Giovanni Zito, tra i più prolifici tra i protagonisti del Blog.. oggi pubblico questi suoi due testi. Il primo che è un ideale rivolgersi ai lettori e specie a chi vuole saltare il fosso tra semplice lettore e chi allunga la sua mano, con un atto concreto, verso un deteto.
Giovanni Zito alle volte è davvero ispirato.. e questo suo primo scritto.. ha davvero qualcosa di “senza età e senza tempo”.
Ci sono momenti che sembrano quasi “cinematografici”, anche nello stile…
Il secondo pezzo è fondamentalmente un ringraziamento per un detenuta che gli ha regalato un libro. Ricevere questo regalo lo ha toccato profondamente, soprattutto per il senso di cura, rispetto, affetto e vicinanza umana, che un tale atto fa trasparire.
Vi lascio ai due brani di Giovanni Zito..
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UN VESTITO SENZA ETA’ E SENZA TEMPO
E mi tremano le mani,
tu che nasci nei miei pensieri (brivido),
il mio cuore che cammina dove gli altri dormono.
Un giorno è un secolo per me,
mi sento così vecchio che la polvere mi consuma,
ma tanto sono solo dettagli…
non ha un senso, lo so.
Tu amico mio togli la polvere dal tuo abito?
Io resto con questa musica nella mente,
anche questo mare impetuoso prima o poi
si placherà, vedrai!
Quanto ti cerco è perché imbroglio me stesso,
so che c’è un muro tra di noi,
però se vuoi scrivimi…
forse quella stella che brilla nel cielo sei
proprio tu o lei.
Magari cerchi il mio numero di telefono…
non lo troverai sull’elenco telefonico.
Adesso te lo dò io, prendi carta e penna.
Ci sei?: 99/99/9999…
Ricevo ogni singolo giorno, tranne la domencia.
Se non dovessi trovarmi attendi qualche minuto, anche se poi scatta automaticamente la segreteria telefonica. Tu, o lei, aspettate in linea grazie, tanto non pagate il costo della telefonata perché io ho il numero gratuito. Come quello “verde” che vedi alla tv.
Se poi vuoi avere un consulto di persona, bhé per questo ci vuole un permesso speciale. Devi andare al Ministero della “Giustizia”, e se Giustizia avrai può anche essere che ti danno il benestare per un colloquio con me.
Ma tu, o lei, dovete spiegare, punto per punto, il motivo di questa visita.
Lo so, è la prassi. La burocrazia nel nostro paese è così. Le leggi poi.. non ne parliamo…
Guarda però che io ho sempre lo stesso vestito, quello senza età né tempo.
Come mai? Bella domandina…
Sono oltre un decennio che non esco da questo posto. Dicono che io soffro di agorafobia!!!
Che parola strana, non so cosa significa.
Dicevo, il nostro eventuale colloquio può durare da un minimo di un’ora, a un massimo di 4 ore complessive. Quindi devi specificare le ore di colloquio con me.
Potete venire anche in coppia, per me non cambia nulla.
Io svolgo solo il mio lavoro…
Avviso la “clientela” che però io non sono uno psicologo né uno psichiatra.
Non scandalizzatevi Signori miei.
Sono solo un detenuto.
Il mio nome è Giovanni Zito, ergastolano ostativo. Con un vestito senza età e senza tempo.
Ciao
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Una mia dolcissima amica mi ha inviato pochi giorni fa un libro per posta.
Sapere, è la prima volta che ricevo un regalo. In tutti questi anni di carcere qualche libro l’ho letto, ma le parole non mi aiutano. Quando le leggo non riesco a memorizzare bene il concetto. Non lo so il perché. E’ anche vero che mi danno emozioni, come questo di Fred Uhlman.
Notate, amici miei, un passaggio:
“Nobile è colui che cade in battaglia
combattendo coraggiosamente per la sua
terra natale e miserabile l’uomo che
rinnegando la patria,
fugge dai fertili campi per vivere
di elemosina”
Leggendo queste parole sentivo la presenza della mia amica dentro di me.
E pensavo.. lei con le sue mani accarezzava queste pagine.. i suoi occhi pieni di meraviglia e stupore.. Tanto è stato il suo splendore che ha pensato a me, un detenuto ergastolano ostativo. Un uomo che respira ancora un giorno. Lei umile ha donato una gioia nel mio cuore con un semplice pensiero.
Cosa posso chiedere ad una persona così fragile e forte nello stesso tempo?
Io che vivo disperso in un angolo di detenzione, che per stare in silenzio ti osservo allo specchio, per dire… “anche oggi la battaglia è stata vinta… domani si vedrà”.
Ringrazio te, amica mia, per questo tuo gesto verso la mia persona.
Così finisco questo mio breve scritto, con l’augurio per tutti coloro come me, che trovino tantissima serenità, accettando qualsiasi giorno con cui la vita ogni giorno ci sveglia.
Grazie a tutti.
Da voghera,
Giovanni Zito
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