Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

Lettera-appello sul caso Giuseppe Martena (alla luce degli ultimi eventi)

Amici, già in un recentissimo post avevo richiamato il caso di Giuseppe Martena, di cui ci eravamo dedicati a suo tempo, alla luce di recenti eventi riportatici dalla moglie (vai al link..https://urladalsilenzio.wordpress.com/2011/08/09/il-caso-giuseppe-martena-ultimi-eventi/). Successivamente, in coda allo stesso post, sono arrivati ulteriori chiarimenti da parte della moglie.

Alla luce di tuttoi il complessivo materiale sulla vicenda, abbiamo preparato una nuova lettera appello che stiamo facendo circolare con i nostri canali. Abbiamo pensato di inserirla anche sul Blog. Per chiunque la voglia ricevere il documento word per stamparla e inviarla a chiunque vuole (giornali, associazioni, ecc.) me la richieda all’email.. erasmuszed77@yahoo.it.

Come ho scritto anche altre volte, noi non molliamo mai certe storie. La pazienza non ci manca assolutamente.

Vi lascio al testo integrale della nuova lettera-appello.

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Buona giornata,

Vogliamo sottoporre alla vostra cortese attenzione la vicenda del detenuto Giuseppe Martena.

 

C’eravamo già occupati a suo tempo di Giuseppe Martena, e, in connessione, di sua moglie Paola Valentino (per il post vai al link… https://urladalsilenzio.wordpress.com/2011/03/16/lurlo-di-giuseppe-martena/). Essendo il suo caso un caso che ci stava a cuore, preparammo anche una lettera-denuncia-appello che con un gruppo di persone cercammo di diffondere, far circolare, giungere ad Associazioni, giornali ecc.

Il testo di quell’appello era..:

 

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APPELLO PER IL CASO GIUSEPPE MARTENA

Buona giornata.

Siamo un gruppo di persone impegnate nella lotta contro le ingiustizie e per la tutela dei diritti umani. Crediamo che ognuno di noi abbia il dovere non di stare a lamentarsi tutto il tempo, ma di agire nel suo piccolo per una realtà migliore. Anche con piccoli gesti. Crediamo che sia un dovere stare vicini alle persone in difficoltà, e spenderci perché sia dato rispetto e giustizia anche a chi è

facile disprezzare o stigmatizzare.

Vogliamo sollevare alla vostra cortese attenzione il caso di Giuseppe Martena, ergastolano, attualmente detenuto nel carcere di Bologna. Giuseppe Martena ha recentemente scritto una disperata lettera di aiuto al Blog Le Urla dal Silenzio (vai al link.. https://urladalsilenzio.wordpress.com/2011/03/16/lurlo-di-giuseppe-martena/).
Giuseppe Martena si divide tra Bologna, dove è al momento detenuto, e gli spostamenti al carcere di Taranto, per un secondo procedimento, in corso presso il Tribunale di Lecce.
Il vero dramma di Giuseppe Martena però è la grandissima distanza dalla famiglia. Distanza che per essere colmata richiederebbe spese di viaggio che la famiglia non è in grado di sostenere. Questa situazione dura da 7 anni, ed è ormai diventata insostenibile per Giuseppe e per sua moglie, Paola Valentino. Si tenga conto anche del fatto che vi sono cinque figli, che portano il peso del trauma che comporta vivere in una situazione come questa. La moglie poi è vicina al tracollo psichico. E su Giuseppe Martena grava non solo la sofferenza di non potere vedere quasi mai i suoi familiari, ma di sapere anche della sofferenza della moglie e di sentirsi impotente.
Ogni loro richiesta, appello, ricorso, supplica.. è caduta nel vuoto o ha avuto esito negativo.
Sottolineiamo come Giuseppe Martena, sebbene la sua richiesta originale fosse quella di essere trasferito nel carcere di Taranto, si accontenterebbe anche di essere trasferito in un carcere che perlomeno fosse meno distante dalla propria famiglia rispetto ad adesso. Ad esempio nel carcere di Roma Rebibbia, dove potrebbe anche sperare di lavorare e aiutare un po’ la famiglia e contribuire ai

loro viaggi per andare a trovarlo.

Noi vi chiediamo di dare voce a questa vicenda e/o di segnalarla a eventuali soggetti che possano contribuire a una sua risoluzione, o almeno a dare una qualche speranza a questa famiglia devastata

dal dramma.

Siamo sicuri di parlare con persone capaci di sentire in se stesse quel dovere morale di non dimenticare chi vive, per un motivo o per un altro, una situazione di grande difficoltà o di ingiustizia.
Vi ringraziamo per la vostra attenzione e per tutto quello che potrete fare
Per altri dettagli vi rimandiamo alla lettura della lettera contenuta nel Blog (ripeto il link.. https://urladalsilenzio.wordpress.com/2011/03/16/lurlo-di-giuseppe-martena/).

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La situazione di Giuseppe continua a restare grave. E anzi.. avvengono eventi spiacevoli.. dove non è chiara la differenza tra il caso e il dolo.. non sono chiare le sfumature.. non sono limpide le dinamiche.

