Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

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Un giorno di sciopero della fame dei detenuti di Carinola

Grazie alla nostra Mita, ci è giunto questo documento collettivo degli ergastolani (e non solo, credo..) di Carinola che annunciano per il primo dicembre una giornata di sciopero collettivo della fame contro la pena dell’ergastolo, e per spingere per un suo superamento. Giornata che si ripete a partire dal primo dicembre 2007, quando partì in tutta Italia la grande inziative di scioperi della fame a catena la cui esperienza venne testimoniata successivamente in un libro edito dalla Associazione Liberarsi, dal titolo MAI DIRE MAI.

Vi lascio al documento degli ergastolani (e credo ci siano pure detenuti non ergastolani ad averlo appoggiato) seguito poi dalle firme  di coloro (sempre tra i detenuti di Carinola) che vi hanno aderito.

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E.p.c     Al signor Direttore sede Casa C/le e di Reclusione Carinola

E.p.c.   Al Garante dei diritti dei detenuti Dott.ssa Adriana Tocca Centro Direzionale Is. F8 XIII piao 80143 Napoli.

E.p.c.   Associazione Il Carcere Possibile onlus via Santa Lucia, 123   80143  Napoli

E.p.c.   Associazione Liberarsi onlus Casella Postale  30   50012 Grassia (FI)

Al Signor Magistrato di Sorveglianza c/o Tribunale di S. Maria Capua Vetere

                                             AL SIGNOR MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA

E a tutte le  L.L.SS. Che leggeranno per conoscenza, desideriamo informarvi che a seguito dell’iniziativa partita il 1° dicembre 2007, questo 1° dicembre è il quarto anno consecutivo di adesione a un giorno di sciopero del carrello del vitto dell’amministrazione Penitenziaria.

Molti di noi ergastolani prenderanno parte a questo sciopero sostenuto da familiari, amici, conoscenti e semplici cittadini disposti a condividere questa lotta di civiltà umana e giuridica per sensibilizzare le istituzioni tutte, compresa la Magistratura di Sorverglianza, ad una ponderata riflessione sulla pena dell’ergastolo affinché di fatto lo stesso venga abrogato perché stride fortemente con quel precetto costitzuzionale sancito dall’art. 27, comma 3, secondo il quale “LE PENE NON POSSONO CONSISTERE IN TRATTAMENTI CONTRARI AL SENSO DI UMANITA’ E DEVONO TENDERE ALLA RIEDUCAZIONE DEL CONDANATO”.

Chi ha l’ergastolo morirà in carcere, perché ad associarsi non sarà ilr eso della pena, visto che non ha fine, ma il resto della vita, che gli rimarrà da vivere.

In uno Stato di diritto che si definisce civile e non giustizialista, che ha promosso la moratoria modiale per l’abolizione della pena di morte, mantenere tra le sue leggi la pena dell’ergastolo è aberrante.

La Costituzione è la massima espressione del rispetto dei diritti della persona e della possibilità di poter essere rieducato e reinserito nella societa, che è un diritto sancito dalla Costituzione, un diritto della persona detenuta, e non può essere solo la prerogativa di molti, ma deve esserlo di tutti, perché tutti sono uguali davanti alla legge (art.3 Cost.), e la legge non ha autorità superiore alla persona, ma ha autorità se serve alla persona (art.2 Cost.) e il detenuto, prima ancora di essere tale, è persona.

Per questa ragione, noi detenuti del carcere di Carinola, provincia di Caserta, il 1° dicembre 2010 aderiamo a un giorno di sciopero della fame per l’abolizione dell’ergastolo e l’applicazione dell’art. 27 comma 3° della Costituzione.

Si pregano le L.L.SS. di darne comunicazione agli organi di informazione locali e nazionali, sia della carta stampata sia televisivi.

