C’è anche un altro intervento di Giovanni De Tommasi su questo blog, risalente all’otto febbraio (https://urladalsilenzio.wordpress.com/2010/02/08/due-telefonate-almese-lettera-di-giovanni-de-tommasi/). Dopo lunghi mesi (nei quali è stato anche coinvolto con lo studio) è tornato con questo testo più lungo della media, e a suo modo grottesco e surreale. Che si colloca sulla scia di quei testi che puntano a trasmettere concetti importanti, e anche drammatici, attraverso una “metamorfosi” teatrale, cinematografica.. comica e umoristica.. che da un lato dà un senso di leggerezza, che l’ergastolano non vuole comunque perdere del tutto, nonostante le sue condizioni durissime. Dall’altro è uno “stratagemma” per non annoiare il lettore e spingerlo ad appassionarsi nella lettura e così, con espedienti vari, fargli giungere il.. “messaggio”.
Testi di questo genere sono stati ..”dialogo tra un ergastolano e un professore di matematica” di Francesco Mammoliti (https://urladalsilenzio.wordpress.com/2010/02/23/dialogo-tra-un-ergastolano-e-un-professore-di-matematica/) e “Giovanni Zito contro l’esercito delle formiche”, di Giovanni Zito appunto (https://urladalsilenzio.wordpress.com/index.php?s=esercito+formiche+zito).
Giovanni De Tommasi fa parte del gruppo abbastanza.. “vivace”.. di Voghera.. tra cui abbiamo due tra i protagonisti del Blog.. Pierdonato Zito, e Giovanni Zito.
Giovanni, nel testo che pubblichiamo oggi.. immagina, che una notte.. improvvisamente una luce si materializzò nella sua stanza…
—————————————————————————-
INCONTRO RAVVICINATO DEL TERZO TIPO TRA UN ERGASTOLANO E UN ALIENO
Di Giovanni de Tommasi
Lettori del Blog,
In ogni essere la propria vivacità mentale sta nella sua personale condizione. Ma per di più, un ergastolano, ed oltretutto ostativo, deve ogni giorno rafforzare la sua vivacità mentale. Diversamente tutto sarebbe tetro e scuro. Tale vivacità alimenta la concretezza interiore, dando oltretutto spazio alla propria mente per uscire oltre le sbarre ed i labirinti che il sistema ti pone. Labirinti che la mente di un ergastolano ostativo deve affrontare, e riuscire a non ingarbugliarsi e perdersi nei meandri di quel tragitto… creando proprio dalla sua vivacità mentale l’essenza che ne viene fuori da quel forte desiderio innato di spiriti liberi.
La condizione dell’ergastolano, ed ostativo, non qualifica la libertà fisica, in quando sa che ciò è ristretto nel tempo, e il tempo per esso può essere fine. Ma la propria libertà è nella sua mente, perché essa ti porta a suscitare quello che in te non può perire. Ora, signori lettori, non impantanate il vostro giudizio nelle propagande di massa. Queste servono al distacco dalla realtà. Ogni essere è forte quando il suo pensiero è libero e non assuefatto da interferenze altrui.
Accade che, venuta l’estate, questo ergastolano ostativo che scrive si tormenta per il caldo.. l’aria è afosa; in questa regione è il caldo più deprimente. Stasera muovo la mia branda e la posiziono sotto la finestra. Mi distendo sul letto con il volto rivolto alla finestra a scrutare il cielo. Ho una nostalgia di spaziare nell’infinito e guardare le stelle. Mi fanno sentire libero. Mentre eseguo questo mio pensiero, e sono lì a spaziare con la mente, ad un tratto mi accorgo che una forte ed intensa luce penetra dalla mia finestra. Resto stupefatto da quella luce, variopinta, di tanti colori, e mentre i miei pensieri cercano una spiegazione di quanto sta avvenendo intorno a me, capto una forma tondeggiante oltre la mia finestra, e vedo che da essa proviene questa forte ed intensa luce. Affascinato, non riesco al momento a formulare quel pensiero razionale di quello che si stava materializzando intorno a me. Questa luce che entra dalla mia finestra, nella mia stanza, ad inondarla del suo bagliore.
