Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

Con gli occhi dell’anima.. racconto di Bledar Shehi

Bledar Shehi è un giovanissimo (23 anni) detenuto albanese, la sua città di origine è Durazzo. Attualmente è detenuto a Bologna.

Da pochissimo tempo siamo in corrispondenza..

Bledar ci ha mandato un suo racconto, “Con gli occhi dell’anima”, perché venga pubblicato sul Blog.. ed è il racconto che sto postando oggi.

Bledar avrebbe il piacere di corrispondere con chi volesse scrivergli. Se qualcuno fosse interessato, il suo indirizzo è:

BLEDAR SHEHI

VIA DEL GOMITO n.2

40127 – Bologna

Vi lascio al suo racconto..

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Era un giorno d’autunno come tanti altri giorni, e Leonard passeggiava pensieroso per le strette vie di Tirana. In un attimo si sentì lo strisciare delle gomme della macchina che si era fermata in un attimo. Dal finestrino dell’auto provenivano una marea di parolacce. Leonard si avvicinò chiedendole se si era fatta male. Lei allungò la mano e gli  chiese di aiutarla ad attraversare la strada. Leonard capì subito che la ragazza era cieca, e dentro di sé si domandava come era possibile che una bella ragazza come lei potesse avere questa disgrazia.

“Grazie” dice lei, “mi chiamo Ina e tu?.”

“Leonard”, disse lui. “Se vuoi ti accompagno fino a casa”.

“Grazie”, dice Ina, “è qui vicino”, e nel frattempo pensava: ‘che ragazzo gentile, oggi giorno se ne incontrano pochi’; e poi aveva questa voce così bassa, quasi intimorito. Comunque, le faceva p iacere che l’accompagnasse fino a casa. Tra un pensiero e l’altro arrivarono alla porta. Leonard vide la casa, era una bella villetta di gente ricca. Saluta Ina e, appena fa due passi, si gira e le dice: “se ti fa piacere posso passare un giorno e andiamo a fare una passeggiata”.

“Grazie”, risponde Ina, “vado ogni giorno al parco Rinia la mattina. Ti va domani alle dieci?”

“Sì”, risponde lui tutto contento, e intanto si allontana. Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Ina, così bella ed educata. L’indomani si trovò puntuale alle dieci davanti a casa di Ina. “Buongiorno”, dissero entrambi. Leonard le prese la mano e si diressero verso il parco. Dentro di lui sentiva una sensazione strana. Chiacchierando giunsero al parco. Era una giornata bellissima e calda. Nel parco si sentivano gli uccelli cantare e le foglie degli alberi che cadevano. Leonard comprò due aranciate. Ina si domandava  di che cosa si occupasse, e dove abitava. Ad un tratto Leonard le raccontò la sua vita. Lui era orfano sin dall’infanzia, aveva una sorella maggiore che viveva con un uomo molto più grande di lei e molto violento. Le raccontò tutto, non però della situazione della sorella Mirella. Era un povero ragazzo, che si guadagnava da vivere facendo lavori saltuari. Aveva però un grande dono, quello di scrivere articoli per un giornale. Ina si era dispiaciuta dell’infanzia di Leonard e non le pareva opportuno raccontarle la sua infanzia, che era l’opposto di quella di Leonard, tranne l’incidente che aveva avuto all’età di sette anni, quando giocava con amiche e i suoi cugini nel giardino ed era finita nel fosso di calce che le danneggiò quasi del tutto la vista. Vedeva solo ombre. Adesso studiava per diventare avvocato ed era all’ultimo anno. Gli raccontò che aspettava delle analisi per potersi operare agli occhi, anche se lei era scettica al riguardo. Ormai non credeva più, già delusa dalle molte altre volte. Di colpo Ina chiese che ore erano, e Leonard disse: “quasi le due”. Il tempo sembrava volasse. Ina aveva promesso ai genitori che sarebbe tornata per l’ora di pranzo. Di solito i genitori di Ina erano molto tradiziionali, ma questa volta non dissero niente. Vedevano la loro figlia felice e aveva un’aria nuova. L’indomani Ina aveva invitato Leonard a pranzo a casa sua, così avrebbe conosciuto anche i suoi genitori. Ormai dentro di sè lei sentiva che qualcosa stava cambiando.