Seguono le firme degli aderenti

Domenico Pace

Rotondale Elio

Vicomito Antonio

Pascone Francesco

Davi Giuseppe

Giorgi Bruno

Iamonici Francesco

Bindolillo Giuseppe

Zappulla Alfio

Puglliara Carmelo

Savarese Giovanni

Caruso Antonio

Palmieri Pasquale

Lucoci Petru Hodolin

…..(non si capisce) Angelo

(non si comprende)

Micillo Saverio

Pagano Roberto

Trimboli Domenico

Trombacco Nicola

Riccardi Giuseppe

Morabito Mario

Del Giorno Luigi

Abate Antoni

Longella Agostno

Esposito Cataldo

Maimenti Mario

Zottoli Carmine

Craparotta Andrea

Chirico Antonino

Cortese Franco

Nirta Sebastiano

Sarici Gianpaolo

Bottora Salvatore

Pagliaro Angelo

Bardone Gaetano

Brancato Gennaro

Barbato Giuseppe

Saggese Marcello

(non si capisce) Salvatore

Ciervo Bernardo

Di Martino Massimo

Marietta Salvatore

Santo Gligora

Ferhati Altin

Fruci Vincenzino

Lorenzani Massimo

(non si capisce)

Savarese Luca

Scoglio Massimo

Vincenzo Totaro

Bonavita Giovanni

Esposito Sansone Antonitno

Cutrone Paolo

Giuma Vincenzo

Accardo Antonio

Sejdi Cazim

Verde Antonio

Solgillo Bruno

Pirone Nicola

Viola Vincenzo

Schiavone Antonio

Castaldi Fortunato

Esposito Giovanni

Esposito Roberto

Guarracino Raffaele

Camanile Gaetano

Cola Gennaro

(non si capisce)

Di Nardo Franco

Bianco Luigi

Palmisani Giovanni

De Luca Corrado

Migliorisi Daniele

Lettera a Barbara D’Urso di Francesco Annunziata

Francesco Annunziata..  Nellino.. detenuto a Catanzaro, insieme alla lettera in cui raccantava la sua esperienza horror a Salerno (continuate a mandare lettere al Direttore Alfredo Stendardo… è una opportunità che gli date di “migliorare” le condizioni del carcere..:-)… vi ricordo il link…https://urladalsilenzio.wordpress.com/2010/11/03/full-metal-jacket-a-salerno/)…. ci ha inviato questa lettera rivolta a Barbara D’Urso, che poi faremo arrivare “materialmene” sulla scrivania con posta cartacea.

Intanto lo pubblichiamo sul Blog. E’ un testo cortese nei modi, che nasce da un precedente rispetto.. ma indignato nella sostanza.  In pratica si tratta della solita falsificazione sistematica e furba che viene servita all’ingrosso in quasi tutti i circuiti mediatici italiani di un certo peso. Barbara D’Urso semplicemente si accoda… quando infati il cane pastore abbaia le pecore si accodano.

Che poi io sarei ancora più drastico verso la programmazione televisiva pomeridiana, anzi verso la maggior parte delle trasmissioni televisive… Sarei per uno sciopero collettivo di mesi e mesi verso questo letame, questi recinti pruriginosi, con storie inventate ad arte, fatti intimi spiattelati pubblicamente, esibizionisti e frustrati a pagamento. Ci sono tanti campi incolti in Italia… per esempio si potrebbe sperimentare la coltivazione del kiwi o dell’arancia cinese… ma anche riprendere la cultura della patata.. e tanti conduttori e ospiti in studio li “valorizzerei” in tali opere di pubblica utilità… premendo game over sulla fabbrica (senza giorni liberi) di rincoglionimento collettivo.