Devo prendere coscienza del mio stato, devo esercitare un po’ di respirazione per placare lo stato di agitazione in cui sono stato posto da questo fenomeno.. e mentre sto per fare questo, un’entità fuoriesce da questa intensa luce. Subito a quel punto riprendo coscienza e focalizzo quell’entità, rendendomi conto che questa viene da un’altra forma di vita, da qualche parte lassù nell’universo. Mi saluta con la mano, senza parlare. In quel momento gli rispondo con la mia mano, senza parlare, per il forte stato di shock, e gli sento dire:
“Ciao terrestre!”
“Ciao aliento!”, gli rispondo.
“Sai!”, inizia a dirmi, “mi trovo a sorvolare da queste parti, in quanto sono in missione. Ho sorvolato diverse città di questa nazione, e mi ha incuriosito questo complesso. Percependo oltretutto un non dormiente, ho pensato di prendere contatto con te”.
Meravigliato dalle sue parole, gli rispondo, “Qua sei a Voghera, e questo è il carcere”.
Mi dice: “Ma avete brutte carceri. Strutture da far restare shokkati”.
“Su questo pianeta sono così, ma vi è di peggio qua in Italia”.
“Lo so”, mi dice. “Qua è l’Italia. Facciamo le presentazioni. Mi chiamo Marzi e sono del pianeta Card”.
“Io mi chiamo Giovanni. Sono di un paese in provincia di Lecce, deportato qui a Voghera.”
Con espressione incredula, l’alieno marzi dice: “deportato?”.
“E’ una lunga storia Marzi. Però molta gente del Sud viene allontanata dalle proprie residenze con degli squallidi escamotage. In Italia si definisce il tutto con la parola sicurezza”.
“Perché? Chi vi controlla nelle vostre zone non è adeguato alla sicurezza?”
“No! Marzi qua è un questione di propaganda. Dietro vi è tutto un sistema. Se hai tempo disponibile per colloquiare con me, ti esporrò il sistema”.
“Tempo, Giovanni? Quanto ne vogliamo. Io questo lo posso fermare. Fermo tutto se voglio.”
“No! Marzi non rompere le palle! Così mi farai fare più galera. Certamente è una battuta Marzi. Perché qua in Italia la galera è perpetua”.
“Eh?! Giovanni sei drastico”.
“Molto Marzi”.
“Ma prima di entrare in argomento, ti voglio spiegare perché giro su questa parte della terra. Io sono in missione su questo pianeta chiamato Terra”.
Gli dico: “Sì! Questo è il pianeta terra. Dimmi Marzi, in cosa consiste la tua missione?”.
“Sai, Giovanni, stiamo esaminando le democrazie di questo pianeta. E tra queste vogliamo trovare la più appropriata. Dal mio pianeta sono stato incaricato di esaminare l’aspetto umano di voi, e il vostro sistema che fa girare questa nazione, cercare delle sicurezze su delle nostre conoscenze di questa nazione. E’ nostr ferma convinzione di popolare un pianeta accanto al nostro che si chiama Gliese”.
Spontaneamente, vuoi per la mia condizione, vuoi perché conosco le pecche di questo paese, gli chiedo: “Perché, Marzi, proprio l’Italia?”
“Giovanni, ciò che mi ha portato qui te lo dico dopo, però, sorvolando i cieli di questo paese, ho visto una grande cupola, un bellissimo anfiteatro storico, bei monumenti, con stupende fontane, statue che mi hanno affascinato”.
“Certo Marzi! Eri sui cieli di Roma, la capitale d’Italia. La grande cupola è situata in un piccolo stato mistico, che si chiama Stato del Vaticano, che è il fulcro della religione. Ma poi Roma è il centro del potere, è il motore che fa girare questa nazione. Però Marzi.. non ci pensare ad atterrare su Roma!”.
“Perché Giovanni?”
“Perché, tra i mistici del Vaticano ed i politici che vi sono, provenienti da tutta Italia, se ti beccano ti lasceranno senza mutande, e sarai costretto a perire su questo pianeta, nelle sventure che ti creeranno. Anche perché in quanto clandestino non sei estradabile. Non hanno la possibilità di rispedirti sul tuo pianeta”.
