che nell’artcolo non c’era una parola sul detenuto, che facilmente è quello che ha subito più danni, essendo che l’angusto posto riservato al detenuto non permette nessun riparo da impatto, non essendoci spazio, né la cintura né l’airbag, e né una maniglia per potersi mantenere.

Quando succedono incidenti in cui sono coinvolti gli animali nel trasporto, nelle notizie elencano quanti animali sono morti, quanti feriti e quanti se ne sono salvati. I detenuti non vengono neanche menzionati, essendo classificati meno degli animali da macello. Questo la dice lunga su come siamo considerati e di conseguenze su come veniamo trattati. –  4/12/2010

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Wikileaks sta portando una ventata di libertà, la democrazia orizzontale di internet. Come succese sempre, l libertà d’informazione non va d’accordo con il potere, che si mette di impegno per avversarla, con allarmi di pericolo, ecc. Viva internet e viva Wikileaks. Mi auguro che diventino ogni giorno di più, affinché sia impossibile fermarli. Anche nelle carceri e nel sistema penitenziario in generale, ci vorrebbe una ventata di libertà d’informazione. –  5/12/2010

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Ieri sera ho visto la trasmissione di Carlo Lucarelli su Rai Tre. Parlava degli omicidi nelle carceri e nelle caserme, da parte delle forze dell’ordine. Per la prima volta ho visto Lucarelli equilibrato, essendo che pende sempre dalla parte dei P.M. e delle forze dell’ordine.

Ha cercato di far capire quello che succede, citando alcuni casi; Cucchi, Aldrovandi, Uva, ecc., con interviste e foto. Credo che gli spettatori avranno avuto modo di riflettere sulla democrazia e il rispetto dei diritti umani nelle carceri e nelle caserme, non siano al livelllo del Cile di qualche anno addietro, ma in molti casi ci siamo vicini.

L’unica carenza è che non ha evidenziato la complicità elle Procure, nel cercare “sempre” di insabbiare i delitti commessi nelle carceri e nelle caserme. I P.M. intervengono solo quando i familiari delle vittime riescono ad avere una visibilità mediatica, come le famiglie Cucchi e Aldrovandi. Nel 99% dei casi insabbiano e coprono tanti delitti, gravi e meno gravi, delle forze dell’ordine; complici perché consapevoli di quello che fanno.

La spavalderia delle forze dell’ordine all’interno delle carceri e nelle caserve deriva dalla certezza di impunità che le Procure garantiscono. Comunque, ben vengano queste trasmissioni che squarciano questo velo omertoso, sui delitti che si possono benissimo definire di Stato. –  6/12/2010

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Mi ha scritto Giorgio Bertani, Prof. della facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Parma. Erano tre mesi che non mi scriveva. Nel suo scritto ho appreso che dal primo novembre è andato in pensione. E’ una persona straordinaria, una bontà unica che conquista i cuori. Gli voglio molto bene e mi auguro che un giorno possa rivederlo. –  7/12/2010

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A Capri i Vigili Urbani hanno indetto uno sciopero, perché non vogliono il loro comandante donna. Mi sono ricordato che qundo sono arrivato in questo carcere, sentivo voci di corridoio che gli agenti non volevano la Direttrice, perché non volevano essere comandati da una donna.  Siamo nel terzo millennio, e ci sono ancora queste chiusure mentali da Medioevo. Nelle persone si valutano le capacità e non il sesso a cui appartengono. –  8/12/2010

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Bill Gates ha finanziato con circa 350 milioni di dollari, allo scopo di dare la pagella agli insegnanti negli U.S.A. Opera meritevole, da prendere ad esempio per il nostro Paese, non per gli insegnanti, ma per i nostri politici e Magistrati. Queste due categorie si sentono al di sopra della legge, come gli aristocratici di un tempo, che ritenevano i loro privilegi un diritto divino, e sentendosi superiori non possono sbagliare, e quando succede non è colpa loro. –  9/12/2010

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Ho letto una notizia su un quotidiano, che sembrava il passato. Ma è il presente. In Gran Bretagna, i Lord inglesi possiedono circa la metà delle terre, con tutte le prerogative e i privilegi del passato. Aveva ragione Tommsi di Lampedusa.. tutto cambia per non cambiare niente. –  10/12/2010

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Dove c’è dissesto finanziario nella cosa pubblica, la colpa è sempre dei politici che usano la loro funzione non per il bene comune ma per il bene proprio. In Sicilia, l’Assemblea Regionale è la più costosa d’Italia. Hanno lo stipendio più alto dei parlamentari che sono a Roma. E così anche il sindaco e i consiglieri di Palermo. Il Presidente del Consiglio Comunale di Palermo ha detto che non erano gli stipendi del Comune di Palermo ad essere alti, ma quelli degli altri comuni ad essere troppo bassi. NOn sono non gli manca la faccia di bronzo, ma è senza vergogna. –  11/12/2010

