Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

A mia moglie.. di Francesco Annunziata

Quella che leggerete è un estratto di una lettera molto più lunga..

ma è talmente significativo, che voglio pubblicarlo da solo, rimandando ad un  altro momento la pubblicazione della parte rimanente della lettera..

Nellino Annunziata tocca corde delicate in questi passaggi.. scrivendo come al solito pane al pane, mostrando anche quei lati problematici che possono caratterizzare la quotidianità del rapporto carcerato mondo esterno, soprattutto nel caso dei detenuti con le mogli..  E ci regala cosi uno spiraglio di vita concreta, al di là di tutti i discorsi astratti sul carcere..

E poi è anche uno spiraglio di umanità, che di ce molto della persona Nellino…

Ed è anche un grande apprezzamento e ringraziamento verso la moglie e la sua straordinaria dedizione verso di lui..

Credo che sia davvero importante leggere passaggi come questi..

——————————————————————————————–

(…)

Il Cammino di Santiago? E già! E quel “CAMMINO” è lungo uguale. E’ dedicato a mia moglie, e descrive più o  meno il “suo”, il “nostro” cammino insieme. Lei sa di cosa parlo, ovviamente. Dagli inizi, alle bugie, al suo papà che le diceva che ero “Nellino”, e lei che si ostinava a rispondergli che mi chiamavo Francesco, alle uscite sempre fuori zona, a non capire perché non restavamo a girare per il “nostro” paese, fino al primo arresto e relativa lettura dei giornali locali, e conseguente rimbotto al primo colloquio.

Al suo non riconoscere il Nellino che raccontava la gente, ma guardare solo il suo Francesco. Accettare le conseguenze delle mie azioni, con alti e bassi come in tutte le coppie. Ma tant’è.. è ancora qui e ogni 15 giorni si sobbarca 800 km tra andata e ritorno per stare tre ore seduta con me in un tavolino, e crescendo due figli da sola, lavorando, e sobbarcandosi infiniti sacrifici, mille difficoltà, depressione, guai..ecc..ecc..ecc. Ma senza mai mancare una volta, ovunque mi trovassi, di notte o di giorno, malato o sano. A Livorono, incinta del mio secondo figlio, prendeva il treno a mezzanotte per stare lì alle 7:00 del mattino, e sedersi fra i due scompartimenti perché non c’era posto.

Guarda, nessuno può immaginare quello che passano queste donne, e i sacrifici che fanno non sono mai abbastanza apprezzati. E noi detenuti, ti assicuro che succede a tutti, ci arrabbiamo se ci portano un paio di calzini di un colore diverso da quello che abbiamo chieso, litighiamo con loro se tarda una lettera ad arrivare, se ci ha portato il pollo anzichè il tacchino, e altre futilità varie.

Se ci pensi, ti sembrerà impossibile, ma ti assicuro che è così per tutti. Prova a chiedere, fai una domanda del genere: “per quali motivi si può litigare con la moglie al colloquio?”

E vedrai quali risposte riceverai. E’ incredibile come riusciamo ad essere stupidi. Poi ci sono casi patologici come il mio, che se non litighiamo iniziamo a domandarci se non ci sia qualcosa che non va, visto che sono vent’anni che litighiamo, allora… IRRECUPERABILE! 🙂

Poi dipende dal tuo interlocutore. Purtroppo l’ignoranza, l’ipocrisia è ancora tanta, troppa. Pertanto trovi ancora gente che pensa: donna zitta e muta. Da quando io ero fuori litigavo con i miei amici per questo, gli dicevo: “voi non volete una moglie, ma un robottino che fa quello che le dite”. Io amo confrontarmi con lei, discutere con lei, prendere decisioni con lei. Ovviamente sugli argomenti che possono essere di sua pertinenza.