“Ma che dici mai Giovanni? Dalla nostra ricerca sappiamo che questa nazione è uno stato democratico avanzato”.
“Marzi scusa! Ma la vostra ricerca da quali fonti è scaturita?”
“Giovanni, noi abbiamo sul nostro pianeta un’altissima tecnologia molto avanzata, con la quale riusciamo a captare di tutto. Questo ci ha resi d’accordo nel sviluppare quel nostro progetto. E i vostri mezzi di informazione, che noi sul nostro pianeta riusciamo a vedere, ci hanno dato lo spunto a fare questa indagine”.
“Che cazzo Marzi! Menti eccelse come le vostre, con capacità mentali fuori dalla norma di questo pianeta, ed in un progetto del genere che vi sta a cuore, alla fine vi fate prendere per il culo dall’informazione di questo paese?”.
“Giovanni.. per il culo a noi?!!?”.
“Sì! Certo Marzi, siete stati presi per il culo”.
“Ma guarda Giovanni, che noi siamo di Cart, un pianeta distante anni luce dal tuo. E nell’universo il vostro pianeta è ancora nella fase primitiva”.
“Sì, Marzi. Ti capisco. Ma qua tu sei atterrato in Italia. E per quanto primitivi possiamo essere ai vostri occhi, non conoscete la filosofia dei gerarchi di questo paese”.
“Ma noi sappiamo leggere nelle menti!!!!”.
“E qua loro le sanno offuscare. Cazzo di primitivi. Qua c’è da stare attenti”.
“Mi soddisfa questo contatto con te Giovanni, perché sento che mi farai una analisi di questa nazione, ed io prenderò le mie valutazioni. Ora, Giovanni, fammi capire su quali basi è fondata la vostra democrazia”.
Rido profondamente e con impeto.
“Giovanni, come?!?! Ridi di un concetto basilare, che dà garanzie ad un popolo?”
“Marzi, leggi nelle menti, e non sai che il tuo contatto lo hai preso con un ergastolano ostativo?”
“Che mi dici, Giovanni?!? Queste parole che io non comprendo.. cosa significa ergastolano ostativo?”
“Eh! Sul vostro pianeta, Marzi, non avete ergastolani?”
“Ergastolani sul nostro pianeta!!! Cosa è questa parola.. ergastolo.. e poi.. ostativo?”
“E’ MORIRE LENTAMENTE, Marzi. Ma andiamo per ordine. Per spiegarti cosa è l’ergastolo ostativo dobbiamo parlare del sistema giustizia. Se con ci fosse questa sarebbe il caos. Invece noi in Italia, Marzi, abbiamo la giustizia, ed abbiamo pure il caos”.
“Giovanni, spiegami bene che non comprendo”.
“Marzi! Mi ha appena detto che il tempo lo abbiamo. Allora, con calma e per ordine di logica ti farò comprendere. Però Marzi, voglio farti questa domanda. Sul vostro pianeta avete un codice penale?”
“Certo Giovanni, abbiamo un codice con articoli penali e civili, emanati da eccelse mente conoscitrici di leggi di diritto penale e civile. Ed ogni rappresentante della nostra giustizia si attiene scrupolosamente a quelle leggi”.
“Significa, Marzi, se sto comprendendo bene, che chiunque trasgredisce quelle leggi del vostro codice, viene giudicato per quelle leggi che ha trasgredito?”
“Sì!!!”.
“E un’altra domanda, Marzi”.
“Dimmi!”
“ I vostri politici, sul tuo pianeta, legiferano più leggi l’anno con pacchetti giustizia da inserire nel codice penale, sostenendo l’emergenza criminale?”
“Ma no Giovanni. Noi abbiamo un unico codice, delle uniche pene, e chi sbaglia paga”.
“Marzi, il politico italiano inasprisce ogni anno ogni pena”.
“E che fanno questi? Giocano con le vite altrui?”.
“Questo gioco in Italia si chiama consenso, Marzi”.