Leonard si diresse a casa della sorella per farsi stirare la camicia e i pantaloni migliori che usava per gli eventi più importanti. Entra a casa, abbraccia sua sorella e le racconta della ragazza conosciuta per puro caso. Dopo un pò vede entrare Enea che lo fissa insistentemente. Avevano avuto discussioni e non si sopportavano. Da quando Leonard aveva capito che sua sorella si prostituiva, faceva di tutto per convincerla a lasciare Enea, e sparire. Mirella aveva provato una volta, ma le era andata male. Si era ritrova inn ospedale con le costole rotte. Allora Leonard si era recato al posto di polizia per sporgere denuncia contro Enea. Ma la polizia non poteva fare niente per una denuncia fatta da terzi, e Leonard qualche giorno dopo vide l’ira di Enea avventarsi su di lui. Non aveva mai preso tante botte in vita sua. Comunque, dentro di sè, aveva giurato che lo avrebbe ucciso, se ci avesse provato ancora.

E’ già domani. Un bellissimo giorno per Leonard che si era svegliato presto. Si era sbarbato e aspettava l’ora. A mezzogiorno si trova alla porta della casa di Ina e vide anche un ragazzo ben vestito ed elegante. “Piacere”, disse, “sono Pirro”. “Leonard”, aggiunse lui, “amico di Ina”. Pirro gli raccontò che era amico di infanzia di Ina e della sua famiglia. Ora studiava a Londra e a breve sarebbe diventato dottore. Leonard provò un sentimento di gelosia. Ogni tanto si chiedeva che cosa ci faceva lui, un ragazzo povero, in mezzo a benestanti. Comunque il sentimento che nutriva per Ina soffocava quei pensieri.

Ogni giorno andava  a prendere Ina per la solita passeggiata al parco. Lei gli raccontò che tutti i suoi amici non si facevano vedere. A Leonard gli si strinse il cuore. Le raccontò che aveva un solo amico, che lavorava al giornale e gli faceva scrivere articoli e così guadagnava qualche soldo. Si alzarono e si diressero verso la sede del giornale. Le presentò Alfred. Quando la vide rimase di stucco.

“Hai trovato proprio una bella ragazza, Leonard”.

“Siamo solo amici”, rispose lui, “mi faceva piacere che tu la conoscessi”.

Il giorno dopo, mentre passeggiavano, Ina disse a Leonard: “posso tocarti il viso e i capelli così immagino come sei?”. Solo la sua voce le faceva venire i brividi. Mentre gli sfiorava il viso e i capelli, gli diede un  bacio. Leonard si sentì felice e sollevato. Non aveva il coraggio di fare il primo passo. Si sentiva il ragazzo più fortunato e aveva paura di perderla. In fondo non aveva niente da offrirle, solo il suo cuore. Il destino pare sia cambiando. Il loro amore cresceva ogni giorno di più e si sentivano inseparabili. Ogni tanto chiedeva un pò di soldi in prestito ad Alfred, così poteva comprare qualche regalo per Ina, Lei andava pazza per le rose.

Leronard va come al solito a prendere Ina sotto casa. Ina esce con l’aria preoccupata. Subito gli racconta che lunedì si doveva operare, perché c’erano buone probabilità di successo in una clinica privata. Leonard era teso e nello stesso tempo sperava che Ina riacquistasse la vista. “Penso che andrà tutto bene”, disse lui per incoraggiarla. “Puoi esprimere un desiderio”, le disse. “Vorrei vedere l’amore mio quando mi toglieranno le bende”. “Ci sarò”, disse Leonard, “senz’altro”, e la baciò. “Ti amo da morire”.

Domenica sera Leonard era a casa sua, ed era molto nervoso e preoccupato per l’operazione. Pensava: ‘se mi vedesse può darsi che non le piaccio, i capelli, gli occhi, ecc.’ Comunque, nel profondo del suo cuore, sperava che Ina guarisse. Si alzò e uscì per strada. Si diresse in chiesa, entrò e si mise a pregare. Era la prima volta che Leonard pregava. Si sentì sollevato come se la sua preghiera sarebbe stata esaudita. Uscì e andò da sua sorella. Aveva bisogno di parlare, e l’unica persona che poteva ascoltarlo era Mirella. Lei lo aveva cresciuto, facendogli da padre e da madre, e lui l’ammirava. Mentre parlava con Mirella si addormentò. Sognò serpenti che si avvicinavano a lui per morderlo e di colpo si alzò. Un forte rumore… è mattina presto.. Enea puzzava di alcol e picchiava sua sorella. D’istinto Leonard intervenne. “Ti ammazzo bastardo, a te e a tua sorella”, disse Enea  estraendo un coltello. Nella colluttazione Leonard si ferì a un braccio e Enea era lì immobile in un mare di sangue. Nel frattempo i vicini di casa avevano chiamato la polizia per i rumori e non era la prima volta. Ormai era un’abitudine. Leonard venne arrestato e condotto in carcere. L’unica cosa che diceva era che era stata legittima difesa. Era amareggiato perché non poteva trovarsi nella clinica e l’unico pensiero che lo tormentava era Ina. Decise di non scriverle. Non voleva che lei sapesse dell’accaduto. Non si sentiva assassino, però era contento che Enea non ci fosse più.

