
Il dodici settembre 2011 comunicammo ai lettori del Blog la morte di Nicola Ranieri (https://urladalsilenzio.wordpress.com/2011/09/12/ciao-nicola/).
Nicola era libero da alcuni mesi, perché ormai per il carcere di Opera, sua ultima destinazione, era praticamente spacciato.
Ricordiamo quei mesi, passati scrivendogli e sentendo la sorella, sperando che Nicola potesse, nonostante le prognosi infauste dei medici, salvarsi.
Cercammo di organizzare una sorta di colletta per regalargli un viaggio a Medjugorje.
Era sorto in lui il desiderio fortissimo di fare questo viaggio “religioso”. E credevamo nostro dovere trovare il modo di regalarglielo.
Ma la morte l’ha raggiunto prima.
Nicola lo conoscemmo quando era detenuto a Spoleto. Poi fu trasferito a Fossombrone. E da lì ad Opera per curarlo da un cosiddetto tumore al polmone. Cosiddetto, perché in questa storia tante cose non sono mai state del tutto chiarite.
Ma quello che ci divenne chiaro era che ad Opera Nicola era stato trattato come un animale al macello.
Quando Nicola fu scarcerato, presso l’ospedale di Bari – la città di cui era nativo e dove abita la sua famiglia e in cui fu trasferito- si misero le mani nei capelli. Sembra fossero davvero a bocca aperta per come era stato trattato mentre era in carcere.
Troverete degli accenni a questo nel post che ho citato sopra e nei post precedenti (https://urladalsilenzio.wordpress.com/2011/09/12/ciao-nicola/).
E poi ci sono stati gli ultimi mesi.
Mesi di libertà, mesi in famiglia, mesi di amore per la vita, mesi di sofferenza e di dolore crescente.
Fino alla morte. Avvenuta i primi di agosto
Una morte che ha dietro forti responsabilità. E anche se nessun tribunale riuscisse a provarle, queste responsabilità non potranno essere cancellate.
Alcuni mesi fa, la sorella, la nostra amica Mita, è riuscita, finalmente, a riavere indietro, il computer di Nicola.
E dentro ha trovato un mare di sue poesie e altri appunti, brani di prosa, riflessioni.
Ha deciso di inviarceli, in modo da continuare a ricordare il nostro amico Nicola, con le sue stesse parole.
Oggi pubblico tre sue poesie…
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ANIMA RIBELLE
Sento di dovere fare qualcosa
di venirvi incontro
come sa andare incontro
all’altro
un’anima ribelle.
Ribelle e libera,
libera di circolare,
nonostante i divieti,
nonostante il buio,
per donare
il bello di sé.
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Di questa tela i colori non sono casuali, sono il segno esteriore
Della mia anima tormentata e ribelle.
Prima ero incapace di elaborare i colori che la mi anima mi
Trasmetteva.
Osservando tele di pittori antichi tormentati forse più di me, ho
Capito che attraverso la pittura si può esprimere il proprio sentire
Interiore.
La mia è una tela con una tecnica del tutto personale, con colori e
rilievi espressi non dalla razionalità, ma dalle suggestioni suggerite
dalla mia anima ribelle.
Un’anima libera, parte di un corpo che non è libero, ma aspira
sempre ad esserlo.
I colori sono vivi e intensi, passionali e liberatori.
Esprimono tutto il calore represso, che a tratti consuma le mie
viscere, espresso sulla “mia” tela perché possa essere percepito da
chi avrà l’opportunità di osservarla.
A chi potrà osservarla posso solo consigliare di guardare la mia
tela come ad una piccola opera di un pittore “fisicamente già morto”,
perché tale potrei essere già ritenuto.
Il contrasto con la parola “morte” renderà più evidenti e i rilievi e
Potrà fare immaginare i colori, come l’espressione più viva e più
vera della mia anima che, nonostante tutto, sa accogliere i colori
della vita.
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PAROLE
Le parole ch’io ti dedico
non sono mai uguali,
eppure,
hanno lo stesso suono,
tutte quante.
Ciascuno ha una sua vita
vergine e sola.
Se riesci a coglierla non stancarti
mai,
io non mi stanco di ripeterle
tu trovaci tante emozioni
quelle che sente l’anima
quando viene spuntare
una stella è vederla.
Quando la notte si fa più buia
Ripetersi in altre stelle con
diversi colori.
E un’anima sola.
Pubblicato da alfrhaed in
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