“Ma Giovanni, con questo gioco di consenso che si attua qua, noi sul nostro pianeta ci impantaneremmo in un casino di interpretazioni, creando diversi pensieri; e poi non sarebbe consono per una democrazia che ci siano diverse interpretazioni di un pensiero; neanche per chi dovrà essere giudicato. Perché, Giovanni, da noi le leggi non cambiano mai. Da sempre questo, senza modifiche o altro. La parola emergenza non la pronunciamo mai. Con le leggi vigenti da noi si giudica e si stabilisce l’ordine”.
“Marzi! Qua siamo nel paese dei pensatori”.
“Pensatori? Allora siete costruttivi?”
“Loro sì, Marzi. Si costruiscono le basi affinché il popolo li abbia davanti le scatole per anni e anni, e decenni prolungati”.
“Che noia però, Giovanni. Sempre i soliti. Comunque mi dà un senso di libertà il vostro concetto di pensiero in merito. Però, Giovanni, io sono qua per apprendere da questo vostro sistema, ed invece sei te che mi poni domande per sapere del nostro sistema!?”
“Marzi! E’ una questione di confronto per prepararti allo shock mentale”.
“Che shock mentale, Giovanni?”
“Di essere stati creduloni, e di avere presi seriamente i mezzi di informazione di questa nazione”.
“Ma dai.. su Giovanni.. forse la tua condizione ti fa maturare pensieri del genere?”.
“Marzi, è da 30 anni che mi hanno fatto maturare qualcos’altro.. oltre i miei pensieri.. sono le sfere”.
“Ti devo dire che sembri drastico Giovanni, perché noi conosciamo che qua in Italia la vostra giustizia è definita la culla del diritto”.
“Ah, ah, ah. Marzi, ma dove l’hai appresa questa cazzata della culla del diritto?”
“Giovanni, non ridere. Ne abbiamo discusso. Dalla nostra alta tecnologia che ci ha permesso di fare, o meglio, porre attenzione al vostro pianeta!”
“Non mi dire ancora dall’informazione?”.
“Sì! Lo ripeto. La vostra informazione ha propagandato la vostra giustizia come culla del diritto, qua in Italia”.
“Marzi, ma insomma vieni da un pianeta così avanzato.. milioni di anni luce.. e mi colpisce la ingenuità che avete nel credere a certe propagande. Pertanto, Marzi, la nostra propaganda vi ha soggiogati, al punto da inviare te sulla Terra per cercare il concetto democratico”.
“Giovanni, ti ho risposto in merito. Noi del pianeta Cart non siamo soggiogabili”.
“Marzi! Comprendi questo sistema, e poi esponi il tuo giudizio!”.
“Mi incuriosisci sempre di più, Giovanni!”.
“E ancora ti ho esposto poco”.
“Ma allora avete una informazione bugiarda? Sai, Giovanni, sul nostro pianeta la bugia è reato”.
“L’opposto, Marzi! Qua la bugia, in questa gente del sistema, è nell’ordinamento della loro vita e dei loro pensieri. Per cui, Marzi, la nostra informazione è sottoposta a questi pensieri. Tra i quali, poi ognuno ha le proprie garanzie propagandistiche. Intendiamoci, tutto questo non con vedute ideologiche. L’ideologia di questa nazione è tramontata. Specie quella dell’uguaglianza e dei diritti costituzionali. Marzi.. oggi vi è l’ideologia del potere. Tu sai cosa vi è dietro il potere, no?”
“Lo so, Giovanni. Se non si ha spessore morale tutto è irrazionale. E nell’irrazionalità si alimentano forti contraddizioni”.
“Questo è il nocciolo, Marzi! Le forti contraddizioni che qua si vivono. Ed il sistema giustizia ormai ne è pregno di queste contraddizioni. Oltretutto, Marzi, qua da noi si usa fare molta cronaca giudiziaria. Rende molto all’odience informativa. Perché creano dei begli show, ed intrattengono una certa fascia sociale, inculcando proprio quelle fonti di pensiero. Specie quando si tratta dell’argomento Sud di questo paese. Sei stupefatto Marzi!?!?”.