Recentemente la compagna di Giuseppe Martena, Paola Valentino ci ha comunicato che:

 

– In data 26/07/2011 suo marito Martena Giuseppe detenuto presso la casa circondariale di Taranto ha avuto un grave incidente mentre provvedeva alla cucina , riportando un importante ustione alla gamba e al piede sinistro.

– Nonostante le sue richieste non e’ stato trasferito in ospedale.

– Successivamente, Giuseppe è caduto, ed a quel punto è stato trasferito presso l’ospedale Santissima Annunziata.

– Presso il suddetto veniva visitato da un medico il quale (secondo quanto riferisce la moglie) rimase sconcertato dalla gravita’ dell’ustione in questione. Ricordiamo ancora che il personale e il responsabile sanitario del carcere non avevano ordinato il trasferimento in ospedale, alludendo a un atteggiamento simulatorio dello stesso Giuseppe. Ipotesi come abbiamo visto, smentita dal sanitario dell’ospedale Santissima Annunziata.

– Inoltre il personale medico del Santissima Annunziata aveva disposto un intervento chirurgico per esportare due ernie del disco che lo tormentano da anni, ma stranamente e’ stato dimesso e trasportato immediatamente al carcere di Bologna facendogli affrontare 10 lunghe ore di viaggio, e prendendosi la responsabilità morale e giuridica delle conseguenze connesse al mancato intervento.

 

Questi sono i fatti su cui richiediamo la vostra attenzione.

Ma vogliamo anche riportare un estratto delle dichiarazioni della stessa Paola Valentino, per mostravi fino a cosa deve ricorrere una persona (una moglie) per fare rispettare un suo semplice diritto, per potere avere un semplice colloquio (col marito), per avere delle elementari informazioni sul suo stato di saluto:

 

vi racconto dell’episodio dell’ultimo colloquio..ho chiesto mezza giornata libera alla mia datrice di lavoro, mi metto in macchina e mi faccio coraggio, in quanto l’ansia non mi fa stare bene quando devo guidare per tanto tempo, il mio paese con il carcere dista 130 km ..arrivo finalmente al carcere , mi fermo al primo gabbiotto per dare il nominativo e mi chiedono di attendere , altri 3 quarti d’ora sotto il sole e finalmente mi chiamano, mi avvicino e mi sento dire che per motivi organizzativi non potevo fare colloquio.

Non esagero quando vi dico che sono impazzita..volevo capire che cosa fossero questi motivi organizzativi , ma non ne volevano sapere..a quel punto dopo un altra ora di insistenza da parte mia , mi sono sentita male ero disperata e piangevo in modo isterico, conclusione a mali estremi , estremi rimedi e mi sono seduta per terra al centro del cancello scorrevole, unica entrata ed uscita per i blindati e per le macchine di avvocati e giudici.

Non vi dico che cosa e’ successo dopo..una coda di mezzi bloccati, tutti fuori ed io che piangevo, mi hanno minacciata, mi dicevano che avrebbero chiamato i carabinieri, che mi avrebbero denunciata , arrestata, che mi avrebbero tolto i colloqui, che l’avrebbero fatta pagare a mio marito..io chiedevo solo spiegazioni, spiegazioni che sono arrivate solo quando e’ arrivato un giudice per le indagini preliminari, che doveva entrare e mi ha vista li per terra, gentilmente si e’ avvicinato, mi ha presa x mano, mi ha fatto spostare al fresco ed ha chiesto il motivo del mio gesto…bene, dopo qualche minuto e’ uscito l’ispettore per dirmi che mio marito era caduto ed era in ospedale, ora mi dite cosa gli costava a loro avvertirmi subito dell’accaduto? cosa avevano da nascondere? Ma non e’ finita li’…e’ nostro diritto andare a fare colloquio in ospedale e questi mi dicono che non potevo perche’ non c’era una guardia penitenziaria donna disponibile per seguirmi in ospedale x la perquisizione, incredibile..in pratica mi sono andata a sedere di nuovo per terra e ci sono rimasta fino alle 15:00 , fino a che qualcuno ha pensato di chiamare il 118 perché  era palese che io stessi morendo dalla disperazione, quando il direttore ha visto tutto il casino che succedeva fuori, mi ha autorizzato il colloquio in ospedale e pensate un po’, la perquisizione mi e’ stata fatta da un infermiera..questo per farvi capire, che volere e’ potere e che avrebbero potuto muoversi subito visto che quello era un mio diritto. dalle 9:00 del mattino sono riuscita a vedere mio marito alle 16:00 ..sconcertante vero?”

Lasciamo a voi ogni commento su questo estratto.

Alcune domande sarebbe d’obbligo in questo caso:

1-      Perché il carcere di Taranto, per bocca dei suoi responsabili sanitari ha parlato di simulazione e chiesto la revoca del permesso concesso dal Magistrato di Sorveglianza a Giuseppe Martena.. nonostante il personale medico dell’ospedale Santissima Annunziata abbia riscontrato la gravità delle condizioni dello stesso Giuseppe Martena

2-      E’ casuale la caduta, in seguito all’ustione, del suddetto Giuseppe Martena?

