Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

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Le opere di Paolo Scarfone per il blog

Oggi inserisco la seconda opera che l’artista Paolo Scarfone ha realizzato per Le Urla dal Silenzio. Come ho scritto nel post con la prima sua opera, Paolo ha iniziato una serie di creazioni ispirate al blog e a ciò che esso contiene. Quindi si tratta di lavori non fatti con oggettivo distacco, ma con un pieno coinvolgimento emotivo. Sotto vedrete la nuova opera fotografata da tre angolazioni differenti. Ma prima inserisco due righe con le quali Paolo stesso presenta la sua opera. Lascio il suo testo immutato come l’ho ricevuto, senza apportare alcuni modifica..

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“Sono qui…si muovono, gridano, piangono..ma noi no..non possiamo proprio vederli…troppo forte è la membrana che separa noi da loro… troppo compromettente sarebbe riconoscere di sapere che cosa succede a loro..loro che esistono…  preferiamo guardarci in faccia tra di noi … noi puri.. noi dietro le nostre faccie di oro zecchino.. noi giudici perfetti e severi…  noi maschere che rappresentiamo l’elit degli impauriti dall’estraneo… noi coglioni che non abbiamo capito chi è il vero nemico, nel mentre che il nostro vero nemico fa banchetto del nostro culo… noi stiamo bene soli.. “insiemamente” soli e ignoranti… beh! Vaffanculo! Per quello che posso io dico NO! Io dico che non faccio parte neanche per nulla nel vostro “noi” a cui tanto tenete.. col massimo delle mie forze concedo una finestra a tutti quelli che la gente non conosce..i miei  “loro”(protagonisti dei pezzi) sanno quanto è doloroso e difficile cercare di “ESISTERE” nella nostra realtà, ma sanno anche quanto si può essere morti vivendo se non si esiste agli occhi del mondo.. è per questoche i personaggi delle mie opere, pagano il prezzo della RINUNCIA: rinuncia di un’identità definita, della  dignità che non permetterebbe loro di supplicare un l’attenzione di un solo sguardo, ma anche rinuncia a soffrire, un’imporsi di rinunciare a subire, un tentativo di categorica rinuncia allo stupro psicologico, un’imposizione di rinuncia all”ANAFFETTIVITà A VITA”… i “fantasmi”( sempre più vivi di noi) delle mie opere pagano il prezzo della rinuncia per ESISTERE! Esistere ai nostri occhi.. si noti che n questa opera, la gestualità di chi sta aldilà della tela, non è una violenta operosità invasiva che punta a giungere con una qualche voce in capitolo nel nostro reale… è questa la cosa più deprimente.. il soggetto, chiede quasi il permesso per mostrarci un palmo e mezzo volto, per sbirciare nostalgicamente in quella che un tempo era la sua realtà.. lui osserva.. osserva le nostre mamme, le nostre fidanzate, i nostri figli, le nostre famiglie, i nostri amici e nemici, i nostri lussi e i colpevoli che vengono lasvciati fuori. Osserva i nostri beni  e le nostre problematiche, osserva e piange pensando alle sue di un tempo, e pieno di timori, l’estrema speranza che si fa per lui realtà si concretizza in un bieco (ma iportantissmo visto l’andazzo) esistere anonimamente… siamo a metà fra la denuncia e l’imposizione di un cambiamento…”

 

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