Comunque.. nello specifico la lettera di Nellino nasce dalla visione di alcune puntate di Pomerigio 5, la trasmissione di Barbara D’Urso, dove veniva spacciata l’idea che in sostanza (questo sembra di trarsi dalla lettera che leggerete) il carcere in Italia è sempre troppo blano, che ci sono assassini che escono dopo tre anni, che il lassismo porta a casi come quello di Angelo Izzo (che invece è tutto un caso a sé, come dice bene Nellino, e come in altri momenti hanno detto, con altrettanta chiarezza Carmelo Musumeci e Sebastiano Milazzo) e tutto il resto della tiritera blaterata in occasioni simili. E sembra che anche avvocati abbiano preso parte alla fiera della minchiata. Ma questa è forse l’unica cosa che non può stupirmi. Anzi è normale.. è giusto… se si pensa che ci sono ministri che non sapevano che qualcuno aveva pagato il loro appartamento davanti al Colosseo.. ci si può davvero stupire che ci siano avvocati che non sanno il diritto? ..

Vi lascio alla lettera di Francesco Annunziata a Barbara D’Urso..

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ALLA TRASMISSIONE POMERIGGIO 5 DI CANALE 5

Gent.ma Sig.ra Barbara D’Urso,

chi le scrive  è un detenuto appassionato di tutte le sue trasmissioni, e che nutriva un profondo rispetto per il modo in cui le conduce. Parlo al passato perché è da un pò che il suo modo di lavorare è combiato. Anche Lei si è fatto assoggettare del potere superiore e dell’odience. E’ più conveniente  assecondare la linea del terrore e dell’incertezza, che dimostrarsi garantisti ed andare controcorrente. D’altronde, se vogliamo, il suo agire è comprensibile, in un certo qual modo. Chi le dà pane…..(parola non comprensibile) padre e bisogna pur essere accondiscendenti se non si vuole perdere il lavoro. Anche di fronte alle ingiustizie, alle bugie, alle mezze verità, alle falsità.. è molto più semplice chinare la testa.

Sono sicuro che lei conosce benissimo quante cose inesate vengono dette alla gente comune, attraverso la sua trasmissione. E’ troppo colta e intelligente che non può essere altrimenti. Pur non essendo laureata in giurisprudenza, si informer dei casi di cui andrà a trattare, pertanto ad ogni bugia saprebbe controbattere e rettificare, ma purtroppo non lo fa. E purtroppo per lei! Perché si  è unita alle altre trasmissioni che fanno della disinformazione il proprio grido di battaglia.

Non mi prolungo e vengo subito al dunque: era da un pò di tempo che volevo scriverle, e la molla è stata il recente caso della morte dell’Angelo di Avetrana per mano di un mostro. Per ovvie ragioni sono contrario alla pena di more, eccetto in casi come questo. Suppongo sia superfluo descriverle come la penso sul punto. Ma da parte mia sarebbe anche  ammesso un pensiero simile, ovvero che per questo ci debba essere  solo la morte. Ma da parte della società civile no! Non è forse quella stessa società civile che si differenzia dal mostro perché vive nel diritto? Uccidendolo sarebbe a sua volta mostro. Ed a lei Signora D’Urso chiedo: è favorevole o contraria alla pena di morte? Per mero scrupolo le ricordo che l’Italia è stato il paese promotore per la moratoria per l’abolizione della pena di morte. Lei vorra andare controcorrente proprio ora?!!

Se è vero come le piace ripetere spesso in tv, che lei è contraria alla pena di morte, le rivolgo una ulteriore domanda: è favorevole o contraria alla pena dell’ergastolo? Per mero scrupolo la informo che in Europa non esiste la pena dell’ergastolo come in Italia. Ovvero, esiste la dicitura ERGASTOLO, ma è un tempo …. (parola che non si comprende) a seconda del Paese, 15 anni, 20 anni, 10 anni, ecc.ecc. Ma c’è una fine alla pena. In Italia no. Ed è qui che lei e il suo programma, come molti altri, fanno disinformazione.

In Italia esiste la pena dell’ergastolo e ciò consiste nella dicitura: FINE PENA MAI. Signora Barbara D’Urso.. FINE PENA MAI. Cioè condannato a morire in carcere. Non esiste alcuna possibilità di uscire se non si collabora con la giustizia. Ciò significa mettere un altro al posto tuo e non mi addento in tatticismi superflui allo copo di questa mia. Le ripropongo la domanda: lei è favorevole  o contraria alla pena dell’ergastolo? Aspetti.. non risponda ancora.