L’operazione di Ina riuscì. Lei dovette tenere le bende per due settimane. Ogni minuto chiedeva alla madre se Leonard fosse arrivato. Era preoccupata e disperata. Come può un ragazzo così bravo, che amava con tutto il cuore, sparire nel nulla, senza nessuna spiegazione? Questo pensiero la tormentava e la faceva soffrire in silenzio. Mentre dormiva, sognava Leonard che la chiamava. Arrivò il giorno di togliere le bende. Il dottore le dice che deve passare qualche mese per vedere del tutto. Sentì lo strappo   e la voce del dottore. Aprì gli occhi. Era disperata. Pensava al suo amore. Era più felice prima con lui al suo fianco. Vide la luce e i fiori che sua madre aveva in mano. Le scappò una lacrima. Poteva vedere.

Intanto Leonard nella sua cella desidera Ina. Sua sorella veniva spesso a trovarlo, e aveva messo un avvocato discreto. Voglio testimoniare, dice lei. Raccontò tuttò circa il modo in cui erano andate le cose. “No”, disse Leonard, ” non sopporterei una vergogna simile davanti ai giiudici”. Però Mirella stavolta era decisa. L’avvocato le aveva assicurato che se i giudici le avessero creduto, Leonard poteva cavarsela con cinque anni, e dopo tre anni poteva uscire per buona condotta. E così successe. La corte lo condannò a cinque anni, considerando le dichiarazioni di Mirella e che Enea aveva tanti precedenti per violenza.

Nel frattempo erano passati più di sette mesi. Ina, nella sua disperazione, aspettava invano. Decise di andare a chiedere ad Alfred, l’unico amico di Leonard. Andò negli uffici del giornale dove lavorava Alfred e lo incontrò. Alfred non sapeva nulla, non aveva idea di dove fosse finito il suo amico. Però le dice che Leonard aveva una sorella, che abitava in via I° maggio. Ina si diresse verso il palazzo di Mirella. Non sapeva dove suonare perché non c’era nessun nome Mirella sui campanelli. Vede una anziana signora entrare e le chiede di Mirella. La signora le dice che da tempo non abitava più lì e non sapeva dove si fosse trasferita. Ina ormai si era rassegnata. Può darsi che il destino voleva così. Passano i mesi e ormai si era laureata, e Pirro stava diventando piùù d un amico di infanzia. Dopo essersi laureato in Inghilterra, era tornato per sempre a fare il medico a Tirana, e aveva una buona carriera davanti. Ina cedette alle avance di Pirro, e dopo sei mesi di fidanzamento si sposarono. Tutto andava bene, però Ina aveva il cuore a pezzi per Leonard. Un giorno parlando con Pirro delle sue preoccupazioni, lui le rispose: “devi dimenticarlo e basta”. A Ina non piacque quel tono di voce e cominciarono a litigare. Qualcosa non funzionava nel loro rapporto di coppia.

Un giorno, nella conferenza sui diritti dell’uomo dove si erano riuniti, sentì l’avvocato Ferri che parlava di un ragazzo povero che doveva difendere in appello. Si chiamava Leonard  e “sua sorella m chiama tutti i giorni”. Ina gli chiede subito come si chiama la sorella.

“Mirella”, dice l’avvocato Ferri. “Perché ti interessa?”. “Mi puoi dare l’indirizzo di lei? Un giorno ti racconto, è una lunga storia”.

“Non ho l’indirizzo, ma ho il suo numero di telefono”.