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Sul balcone di un’abitazione che dista 50 me dalla mia finestra, hanno messo una luminaria che copre tutto il balcone con luci intermittenti. In TV ne vedo tante, ma l’effetto che mi fa questa dal vivo è una emozione che mi riporta con i ricordi ai miei natali a casa, quando ero ragazzo. L’ultimo l’ho trascorso a casa 30 anni fa. Sono sensazioni molto belle che si manifestano con piccoli eventi che tolgono il tappo alla bottiglia dei ricordi. Anche se siamo sepolti, siamo vivi. Non possono annullare ciò che sentiamo, ciò che proviamo e ciò che siamo: esseri umani. –  12/12/2010

Leggevo che nel carcere di Nuoro “Badu e Carros”, hanno vietato di avere biscotti nei pacchi dei familiari. Agli occhi della società possono sembrare provvedimenti assurdi e senza senso, ma non a noi detenuti che subiamo decisioni astruse a sfondo cieco dettate senza nessun criterio logico.

Riflettevo sulla protesta delle forze dell’ordine nelle piazze, per i tagli economici che sono stati fatti. Non hanno mai pensato che dopo avere tagliato a tutti, tra cui anche ai detenuti, poi sarebbe toccato anche a loro. Forse egoisticamente pensavano che siccume Berlusconi ha vinto le elezioni basandosi molto sulla  sicurezza, a loro non sarebbe toccato, anzi ne avrebbero avuto beneficio. Berlusconi con lo slogan che non mette mani nelle tasche della gente, da circa dieci anni taglia tutto a tutti tranne i privilegi delle caste, anzi quelli sono aumentati. –  13/12/2010

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La sfiducia non è passata. Berlusconi è anche fortunato. Fino a quando ci saranno questi Matusalemme all’opposizione, non cambierà mai niente. Mi auguro che presto li rottameranno e i giovani prenderanno il loro posto. All’estero l’immagine dell’Italia non è delle migliori. E’ ritenuto un Paese dove ip olitici pensano solo ai loro interessi e non all’interesse comune, e gli affaristi fanno il bello e il cattivo tempo. La nostra democrazia è una illusione, perché il voto non conta niente, decidono tutto le segreterie dei partiti, e la legge elettorale è ciò che l’ha definita il suo creatore, una porcata. Cosa ne è stato del referendum per la legge elettorale uninominale? Non bastava la limitazione del Mattarellum. Tutti d’accordo, l’hanno affossata e fatta dimenticare. Mi viene in mente il il film del Marchese del Grillo con Alberto Sordi.. “io sono io, e voi non siete un cazzo”. Questo rappresentano i cittadini per i politici. –  14/12/2010

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In ogni trasmissione televisiva, nei quotidiani, nelle riviste, nei calendari e anche nei film, si vedono “sempre” le manette cosiddette “americane”, quelle con la catenella in mezzo. Queste manette sono in dotazione a tutte le forze dell’ordine. La cosa singolare è che nella realtà queste manette la Polizia Penitenziaria non le usa mai. Usano un tipo di manette che sono una tortua. Li misero al posto dei vecchi schiavettoni, che erano molto più umani di queste manette. Siccome al peggio non c’è mai fine, ne avevano inventate un tipo dal peso di 2-3 kg; per paura che potessero essere usate come corpo contundente la Polizia Penitenziaria non le usa più. Perché nelle traduzioni e nei tribunali non fanno vedere le manette che usano?. A cosa servono alla Polizia Penitenziaria le manette in dotazione se non le usano? Si cerca sempre di infliggere sofferenze ai detenuti. –  15/12/2010

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Il codice stradale sancisce che ogni vettura deve avere la cintura di sicurezza e l’airbag. Nei furgoni blindati, il detenuto nella gabbia (stia per polli) a lui asseggnata, è sprovvisto di cintura di sicurezza, aribag, e non c’è neanche una maniglia a cui aggrapparsi durante le frenate. Tenendo presente che ai detenuti non vengono tolte le manette, che per regolamento dovrebbero togliergliele e lasciarle solo in casi eccezionali.. ma purtroppo in Italia l’eccezione diventa la regola. In caso di incidente o di problemi, i detenuti sono lasciati in balia della forza generata dall’impatto. Lascio immaginare i danni che ne possono derivare. Questo è sotto gli occhi degli addetti ai lavori, ma mai nessuno ha detto una parola. Le leggi sono violate proprio da chi dovrebbe farle osservare e applicare. –  16/12/2010