“No, Giovanni, sono un po’ scomodo seduto su questo sgabello”.
“Ah, Marzi, sì, so di legno. Nelle galere di questo paese si deve stare scomodi, diversamente la rieducazione non fa effetto. E’ un altro sistema questo, che argomenteremo, Marzi. Ma per dirti.. qua da noi è proprio un concetto base ormai guardarsi il culo, e la tasca”.
“Come, Giovanni, la tasca pure?!”.
“Sì, Marzi! Nel senso che in Italia dalla giustizia si guardano il culo, e dai politici la tasca. E nello stesso tempo poi, gli uni e gli altri si guardano il culo vicenda, e le loro tasche”.
“Per Saturno, Giovanni, qua c’è da indossare indumenti , più che altro pantaloni rinforzati”.
“Attendi con la tua curiosità, Marzi! Tutto il discorso che ti sto facendo è meglio farlo su un piano cronologico. E ritornando a discutere di codice penale e civile, qua da noi sono tanti gli articoli di legge”.
“Bhe! Come il nostro Giovanni”.
“Sì! Però qua da noi vige un altro organo supremo, definito Corte di Cassazione. E’ un altro organo supremo di giustizia, che dovrebbe vigilare, o meglio, giudicare le sentenze prodotte dai vari tribunali in Itallia”.
“Bhè! Non è garantismo questo Giovanni?”
“Sì! Marzi, dovrebbe essere garantismo.. ma se funzionasse!!!”.
“Come se funzionasse?”
“Si sono giocati quel garantismo, Marzi, ed il diritto delle leggi. Il concetto, la culla del diritto, ricordi?”
“Sì!”
“Ecco è rimasta solo la culla, Marzi!”
“Fammi comprendere questo concetto, come lo definisci te”.
“Semplice, Marzi! Resta la culla, perché quando questo sistema ti penetra, ti puoi cullare dopo.. per come ti hanno fottuto. Per questo vengono definiti qua… membri di Cassazione”.
“Ah, ah, ah. Giovanni, mi piace questa battuta”.
“Vedi! Stai entrando nel sistema Italia, Marzi”.
“No! Per tutti i membri della Cassazione, comprendere mi aiuta a capire Giovanni, entrarci no!”.
“Ora, per spiegarti il senso di ciò.. oltre ad esserci già quei codici con le loro leggi, questa Cassazione deve vigilare su come sono applicate queste leggi, ma non solo, poi, quest’organo emana varie direttive interpretative sulle leggi, che non dovrebbero essere vincolanti, solo dare un concetto interpretativo fra i vari tribunali”.
“Ed a che serve tutto questo se gli articoli del codice esprimono quel concetto di applicazione della legge?”
“Servono nel momento in cui ti hanno fottuto, Marzi, e devi cullarti! A seconda delle condizioni, vieni segnalato dai vari tribunali se sei da fottere o da salvare. Ecco come hanno fottuto un ergastolano ostativo. Questo organo di Cassazione emanò una direttiva, dopo varie modifiche legiferate dai politici per l’emergenza criminalità. Su un articolo di legge introdotto nel codice penitenziario. Si chiama 4bis (Divieto di concessione di benefici e accertamento della pericolosità sociale dei condannati per taluni delitti). Questo articolo non si comprende, Mazzi! Quante volte è stato modificato qua in Italia. Ma il legislatore si è sempre guardato dal modificare con garanzie costituzionali ciò che ha fatto, cercando di non violare l’art.27 della nostra Costituzione. Tale principio esprime, detto in parole povere, Marzi, e con poca conoscenza della giurisprudenza, che la rieducazione vale anche per i delitti commessi con una certa tipologia. Qua in Italia si chiama tipologia mafiosa”.
“Cazzo! Giovanni, sul nostro pianeta dalla vostra informazione abbiamo sentito questa parola.. mafia.. Ci siamo sempre posti delle domande, lo sai Giovanni”.
“Non ne fare ora. Attendi!”.
“Ti accontento. Anche se è un argomento che mi incuriosisce molto questo”.
