Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

Le deportazioni di detenuti.. di Sebastiano Milazzo

 
Sebastiano Milazzo ci invia questo testo, chiedendo che sia diffuso il più possibile.. e quindi inviato a giornali, televisioni, ecc. Chiunque voglia dare una mano in tal senso è bene accetto.
Le ultime vicende di Sebastiano ormai le conoscete da qualche mese, e tanti post ci sono stati sull’argomento. Sebastiano nonostante anni di attivo impegno nelle attività carcerarie, e un approccio positivo e animato da autentica voglia di crescere e dare il proprio contributo, non solo non è stato trasferito in un luogo (preferibilmente un carcere della Toscana) dove avrebbe potuto avere la possibilità di vedere la vecchia madre ammalata, e anche la moglie ammalata che non vede da 18 mesi (e con le neppure i figli).. ma è stato trasferito a Carinola (un carcere ritenuto “punitivo”), ancora più lontano di dove era in precedenza (Spoleto).. molto più lontano. E sembra che il motivo sia stato il fatto di essersi opposto  a una PRATICA ILLEGALE.. che molte carceri stanno cercando di porre in essere. Ossia, per ovviare al sovraffollamento, adibire la cella di detenuti ergastolani alla possibilità di accogliere un altro ergastolano.. quindi fancendone una cella a due. Le carceri che stanno attuando questo provvedimento STANNO VIOLANDO LA LEGGE (art. 22 Codice Penale).. e segnaleremo ogni carcere, di cui avremo notizia, che mette in atto questa pratica illegale, oltre che immorale. Perché una persona che rischia di non uscire più dal carcere, deve avere almeno la possibilità di un suo spazio solitario… almeno questo.
L’articolo di Sebastiano Milazzo è però di respiro globale, nel senso che non parla del suo caso in particolare, ma fa una disamina generale dell’enorme spreco di risorse associato ai trasferimenti di detenuti (” nel 2009 la polizia penitenziaria è stata impegnata in 330.000 trasferimenti con un aggravio veramente importante per il lavoro della polizia penitenziaria (…) Sono statio spesi 8/9 milioni di euro per le sole compagnie aeree, senza contare le spese di diaria per 2/3 agenti per detenuto. “.. per citare il dott. Franco Ionta.. quindi non qualche pericoloso attivista..:-).
Io credo che Sebastiano dica anche il vero quando sostiene che è troppo limitante dire, come fanno molti operatori del carcere, che tutti i problemi derivano dalla mancanza di risorse.. (“se avessimo più guardie.. più assunzioni.. più finanziamenti.. più..”).. sicuramente sono importantissime. Ma questo non fa venire meno la necessità di un “uso” diverso di quelle che già ci sono.. e di un differente approccio umano, morale, culturale.
Di questo pezzo di Milazzo non condivido giusto il richiamo al brano dell’onorevole Bernardini che fa un vago parallelismo con la Shoah. Io credo che appunto perchè si tratta di lotte delicate e di realtà dure e problematiche, non c’è bisogno di aggiungere ad esse più durezza di quanta esse stesse contengono.  La Shoah…e il mondo dei Lager e dei Gulag è tutta un’altra cosa. Comprendo anche Pannella e lo stile provocatorio. Ma non si fa un  buon servizio ai detenuti calcando troppo la mano con un paragone che ritengo ecessivo.
Vi lascio alla lettera di Sebastiano Milazzo.. da diffondere il più possibile..
 