E’ meglio morire subito (pena di morte) oppure attendere che sopraggiunga la morte dopo 30 – 40 – 50 anno? (Ergastolo) = morire 31.536.000 volte all’anno.

Ora può rispondere.

L’art. 27 della Costituzione italiana recita che la pena deve essere volta al reinserimento del reo nella societ. Se non posso mai più uscire dal carcere, come potrò mai reinserirmi nella società? L’ergastolo è in netto contrasto con la Costituzione.

Quindi, Sig.ra D’Urso, quando nella sua trasmissione lei  lascia passare il messaggio che in Italia l’ergastolo non esiste, quando lascia passare il messaggio che un assassino al massimo fra 3 anni sarà libero, quando lascia passare il messagio che in Italia non c’è la certezza della pena, non sta facendo INFORMAZINE, ma DISINFORMAZIONE, tradendo anche la sua stessa professione di giornalista.

Le dico che in Italia c’è l’ergastolo e che ci sono circa 1400 ergastolani che per legge non potranno mai uscire dal carcere. Anche se un giudice volesse farli uscire, non potrebbe per legge. Le dico che non esiste che  un assassino dopo tre anni sarà fuori, perché in tre anni in Italia non avrà fatto nemmeno il processo di primo grado. Le dico che in Italia c’è la certezza della pena, ci sono persone che sono in carceere da 20 – 30 – 40 e finanche 52 anni, come ricorderà di quel signore di Salerno dimenticao in manicomio.

Fa specie a volte sentire anche certi avvocati che intervengono nella sua trasmissione, sostenere certe tesi, mentendo sapendo di mentire. La casalinga che è a  casa e vi ascolta e non conosce queste realtà, sicuro avvertirà le vostre bugie come verità e svilupperà un senso di incertezza che è poii quello che desiderate per nascondere le relative magagne.

Cosa ne pensa dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia, e che dopo innumerevoli arresti pubblicizzati ovunque.. i latitanti sono sempre 30? Non le sembra strano?

Chi le parla era un ragazzo di 18 anni che oggi ne ha 36 ed è un uomo sposato con due figli, che è stato condannato ad una pena di 30 anni perché giudicato colpevole di reati molto gravi. Vada oltre alla “semplicità” dello status di colpevole o innocente.. ma..

SECONDO LA SUA OPINIONE UN RAGAZZO DI 18 ANNI E’ LA STESSA PERSONA DI UN UOMO DI 36 ANNI?

In uno stato civile, tenerlo in carcere tutta la vita, riporterà indietro la persona che presumibilmente ha ucciso? Sarà in questo modo fatta giustizia o semplicemente appagato il comune senso di vendetta? E con  il principio della vendetta non si è sullo stesso piano dell’assassino? Lei se rompe un vetro lo ripagherà con 100 euro. Quale è il prezzo per una vita? Non c’è! E non può essere quello di un’altra vita, in uno stato di diritto come si definisce l’Italia.

Il codice di Hammurabi predicava occhio per occhio, e dente per dente. Che lavoro è insinuare la cultura del sospetto? Non è fare quello che state facendo con quelle due ragazze cugine di Sara, formulando ipotesi fantascientifiche che agli occhi del telespettatore diventano verità assolute? Se qualche folle farà un gesto sconsiderato contro quelle due ragazze, voi vi sentirete innocenti?

Gent.ma Sig.ra Barbara D’Urso, quando parla di carcere e certezza della pena, si informi, si documenti e distingua i vari casi. Nella puntata del 11.10.2010 si è sentito fare l’esempio di Angelo Izzo (alro porco), del tutto fuori luogo e realtà distorta, perché si è omesso di riferire che Angelo Izzo era un collaboratore di giustizia, usato e premiato con la libertà, mettendo altri al so posto e che poi lo si è ritrovato a commettere un altro reeato infamante. Vi scandalizzate quando uno esce per l’indulto, e non vi scandalizzava quando una persona che si è autoaccusata di centinaia di omidici, poiché collabora con la giustizia, non fa un giorno di carcere?