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Addirittura hanno aperto un procedimento per la revoca del 41 bis a 140 detenuti all’Ucciardone e 160 tra Poggioreale e Secondigliano a Napoli. Hanno messo questi episodi nella trattativa che ci sarebbe stata tra Mafia e Stato. Per rendersi conto di questa bufala basta andare a vedere i notiziari e i quotidiani nazionali e locali dell’epoca. Inoltre questi 300 detenuti a cui era stato revocato il 41bis.. nessuno di loro era assegnato nelle carceri del 41bis dell’epoca: Asinara, Pianosa, Novara, Cuneo, Spoleto e Rebibbia. A questi 300 detenuti fu applicato il 41bis per ritorsione per gli agguati contro agenti della Polizia Penitenziaria che faevano servizio nelle sezioni di transito dei 41bis dei tre carceri menzionati. Quando si vuole costruire un caso, ci sono forze così potenti che hanno il potere di manipolare la realtà e di modellarla secondo i loro fini e gli scopi che si prefiggono. –  17/12/2010

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La Corte di Appello di Firenze ha riformato il reato e la sentenza per l’omicidio di Gabriele Sandri, commesso dal poliziotto Luigi Spaccarotella. Da omicidio colposo a omicidio doloro. Hanno avuto coraggio, ma personalmente, fino a quando la sentenza non sarà resa definitiva dalla Cassazione, non ci crederò; perché negli ultimi 50 anni, non mi risulta che qualcuno delle forze dell’ordine abbia mai pagato  per gli omicidi volontari e in alcuni casi premeditati, commessi in strada, nelle caserme, nelle carceri, e nei manicomi, ora O.P.G. –  18/12/2010

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Credo che gli O.P.G. dovrebbero essere chiusi e aprire delle strutture come l’O.P.G. di Castiglione delle Stiviere che è una struttura ospedaliera. I pazienti sono liberi di girare da soli, e sono trattati come malati. La Polizia Penitenziaria controlla solo il muro di cinta esterno, senza avere nessun contatto con i malati. Il deputato Ignazio Marino ci sta lavorando. Gli auguro che ci riesca, perché è inaccettabile che nel terzo millennio nel Paese Ocidentale ritenuto la patria del diritto e settima potenza mondiale, ci siano situazioni  disumane e barbare come i nostri O.P.G., senza dimenticare le nostre carceri. –  19/12/2010

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La montagna ha partorito un topolino. La legge dell’ultimo anno può essere beneficiata solo da 1500 detenuti. E’ singolare che più passa il tempo e più la cifra si ridimensiona. Per risolvere il problema del sovraffollamento basterebbe abolire la custodia cautelare. Si eliminerebbero in un colpo solo tutti i problemi che il sovraffollamento ha causato.

Il capo del D.A.P, Ionta, ha dichiarato che los trumento del 41bis è valido, e lui lo ha sempre sostenuto. Che la discussione dei ricorsi del 41 bis concentrati al Tribunale di Sorveglianza di Roma è una norma di saggezza, perché la tematica richiede una omogeneità di tratamento. Che bisogna evitare i contatti con l’esterno.

Il dott. Ionta dovrebbe spiegare a cosa servono i divieti e le restrizioni della vivibilità interna che sfociano in cattiveria gratuita e in alcuni casi in tortura psicologica…

Dovrebbe dirci  SE HA MAI VISITATO UNA SEZIONE DEL 41BIS.

SE IMMAGINA TUTTE LE SOFFERENZE CHE CAUSA IL 41BIS.

Essendo un magistrato sa bene che la norma di concentrare tutti i ricorsi del 41 bis a Roma è anticostituzionale, per violazione dell’art. 25 della Costituzione.. “Nessuno può essere distolto dal giudice naturale”. Limitare i colloqui con gli avvocati è anticostituzionale per violazione dell’art. 24 della Costituzione… “La difesa è un diritto sacro e inviolabile”. La legge e i diritti sono per le caste, per il popolino non c’è né legge né diritto. –  20/12/2010

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Ho finito di leggere un libro di Andreotti, un diario dal 1927 al 1990. La politica non è cambiata molto nel tempo. Una volta c’era più segretezza. Oggi anche per nuove tecnologie tutti gli altarini escono a galla, ma si tratta di cose che si facevano anche una volta.  Nel 1984, annotava che bisognava cambiare la Costituzione per sintonizzarla alla Convenzione Europea. Sono passati 25 anni e nulla è cambiato, anzi penso che difficilmente cambierà, perché ci sono sacche di poteri e privilegi a cui non vogliono rinunciare, ad esempio tutta l’impalcatura antimafia che perderebbe tutto il potere che la foga giustizialista le ha procurato. Andreotti continuava dicendo che, prima di riformarla, la Costituzione andrebbe applicata. Cosa che non succede ancora oggi. –  21/12/2010

 

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