Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

Una favola di Giovanni Zito

netnan

Ecco una favola che ci ha inviato il nostro Giovanni Zito, detenuto a Padova.

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C’era una volta, tanto tempo fa,

un vecchio nonno che per il gran bene dei suoi nipotini inventava delle storie per far contenti i bambini, gli raccontava le favole nate dalla sua fantasia.

Così un bel giorno il vecchio nonno disse:

“Bambini miei, adesso se fate i bravi e promettete di andare a scuola senza tanti capricci, il nonno vi racconterà ancora una fiaba”.

Allora i suoi nipotini, tutti presi dall’attenzione dissero al vecchio nonno:

“Raccontaci prima la tua bella storia nonno, così noi andiamo più contenti a scuola”.

Il nonno non era tanto convinto, ma quando guardò gli occhi dei suoi piccini non seppe resistere e cominciò:

”Un giorno quando il mondo era ancora allegro, bello e giovane, così come lo ero anche io, m’incamminai verso l’Etna, la montagna più alta della Sicilia…” e i bambini:

“Oh che meraviglia nonno e come ci sei arrivato fino lassù nonno? A piedi?”

“Sì” rispose il nonno “feci questo lungo viaggio a piedi inoltrandomi nel bosco dei pensieri. Mentre camminavo comparve un folletto e mi chiese dove sei diretto vecchio saggio lo sai che l’Etna, la grande montagna, non gradisce visite inopportune!”

E il nonno rispose: ”Da giorni sono in cammino per chiedere alla montagna il bene più sincero e la vita più buona per tutti i bambini del mondo”.

Allora il folletto disse:

“Siediti qui, riposa sotto questo salice e dimmi che cosa hai in mente, in modo che tutti possano ascoltare il tuo desiderio. La strada ancora è lunga ma la tua voce giungerà fino lassù, perché gli alberi con le loro foglie tesseranno le tue parole con il filo della tua voce, poi il vento trasporterà il tuo messaggio e solo così troverai il sentiero libero dalle tante insidie. Quindi parla nonno, ma bada bene a ciò che racconterai, se il tuo cuore sarà puro, come le parole che dici, il tuo cammino diventerà favoloso!”

Il nonno era un po’ insicuro, non sapeva con certezza se il folletto parlava sul serio oppure si prendeva burla di lui.

Esitò per qualche minuto ancora per vedere se il folletto della montagna dicesse la verità.

Intanto il folletto osservò la bella e colorata collana che il vecchio nonno portava al collo, così gli disse:

“Vecchio nonno come mai porti al collo questo talismano, voglio sapere con quale artificio ti sei trasportato!”

Il nonno rispose.

“Ti sbagli o folletto…io sono un semplice nonno e non vado in cerca di fortune o inganni. Ciò che vedi al mio collo mi fu donato dalla principessa sognatrice. Costei abita al di là del mare e vive in una piccola casetta tra i boschi più profumati, e poi come vedi sono delle semplici piume di felicità e queste sono perline colorate di vita. Questi invece è il crine dell’ultimo unicorno che la principessa incontrò nel suo bosco fatato.”

“Uff…” sbuffò il folletto “tu credi che io sia matto e mi faccia prendere in giro dal primo che arriva fin quassù, vecchio nonno. Beh, ti sbagli, staremo a vedere”.

Così l’anziano cominciò:

“Vedi folletto io non voglio che i bambini soffrano. Il ciclo della vita che conosciamo sta svanendo perché ormai nessuno crede più a noi esseri umani, ma i bambini hanno un forte bene, loro non sono come noi adulti, credono ancora alle favole e alle vecchie storie. Loro, i bambini, non devono mai trovare il cerchio del peccato, quindi bisogna proteggerli così quando saranno grandi avranno il mondo che loro desiderano ecco perché sono qui, devo aiutarli. Tu sai folletto che ci sono alcune forze buone e altre cattive, quindi è mio dovere provare, devo farlo per i miei nipotini”.

Il folletto decise che il vecchio nonno dicesse la verità così dopo averlo ascoltato e ristorato gli disse: “Vedi anziano tu dici il vero. Quelle nuvole dorate ti condurranno alla montagna, sarai lì in un battibaleno . Sei libero di andare adesso, ma ricordati i tuoi obiettivi sono giusti, fai buon uso del tuo sapere e non interferire con l’armonia della terra sacra. Vedrai che la montagna esaudirà ciò che tieni nel tuo cuore e non solo per i tuoi nipotini ma anche per tutti i bambini del mondo”.

Il nonno ringraziò il suo amico folletto e riprese il cammino sopra la nuvola dorata.

Giunto alla desiderata  montagna osservò il grande cratere da sopra la nuvola.

Gli parlò con il cuore pieno di amore come se fosse una creatura viva:

“O montagna tu che rombi di notte e di giorno, che scuoti questa terra, che domini da quassù la meraviglia della tua isola, fai in modo che tutti i bambini possano rimanere lontano dal cerchio dei brutti racconti, fai in modo che questi tuoi figli siano protetti nel futuro, dagli coraggio e forza di vita, io ormai sono un vecchio nonno e non vado oltre alla mia età. Lo so, o montagna, che non sono stato un buon esempio nel mio vivere, ma penso sia giunto il momento di cambiare per amore dei miei nipotini”.

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2 pensieri su “Una favola di Giovanni Zito

  1. Giuseppina Zito in ha detto:

    Caro amico oggi appena mi e’ apparsa la foto dell’Etna , ti ho visto sai !! eri la ti vedevo che cercavi quei sentieri che portano su la cima e poi di colpo mi sono resa conto che ero io che la guardavo , perché ogni mattina mi appare , lei maestosa , imponente , adesso vestita di bianco , sembra che parli , cosi ritorno alla tua fiaba saggia come lo sei tu Giovanni Zito.
    Avvolte bisogna avventurarsi per ritrovarsi, riempiti di odori, sapori, colori, forme varie, che ci vengono offerte cosi via via sempre fortificandoci.
    Se gli parli, lei comprende e sbuffa, certo non è contenta dell’umano, che continua con le sue malefatte non a coltivare amore , ma dissenso che porta alla rottura di questo umile sentimento che va compreso nel suo insieme, fecondo e comunicativo. Fai bene amico, trasferire ai piccoli essi devono crescere , fuori da questo inferno e se non gli parli col cuore, essi vivranno seguendo quel sentiero che porta al male e che distrugge l’amore…
    Cerchiamo quindi di essere preparati ad affrontare il tutto e per tutto , guardando questa bellezza si è capaci di creare l’immaginabile rendendola reale ” sognare ” e farti divorare da questo sogno , ma i passi non sono sogni e neanche la trasmissione quella e reale, tu sei reale , con le tue parole e con la tua trasformazione, la montagna a parlato e con un sorriso ti saluta aggiungendo grazie …

  2. Alessandra lucini in ha detto:

    Una bella FAVOLA sì, dovrebbe essere la realtà di tutti i giorni, facciamo in modo che la favola diventi realtà. ciao Giovanni

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