Sono consapevole che non cambierà nulla perché non può, non dirà una sola parola di quanto le ho detto, perché non può, ma ci tenevo a farle sapere quello che penso, e farle sapere che ci tiene compagnia per lunghi pomeriggi sempre uguali, chiusi  3m quadrati, che ci piace quando combatte per i diritti delle donne, quando combatte per difendere le donne e i diritti di tutte le minoranze e di chi è più debole.

Le invio un pò di  materiale per informarsi sul carcere, sulla pena e sulle PERSONE  che “vivono”  in carcere. Magari la curiosità prenderà l sopravvento e andrà a dare una occhiata.

Personalmente non mi piace fare vittimismo, la mia filosofia è: hai voluto la bicicletta? E ora pedala. Lei, campana, conoscerà questo detto popolare. Io sono di Pagani (Salerno). Hai sbagliato? E’ giusto che paghi. E paghiamo. Il problema è l’ingiustizia, le bugie che vengono dette. Non si può andare in Europa e vantarsi che siamo un paese civile, lamentandoci di Guantanamo, quando sappiamo benissimo che in Italia c’è di peggio.

Almeno dicessero la verità.

Ecco, mi fermo qua, ringraziandola del suo tempo,

con l’affetto per la dott.ssa Giò e scusandomi per i toni un pò duri.

Il detenuto     Francesco Annunziata

P.S.: continuo a guardarla, ma qualche volta spengo..:-)

P.S.II: si è mai chiesta cosa significa trascorrere 10-20-30 anni chiuso in quattro mura? Si indigna per gli animali chiusi in spazi troppo stretti, quasi quasi per un carcerato converrebbe essere un animale, mi creda… avrebbe meno doveri e più diritti.

Lettera aperta al Ministro Alfano… di Sebastiano Milazzo

Pubblico questa lettera aperta di Sebastiano Milazzo (detenuto a Spoleto e più volte intervenuto con suoi scritti in questo blog) rivolta al Misericordioso Ministro Angelino Alfano dopo i suoi ultimi ragli e latrati…

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Lettera Aperta al Ministro Alfano

Lei riesce a sorprendere sempre gli italiani, qualche settimana con il tenero appello perché fossero concessi gli arresti domiciliari al padrone d’una cagnolina che soffriva d’ansia per l’assenza del suo padrone e adesso facendo la faccia feroce davanti agli italiani per informarli che alcune categorie di detenuti devino morire in carcere e poveri. Chiaramente si riferiva agli ergastolani.

Con le sue scellerate parole ha ignorato il principio che anche il peggiore criminale ha diritto di riscattarsi dal proprio passato, e assicurare questo diritto previsto per tutti significa difendere la democrazia, che non divide il diritto per categorie, sempre che lei sappia cosa significhino i termini.

Diritti e Democrazia, in questo paese, dove già i criminali dell’economia e della politica, al massimo stanno qualche mese agli arresti domiciliari, le sue parole rivolte solo contro di noi hanno  il sapore della vendetta contro quelle categorie, non della giustizia, si vede che nessuno le mai insegnato che la vendetta è la ripetizione della colpa, che essa stessa è una colpa.

Il tono della sua voce era di quello di chi stava attuando una vendetta ,ma sappia però che quando le carceri alcune categorie non lo vedeno nemmeno se lo vogliono e per alcune categorie sono destinate a diventare dei cimiteri, non ci sarà mai giustizia e nemmeno democrazia.