3-      E’ un comportamento opportuno, moralmente e giuridicamente legittimo, trasferire rapidamente nel carcere di Bologna il suddetto Giuseppe Martena, dopo che il personale dell’ospedale aveva disposta un intervento chirurgico nei suoi confronti?

4-      E’ accettabile in un Paese democratico e civile che la moglie di un detenuto per avere informazioni e  (a cui aveva diritto, e che era stato legalmente previsto) col marito deve essere costretta, presso il tribunale, a distendersi per terra al centro del carrello scorrevole bloccando il passaggio di blindati e macchine di avvocati e giudici, sentendosi nel frattempo dire che l’avrebbero denunciata, arrestata, che le avrebbero tolto i colloqui, che gliela avrebbero fatta pagare a suo marito? E visto che dopo questo atto estremo le informazioni le sono state date, perché non dargliele subito?

E’ accettabile in Paese democratico e civile che, la stessa donna, successivamente all’azione su indicata, sia stata costretta a sedersi di nuovo in terra, sempre presso il tribunale, per ore, per potere avere il colloquio (regolarmente già previsto ricordo) col marito in ospedale, e che anche qui dopo minacce varie il colloquio le sia stato concesso? Se il colloquio non poteva essere davvero concesso, allora non si sarebbe potuto concederglielo neanche dopo le proteste. Se invece lo si è concesso, lo si poteva concedere anche prima.

 

Alla luce dei fatti originari, e degli ultimi sviluppi, rinnoviamo, con ancora più forza, l’appello originario.

Noi vi chiediamo di dare voce a questa vicenda e/o di segnalarla a eventuali soggetti che possano contribuire a una sua risoluzione, o almeno a dare una qualche speranza a questa famiglia devastata.

Consapevoli, inoltre, che l’emersione di storie e dinamiche del genere, potranno servire come monito e garanzia nei confronti di mille altre storie simili, e di molte altre vicende del genere che accadranno in futuro, se queste vicende accadranno nell’indifferenza generale.

 

Per qualunque richiesta di informazione e comunicazione in merito, vi lasciamo

–          Sia i recapiti della moglie di Giuseppe Martena, Paola Valentino:   

cellulare:            3297489652.

indirizzo email: evalp79yahoo.it

–           Sia i recapiti del Blog Le Urla dal Silenzio:

cellulare:            3405571962

            indirizzo email:  erasmuszed77@yaho.it

Vi ringraziamo ancora per la cortese attenzione.

Distinti saluti.

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5 pensieri su “Lettera-appello sul caso Giuseppe Martena (alla luce degli ultimi eventi)

  1. Alessandra lucini in ha detto:

    Propongo di sottoporre il caso al Senatore Marco Perduca, ora provo a fare il copia incolla

  2. è una vergogna,vorrei tanto potervi aiutate,ma la mia situazine è disastrosa.Posso darvi tutto il mio sostegno morale e la mia vicinanza.

  3. la gazza ladra in ha detto:

    più leggo e più rimango dell’avviso che biswogna veramente urlare queste ingiustizie ovunque e con tutti i mezzi.. io non conosco persone nell’ambito giornalistico e tantomeno in quello televisivo ma spero che fra i tanti che leggono ci sia qualcuno che lo possa fare.. sono vicina alla signora Paola per quanto da qui non posso fare altro che abbracciarla virtualmente e dirle.. Forza non si abbatta ora che serve ancor di più la sua forza.. quando vuole scriva, dica tutto quello che il suo cuore non regge e umilmente spero con le mie righe di esserle di conforto.. spero che si desti l’attenzione e l’umanità di qualcuno.. a presto..

  4. grazia in ha detto:

    Urlare…INDIGNARSI…che altro possiamo fare?
    Spero tanto che qualcuno di influente sappia come muoversi per porre fine a quella che sembrerebbe una vera e propria persecuzione, violenza pura, fine a sé stessa e quel che forse è ancora peggio, per come la vedo io, è che non lo fanno in modo mirato, perché “ce l’hanno” con Giuseppe Martena…sono cose terribili che accadono perché facenti parte di un gioco perverso, di cui i detenuti e i loro familiari sono le vittime…e tutti possiamo diventarlo.
    Non conosco nessuno che possa aiutare dal punto di vista legale…ma diffondo la notizia e do tutto il mio appoggio morale a Giuseppe e alla sua famiglia e voglio esprimere la mia ammirazione a Paola…per la sua forza e determinazione. Vi abbraccio. Grazia

  5. Carla Francesconi in ha detto:

    Ci vogliono molta forza e coraggio per fare quel che ha fatto la signora Paola. Mettersi contro tutto e tutti per far rispettare un proprio diritto. E’ inammissibile dover ottenere i propri diritti così, le sono vicina con la preghiera, non potendo far altro.

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