Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

Reclamo di Francesco Annunziata

artessa
Da tempo Francesco Annunziata -il nostro Nellino- è stato trasferito nella CR di Oristano dove si ritrova ad affrontare ex novo alcune restrizioni illegittime sull’uso di certo materiale didattico (nella fattispecie, libri con copertina rigida), nonostante il diritto allo studio, in sede di istituti penitenziari, preveda l’uso di strumenti atti ad agevolarne il percorso (dal sito del ministero si legge: Il regolamento di esecuzione adottato con d.p.r.30 giugno 2000, n. 230 ha introdotto diverse agevolazioni per gli studi universitari. L’art. 44 prevede che, per potersi concentrare nello studio gli studenti siano assegnati, ove possibile, a camere e reparti adeguati e siano resi per loro disponibili appositi locali comuni. I detenuti possono inoltre essere autorizzati a tenere nella propria camera e negli altri locali libri, pubblicazioni e tutti gli strumenti didattici necessari.)
Di seguito il reclamo inoltrato dallo stesso detenuto al ministero della giustizia e agli organi competenti.
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Al MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

e p.c.:

al Magistrato di Sorveglianza di Cagliari;

al Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti;

al MIUR;

all’Università degli studi di Cagliari.

Oggetto: reclamo ex art.35; 35bis e 69 O.P.

Il sottoscritto Annunziata Francesco, nato a Roma il 04/10/1974, attualmente ristretto presso la C.R. di Oristano, in esecuzione pena per provv. Cumulo n° sentenza 1831/2009 del 17/12/2009

propone

reclamo avverso al diniego della Direzione della C.R. di Oristano a ritirare libri depositati al magazzino provenienti da altro Istituto Penitenziario e acquistati tramite abbonamento dalla Casa Editrice Hachette fascicoli per la collana: Studiare Scienza.

Ai sensi degli art. 35; 35bis e 69 O.P. in violazione degli art. 9; 21 e 33 Costituzione Italiana.

In diritto

violazione dell’art. 9 Cost. nella parte in cui propone lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica;

violazione dell’art. 21 Cost. nella parte in cui la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o a censura e si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria;

violazione dell’art. 33 nella parte in cui l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

In fatto

il reclamante è studente universitario alla facoltà di ingegneria informatica e biomedica e i libri richiesti rivestono un ruolo di supporto ai testi indicati da programma.

Fungono da approfondimento e supporto al materiale didattico suggerito dai docenti e riguardano materie pienamente connesse quanto complementari agli studi intrapresi.

Trattasi di libri di fisica, matematica, biologia, informatica, ecc.

si allega piano di studi universitario per dimostrare l’attinenza dei testi richiesti con quelli accademici.

Si richiede alla s.V. Ill.ma di intervenire anche in funzione del regolare svolgimento della vita detentiva, laddove è un diritto del detenuto (non semplice interesse legittimo) a usufruire di condizioni favorevoli alle esigenze di studio.

Il reclamante ha proposto ben due istanze volte a ottenere l’autorizzazione a ritirare i testi depositati -sequestrati al magazzino senza ricevere risposta , ciò in violazione del diritto a proporre reclamo, considerando che, disconoscendo le motivazioni al diniego, non si è liberi nella scelta di condividere tali limitazioni, o rivolgersi all’organo di tutela competenti per gli adempimenti del caso.

Inoltre senza motivazione è già nulla il diniego, pur ancora solo verbale.

Vi è un danno anche economico nella misura in cui il reclamante ha stipulato un contratto di acquisto con la casa editrice per dei testi che, di fatto, non può consultare, seppur già autorizzati in altro istituto penitenziario, in violazione della continuità di trattamento tanto invocata in numerose circolari DAP che sottolineano come l’Amministrazione Penitenziaria sia unica e ciò comporti l’equità tra diversi istituti penitenziari; né il reclamante è disposto a rescindere il contratto stipulato per la collezione, tale da rinunciare a un’evoluzione culturale- accademica e sviluppare maggiori competenze nell’ambito universitario scelto.

  • Che il regolamento interno sia vecchio e obsoleto, non conforme a numerose pronunce della Suprema Corte di Cassazione, proprio in materia di diritto allo studio e di testi con la c.d. copertina rigida, è un deficit che non può ricadere in capo al detenuto, né che sia in fase di rielaborazione e in attesa che si completi l’equipe di competenza, è un tempo e/o motivazione “ipotetica” che può ritenersi prevalente rispetto alle esigenze di studio prospettate, o ritenere subordinato il diritto allo studio alle deficienze organizzative dell’Istituto.
  • Proprio il concetto di studio, a maggior ragione quello universitario e le agevolazioni sviluppate tra Ministeri competenti, fanno leva sulla concezione di dignità della persona da un lato, e sulla vocazione sociale dell’università dall’altro.
  • A volte un percorso formativo di alto livello rischia di creare frustrazioni maggiori in condizioni limitative.

Invece lo studio deve poter offrire gli strumenti per poter meglio gestire se stessi. Già non si lamentano altre disfunzioni organizzative-strutturali come la violazione degli art. 19 comma 4 legge n. 354/75 e 44 DPR n. 230/2000 che agli studenti universitari assegnano la cella singola, ma anche limitazioni sui testi risultano inaccettabili.

Inoltre si rappresenta alla s.v. che in questo istituto ancora non vi è attuazione dell’accordo dell’apripista alla formazione di poli universitari penitenziari in Sardegna, come è evidente che il nuovo protocollo riprende quanto già previsto nell’accordo nazionale del 2004 citato.

Il processo di riforma che recentemente è stato avviato dall’amministrazione penitenziaria per migliorare la situazione carceraria, si concilia senz’altro con l’incremento del numero di detenuti studenti, che hanno bisogno di condizioni di vita più tranquille.

Tranquillità che inevitabilmente viene a mancare quando, anche per avere dei libri, si rende necessario il ricorso alla magistratura di sorveglianza.

PTM

voglia la s.v. intervenire e ordinare alla direzione la consegna dei libri depositati al magazzino integri senza deturpazioni. Nell’era della tecnologia, il cartaceo è sacro.

Confidando nell’accoglimento, ringrazia.

Con osservanza

Oristano 4 novembre 2016

Francesco Annunziata

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