Vede,Ministro ci potrebbero essere ergastolani che dopo 100 anni di detenzione non sarebbero pronti per essere reinseriti nella società, ma ci sono persone per le quali dieci anni potrebbero essere troppi  e meriterebbero di aver donata ancora un po’ di vita, i Costituenti questo lo avevano capito e scritto nell’articolo 27 della Costituzione.-Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Lei con una sola idiozia è riuscito a cancellare l’articolo 27 della Costituzione, anche perché era sicuro che un’opposizione amante del Diritto quanto lei, sempre pronta a contestargli anche il minimo starnuto, non l’avrebbe contestata per la sua grave istigazione al suicidio, infatti non una voce s’è levata all’opposizione a contestare quella che è stata una rozza e incivile istigazione al suicidio, nei confronti degli ergastolani, che non l’hanno vista fare la faccia feroce quando, in prossimità di elezioni, la sua parte politica chiedeva i voti, allora non affermava che la giustizia giusta prevedesse di farli morire in carcere.

E nemmeno l’hanno vista mai fare la faccia feroce contro le cricche di affaristi e amministratori, loro si veramente organizzati nel fare razzia delle risorse pubbliche, che hanno ridotto il sud, la terra da cui lei proviene, nella condizione di degrado in cui si trova.

Ma il livore che traspariva dal suo volto, mentre pronunziava quelle parole, era quello di chi ha paura e non di chi ha coraggio di affrontare il proprio compito nel rispetto della legge e della Costituzione.

Dalla sua voce piena di odio traspariva la paura di chi ha paura del Brusca di turno e dei soi compari pentiti, cui è stata consegnata, anche con il suo notevole contributo, la giustizia di questo paese.

Naturalmente per lei deve morire in carcere anche chi, in ipotesi, è stato condannato ingiustamente sulla parola di questi sozzi individui, perché potessero ottenere la libertà mentre ancora le loro mani grondavano di sangue, che lei e non solo lei, ritiene inaffidabili solo quando accusano qualcuno del suo livello.

Nel suo livore c’era la stessa disumanità sbrigativa che c’è nel reato, quella disumanità che istiga noi ergastolani al suicidio, imponendo la violenza di togliere un uomo alla propria famiglia e tenerlo in galera anche quando questo non nuocerebbe più alla società, solo per fare una starnazzata mediatica, in un momento di grande difficoltà.

Sebastiano Milazzo, casa di reclusione di Spoleto.  

Sfogo di un carcerato indignato.. di Tommaso Amato

Tommaso Amato è un’altra nuova “entrata” tra noi. E’ un ergastolano detenuto a Spoleto, e questo è il primo pezzo che ci manda.

Uno sfogo verso quelle che vede (e a mio parere, sono..) contraddizioni evidenti nel sistema giudiziario italiano.

Alcune delle cose a cui fa riferimento sarebbero addirittura buffe e surreali, se non si inserissero in contesto segnato da dolorosi abbandoni e sorda indifferenza. Sinceramente vi confesso che la storia del Ministro Alfano commosso per un povero cagnolino “orfano” del proprio padrone, finito in carcere, e che si attiva per farlo ritornare immediatamente a casa in modo che questo cagnolino possa riabbracciarlo…  vi confesso, dicevo, che questa storia mi era sfuggita.

Amici, non è meravigliosa la bontà umana? Non siete sgomenti e ammutoliti come baccalà dinanzi a tale meravigliosa sensibilità? E’ proprio vero il detto che diceva..

“Dio ci guardi da chi cerca sempre di sembrare troppo buono..”

Io andrei a stringere la mano al Misericordioso Alfano (“dio benedica il suo nome”, tanto per usare un antico saluto islamico), perché avere cura degli animali è, sinceramente, un esempio di crescita emozionale emorale. Ma.. ma…. diventa parodia e teatro per i gonzi se.. allo stesso tempo.. persone messe in condizioni estremamente più tragiche non hanno uno sguardo che si posi su di loro.

E quella persona con quattro figli minori a casa, che cita sempre Tommaso Amato? Per quella non c’è stato alcun intervento del ministro?

E i SEPOLTI VIVI nel 41bis che hanno un colloquio striminzito al mese da dietro un vetro e con un citofano, peggio che soffero nel più infame degli Zoo?