Proibirle di uscire? E perché? PROIBIRE! Che brutta parola. Dove siamo, al Medio Evo? No! Viva la libertà! Liberi di fare le proprie scelte, nel rispetto dell’altro e della coppia. Io so cosa può darti dispiacere, tu sai cosa può darmi dispiacere, entrambi felici di rispettare le idee dell’altro. Quando diventa un sacrificio rispettarle, allora significa che non c’è più quello che c’era prima, ed è inutile costringere qualcuno a fare quello che non vuole. Dal primo giorno l’ho sempre pensata così, e questi erano i “litigi” con i miei  amici, che le tenevano segregate in casa o le facevano uscire vestite col “BURQA”.. Io no, e le loro mogli si lamentavano, perché dicevano: “Nellino non è così, ha fiducia”. E quelli se la prendevano con me…:-)

Scusa lo sfogo, ma è bello che chi è all’esterno sappia che ci sono anche queste cose dietro alle persone detenute. E poi tu mi hai scritto  proprio una bella lettera…

(…)

Navigazione ad articolo singolo

2 pensieri su “A mia moglie.. di Francesco Annunziata

  1. Antonia Tripodi in ha detto:

    Carissimo Nellino, abbiamo imparato, attraverso i tuoi scritti, a conoscerti e oggi percepiamo anche il Francesco, con gli occhi stessi di tua moglie; abbiamo capito che sei una persona stupenda…ma abbiamo anche capito che non è tutto merito tuo.
    Se tu oggi sei come sei è per merito di quella donna che vive seguendoti…e ti assicuro che non è per niente facile.
    Ci sono donne, in situazioni tranquille, cioè famiglia perfetta, con lavoro ideale, tranquillità economica ecc. che non muovono un passo verso il marito. E i mariti non si lamentano…mai!
    Dietro hai una grande donna e tu lo sai, si capisce che è preziosa per te, e il tuo atteggiamento (così diverso dagli altri tuoi amici) nei suoi confronti ti fa onore…
    (Mi dispiace dirlo ma i tuoi amici pagheranno le conseguenze, soprattutto perchè perderanno la stima delle loro mogli ogni giorno che passa, sempre di più…è sicuro questo.)
    Lei è molto forte e oltre a essere di grande aiuto per te, sono sicura che sarà di ottimo esempio anche per i vostri figli. La forza di una madre è tutto.

    I tuoi figli secondo me sono anche molto simpatici…la storia dell’acquario è “tragica” ma allo stesso tempo a me ha fatto sorridere, non te la prendere se dico questo,ti assicuro che so cosa vuol dire (davanti all'”acquario” per me era inevitabile l’appuntamento con la crisi di panico, e sono adulta)
    L’acquario per i bambini rappresenta un mondo incantato, fatto di colori e forme delicate anche se intoccabili, dove tutto avviene morbidamente, con lentezza e tranquillità,in silenzio…Ecco, secondo me lei non aveva percepito la bruttura del posto, o inconsciamente l’aveva trasformata, però voglio riconoscere nelle parole della tua bimba quella certa magica spensieratezza che appartiene ai bambini sereni che hanno i genitori forti, che si vogliono bene e che superano INSIEME le difficoltà; oggi è una rarità, anzi è un lusso.

    A presto…

    P.S.= Ogni volta che vedo un acquario mi ricordo della tua bimba. La immagino molto sveglia, intelligente e anche troppo simpatica!

  2. Sono un pò in ritardo , ma sò che sono perdonata, avvolte gli impegni mi portano via del tempo , ma adesso le recupero , per rispondere a Francesco .
    Quello che dici è bello dà parte tua , nel vedere la donna , come persona non come una macchina , che cammina dove e come tu vuoi .
    Le lasci spazio dandogli quella fiducia , che si è rafforzata durante gli anni trascorsi insieme .
    Adesso lei e sola ma il suo amore , la porta a fare quel lungo cammino di, pellegrinaggio che con molto sacrificio deve affrontare .
    Lei , in quel cammino ,non vede ostacoli vede sola la meta che deve raggiungere , quella meta che lei sà già che sarà breve,ma quel breve tempo saranno per lei tanto .
    l’amore non conosce ostacoli quando e puro .
    Quando lei giungerà i loro occhi si incotreranno , e brilleranno , spontaneamente , e sorideranno .
    Forza Francesco vivi per lei, per quell’amore che hai per lei , lei ti ama ..
    Un abbraccio Pina

Lascia un commento