“Ah, Marzi! Sai la curiosità del sapere cosa suscita? E qua subentra la propaganda Marzi!”.
“Giovanni, questo incontro con te mi sta suscitando una nuova emozione”.
“Calma Marzi, gli emotivi in questo paese si fanno le spese”.
“Come Giovanni.. le spese?!!”.
“Sono storie individuali, Marzi! Perciò Marzi.. il reato di ergastolo non entrava in questa fascia del 4 bis. Ma per il semplice motivo che una condanna all’ergastolo, avendo un fine pena mai, non potrebbe essere inficiata da quell’articolo ostativo. Tale concetto viola sempre l’art. 27 della Costituzione”.
“Giovanni mi sorprende tutto questo. E mi sgomenta ancora questa parola… ergastolo ostativo. E se in questi giudizi, Giovanni, vi è stato qualcosa come un eccessivo giudicare nei processi. Da quanto comprendo, sotto ali particolari del momento, come una emergenza, ed ingiustamente, sono state fatte condanne all’ergastolo; e sottraendo, pure, quella speranza futuristica al soggetto, che può essere innocente. Ma il concetto lo esprimo anche all’inverso. Nel senso che un sistema democratico non può sopprimere lentamente giorno per giorno, e arroccarsi in quel titolo di vendetta statistica, e fuori dai canoni democratici!”
“Ma non sgomentarti, Marzi. Ancora non siamo entrati nel meccanismo di tutta questa serie di non garanzie, di processi di massa, di una criminalizzazione di una parte dell’Italia, l’Italia del Sud. Quest’argomento è stato posto, Marzi, per spiegarti come perisce giorno per giorno un ergastolano ostativo, violandone i diritti.”
“Ma, scusa, Giovanni.. se tutto questo va contro dei primari principi costituzionali e di diritto, chi per voi deve reclamare questi diritti e farli riconoscere? Da noi, Giovanni, vige l’avvocatura”.
“Anche da noi, Marzi, vige questa. Ma da noi persiste la logica che il fine giustifica i mezzi. Ed allora vengono accantonati quei diritti”.
“Il fine giustifica i mezzi, Giovanni?!!”
“Questa è la logica che persiste, Marzi! Sai, Marzi.. vi è una dittatura sottile e perversa che influenza ogni proposito di difesa. Che c’è Marzi? La tua espressione del viso è pensierosa?”
“Sentirti parlare di una dittatura sottile mi sgomenta più di una dittatura visibile e palese”.
“Marzi non fartene una sorpresa.. non siamo ancora a nulla. E non ti agitare su quello sgabello, che se lo rompi qua il direttore mi denuncia, mi isolano per 15 giorni, e in più me lo fanno pagare”.
“E che Plutone del piffero è questo direttore?”
“Marzi, è un essere formatosi nei ranghi dei giustizialisti”.
“Giovanni.. giustizialisti? Che parola è?!?”
“Come Marzi.. nemmeno giustizialisti avete sul vostro pianeta?”.
“Ma no Giovanni.. da noi c’è giustizia, non giustizialismo. Tutto questo, Giovanni, è perversione mentale”.
“Ecco, Marzi, ci stiamo addentrando nelle perversioni sadiche e mentali di una certa fascia cospicua di questo sistema. L’altra fascia, che si definisce garantista è sottomessa, non ha voce, se l’avesse viene tacciata di consociativismo criminale. E guai allora, a parlarne. Che fai, Marzi, guardi fuori verso la tua navicella??”
“No, Giovanni, penso solo a garantirmi un veloce ritorno al diritto”.
FINE PRIMA PARTE
Pubblicato da alfrhaed in
Messaggi nella bottiglia e contrassegnato con
4bis,
alieno,
art. 27 Cost.,
cassazione,
cinema,
comicità,
Conformismo,
dialogo,
diritto,
discriminazione,
esplorazione,
Giovanni De Tommasi,
incontri,
intepretazione,
ironia,
lettore,
manipolazione,
Marzi,
media,
ostatività,
pene,
ricerca,
Roma,
stratagemma,
Sud,
teatro,
testo,
Voghera