“Grazie a Dio”, dice Ina contentissima. Esce fuori e chiama Mirella. Fissano un appuntamento. Mentre aspettava l’arrivo di Mirella, si sentiva sollevata. Si incontrarono. Mirella le racconta tutto, e Ina rimane sbalordita.

“Ma perché”, dice, “neanche una lettera da lui?”

“Se sapessi com’è testardo”, dice Mirella, “e poi non aveva più speranza vista la sua situazione”.

“Lo voglio difendere io in appello”, disse Ina.

“No”, rispose Mirella, “si arrabbierà con me poi.

Ina compose il numero dell’avvocato Ferri. Parlò a lungo con lui per le questioni procedurali. “Farò di tutto”, le assicura l’avvocato Ferri, “stai tranquilla”.

“Ormai non posso più perdere il mio amore, ora che l’ho ritrovato”. Era felicissima. L’appello riduce la condanna di Leonard, e lui esce con la condizionale. Vide le porte del carcere aprirsi. L’ultimo cancello si aprì. Di fronte ad aspettarlo  c’è sua sorella. Lo abbraccia forte e dice: “Ho una sorpresa per te”. Guarda. Non poteva credere ai suoi occhi. “E’ Ina”, dice, e corre ad abbracciarlo. Le lacrime di Ina parevano un fiume in piena.

“Non ti permetto più di sparire”, dice lei, “e non aprire bocca, che Mirella mi ha detto tutto”.

Questa giornata, la più felice degli ultimi due anni, la passarono insieme e Ina gli raccontò tutta la sua situazione. “Chiederò il divorzio da Pirro, e poi ci sposeremo”, disse Ina. “Sì”, disse lui, “non ti lascerò mai più”, e le fece vedere i disegni di lei fatti in carcere.

L’indomani Leonard andò a trovare Alfred che, nel frattempo era diventato direttore del giornale. Alfred rimase senza parole, dal racconto di Leonard. Gli promise di aiutarlo per scrivere i suoi articoli. Col passare del tempo Leonard è diventato anche scrittore di romanzi. Il suo libro più venduto è “Con gli occhi dell’anima”, la sua storia. La prima copia fu per Ina, con la dedica..

“PER LA DONNA PIU’ BELLA. TI AMO. TUO LEONARD”

Bledar Shehi

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3 pensieri su “Con gli occhi dell’anima.. racconto di Bledar Shehi

  1. Alessandra lucini in ha detto:

    davvero commovente Bledar, non so da quanto tempo sei in Italia e devo dire che ti sai esprimere bene nella nostra lingua, se vuoi corrispondere con me io ne sono felice, anzi ti scriverò personalmente e poi se tu vorrai rispondermi lo farai
    Ciao Bledar, la tua semplicità nello scrivere mi fa pensare a un ragazzo innamorato e i ragazzi innamorati mi fanno tanta tenerezza, è bello innamorarsi, ci fa sentire più vivi.

  2. Non c’è di più bello di una storia vera , come questa tra due persone così sensibili , che hanno condiviso il l’oro amore , proprio nel momento della sofferenza ,lei cieca ma ricca, e lui povero ,ma ricco dentro di quello spirito, pieno di amore , verso la sofferenze .
    Che a mio avviso merita un premio,di grande valore, umano per aver sacrificato la sua liberta , nel liberare la sofferenza degli altri , in questo caso trattandosi di sua sorella , con un prezzo molto alto , l’amore per Ina , che finalmente ora vede.
    E combatterà per riavere il suo amore ..l’amore vince ..

  3. Antonia Tripodi in ha detto:

    Complimenti Bledar…non perdere la voglia di raccontare perchè sei molto bravo, potresti andare oltre e diventare un bravissimo scrittore…

    Non so se nel racconto c’è qualcosa di veramente vissuto, è così pieno di vita e di sentimento che sembra reale…Si legge col fiato sospeso, fa sognare, fa sperare e credere che ci può essere il lieto fine, anche nelle storie e situazioni più difficili.

    Attraverso il “racconto” la vita si impregna di colori e sapori che, se anche perduti, ci permette di tenerne fresca la traccia e riprenderla domani…
    Leggendo il tuo racconto si capisce che conservi dei bei ricordi, anche la fantasia attinge da quelli, non importa se sono sentimenti vissuti da te o da altri, sono comunque un rifugio o un dolce rimedio alle brutture della vita; ne abbiamo bisogno tutti.

    Ne manderai altri spero…!!!
    Complimenti e …a presto.

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