E quel detenuto ostativo a cui non hanno dato il permesso per andare a trovare la madre anziana e gravemente malata .. perché “non era dimostrabile che fosse esattamente in fin di vita” (quando è in fin di vita qualcuno per voi? Quando stanno già scavando la fossa?..).. e che naturalmente è morta poche settimane dopo.. naturalmente senza che il figlio potesse riabbracciarla per un’ultima volta..

Signor Cuore d’oro Alfano.. Misericordioso tra i misericordiosi.. (“Dio benedica il suo nome e quello di tutta il nobile seguito che gestisce l’amministrazione penitenziaria con solerzia, scrupolo e indubbio..valore..”..sigh…), visto che il suo cuore è colmo di tenerezza, crede che sia possibile che le capiterà di commuoversi e , addirittura – fantascienza? – fare un gesto “concreto” per uno dei tanti uomini che urlano da anni e non sentono neanche un vagito, non dico una parola, di risposta?

In attesa di una sua “misericordiosa” risposta.. lascio i lettori del Blog alla lettura della lettera sfogo di Tommaso Amato..

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Si verificano vicende nella vita di tutti i giorni che, sebbene simili con molte altre, considerate nella loro unitarietà, appaiono, alcune buffe, altre insignificanti e prive di interesse. Eppure, esaminandole nell’insieme, emerge un’atrocità enorme, un attacco crudele, a quel principio di umanità sancito dalla Costituzione nell’articolo 27. Senza un minimo di pietà. Una ferma spallata a quella Costituzione a cui tutti si inchinano, ma che di fatto non esitano a calpestare.

Mi trovo davanti a una situazione, infatti, che nel suo insieme mescola il comico con il tragico. Abbiamo da una parte un ministro della giustizia che si commuove di fronte alle sofferenze di un povero cane privato dell’affeto del suo padrone in carcere, tant’è che per alleviare le sofferenze dell’animale, interviene con tempestività per evitare conseguenze negative irreversibili alla povea bestia, orfana del proprio padrone. Con un gesto di umanità inconsueto, il ministro si adopera per fare ritornare immediatamente il reo in casa (fonte: ‘pianeta carceri’, pubblicato il 17-8-2010 news carceri).

Da un altro lato, invece, notiamo il pugno fermo delle autorità competenti che non si commuovono di fronte a una persona che deve scontare meno di un anno di carcere, che chiede di vedere i suoi quattro cuccioli (minorenni), che non vede da anni, e che tanto bisogno di affetto, come il cane, e, al pari del cane, avrebbero anche loro (fonte: Carcere di Spoleto, agosto 2010). Il ministro in questo caso non vede e non sente. Insensibile come una lastra di ghiaccio.

Come paradosso del paradosso, si apprende in tv che uno dei peggiori criminali della storia d’Italia riesce a saldare i conti con lo stato nel giro di pochi anni, e con molta facilità. Così, “poverino”, potrà “coltivare finalmente i suoi sogni”, quelli che lo hanno assillato per tutta la sua vita: belle donne, soldi e… (Italia uno del 23-8-2010, ore 12:25, con riferimento alla scarcerazione di Maniero). Cosa, tra l’altro, alquanto improbabile per un cittadino onesto (o normale) che incaglia (per X motivi) nella rete di una giustizia incontrollata, in quanto non potendo offrire nessuna mercanzia in cambio allo stato per barattarsi la sua libertà, è destinato a marcire in carcere. Niente pietà, non atti di indulgenza, ma solo odio verso chi potrebbe trovarsi in carcere per un qualche drastico errore.

Di fronte a codesti monumenti, vere opere d’arte (e sono tante, tantisssime, troppe per un paese che si definisce democratico e civile), da carcerato, ma pure da cittadino, provo solamente indignazione e pietà per questi poveri miseri esseri, impregnati esclusivamente di odio, non di umanità o di buon senso quindi.

Cordiali saluti a tutti.

Tommaso Amato

Dai loculi di Spoleto il 28/08/2010

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