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In un momento in cui le carceri italiane sono definite “una riproposizione MORALE e CIVILE della Shoah” (On. Rita Bernardini CAMERA dei deputtai 14/12/2010), molti di coloro che le gestiscono si esercitano in un penoso lamento sulle mancate assunzioni e sui tagli ai finanziamenti, con il chiaro scopo di ottenere una certa irresponsabile indulgenza e persino una sorta di giustificazionismo morale per le vessazioni inutili praticate sui detenuti.
Vessazioni contrarie al senso di umanità cui dovrebbe ispirarsi la pena, secondo la costituzione, imposte da chi domina il sistema, sotto forme diverse, ma sempre opprimenti, che avvelenano, nel senso più profondo del termine, per soddisfare e proporre malsane pulsioni e quella marmellata di interessi che ruotano intorno alla gestione della pena che non meriterebbero nè giustificazioni nè indulgenze, perchè alla resa dei conti sono la vera causa della metastasi che porta il sistema allo sfascio. Di esempi che contribuiscono ad allargare la metastasi se ne potrebbero fare tanti, ma la pratica dei trasferimenti non giustificati è sicuramente la più sciagurata, per le indicibili sofferenze che produce sui detenuti, e per il grande spreco di risorse umane ed economiche che comporta. Questa vergognosa pratica, adottata ormai a sistema, non ha niente a che fare con la lotta alla -criminalizzata- e non, nè con la sicurezza degli istituti di pena.
Questi sono i termini su cui gli eccelsi promotori dell’industria delle traduzioni speculano mescolando il vero al falso, la buona alla cattiva fede, per poter alzare una cortina fumogena sullo spreco di risorse attuato fuori da ogni controllo e talvolta al limite del lecito.
Usano la criminalizzazione dei detenuti per far trionfare il cinismo più radicale di un intreccio di affarismi e privilegi carrieristici, interpretando e applicando le regole che vogliono, avendo la capacità di sottomettere i magistrati di sorveglianza e la stessa direzione generale del D.A.P.
Nel caso dei trasferimenti, ad esempio, viene scelto con scientifica malvagità, per ogni singolo caso, il luogo più lontano da raggiungere, da parte dei famigliari che si ostinano a mantenere i rapporti affettivi con i congiunti detenuti.
Ne deriva la geniale conseguenza che ” nel 2009 la polizia penitenziaria è stata impegnata in 330.000 trasferimenti con un aggravio veramente importante per il lavoro della polizia penitenziaria (…) Sono statio spesi 8/9 milioni di euro per le sole compagnie aeree, senza contare le spese di diaria per 2/3 agenti per detenuto. ” (dott. Franco Ionta direttore del dipartimento amministrazione penitenziaria AG ASCA 25/5/2010)
Uno spreco di risorse umane ed economiche, denunciato da chi sta ai vertici del sistema che si potrebbe evitare con la territorializzazione della pena che nessuno riesce ad avere la forza di correggere, attuando i trasferimenti solo in quei limitati casi in cui comprovate esigenze sconsigliassero la presenza del detenuto in un dato luogo. Uno spreco di risorse che interrompe i percorsi rieducativi, per realizzare i quali lo stesso sistema spende cifre considerevoli, e che costringe decine di migliaia di nuclei famigliari a girare in lungo e in largo le strade del paese per fare i colloqui. Naturalemente, gli effetti più devastanti di questo vergognoso fenomeno si abbattono sulle famiglie più bisognose, costrette a sottrarre del tempo al lavoro e agli obblighi scolastici dei figli, che è poi il modo di salvare le condizioni perchè le carceri rimangano sempre piene attraverso il turn over tra i padri e i figli.
Tutto questo spreco mentre viene ridotto il rotolo di carta igienica per detenuto e in un periodo di sovraffollamento in cui carceri nuove rimangono chiuse per mancanza di agenti, impegnati in traduzioni inutili e controproducenti. Naturalmente quetso inutile spreco di risorse è possibile realizzarlo perchè il sistema carcerario è gestito da una sorta di STATO parallelo che ha la capacità di di far passare gli operatori capaci, onesti e rispettosi delle leggi dello stato ufficiale, nel migliore dei casi, come pavidi oppure inaffidabili. Uno stato parallelo che esalta coloro che riducono il sistema a maschera sporca dei proprio vizi e dei vizi di coloro da cui hanno avuto l’incarico di gestirlo.
Un detenuto reclama un diritto, trasferito. Per motivi di salute di un famigliare chiede un avvicinamento , trasferito ancora più lontano. Deve affrontare una vicenda giudiziaria che durerà un decennio, trasferito lontano, con la conseguenza di un andirivieni decennale tra la sede giudiziaria di provenienza e il luogo di assegnazione.
Queste sono le maggiori cause dei 330.000 trasferimenti denunciati dal dott.Ionta.
Tutto il resto è pura demagogia.
Milazzo Sebastiano  C. di R. Carinola 
 

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Un pensiero su “Le deportazioni di detenuti.. di Sebastiano Milazzo

  1. Incazzarsi , non serve a nulla , ti nuoce è ti fà male, ma parlandone , metti fuori la tua collera , con le tue parole chiare di dissappunto di ciò che avviene dentro il carcere , così , che molti ascoltino , e divulghino , le realtà , di tutte questè manovre , che causano disagi , economici, è tempo sprecato , a fare solo del male .
    Speriamo che qualcosa si muova ,metta fine ,è ci sia + clemenza . e amore , basta sofferenze ..nè abbiamo già fin troppo , le (malattie ), quelle che quando vengono devi curare.
    Ma quelle dell’anima sono ancor + peggiori …Ciao amico, resisti …

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