Le Urla dal Silenzio

La speranza non può essere uccisa per sempre.

Lettera-denuncia dei detenuti del carcere Dozza

Amici, Giovanni Lentini, detenuto a Bologna.. mi ha inviato questa lettera collettiva, dei detenuti del carcere “Dozza” di Bologna appunto.. riguardo all’ennesimo caso di imperizia, superficialità e pessimo svolgimento delle proprie funzioni.. cosa che non riguarda solo le carceri, ma anche.. dato che siamo in tema.. ospedali, cliniche e pronti soccorsi.

Pietro Folgieri è morto di infarto.. penso soprattutto all’infermiere che, quando l’ha visitato, l’ha congedato con burocratiche frasi di routine… “nulla di grave”.

Non è semplicemente il fare polemiche. E’ qualcosa di più profondo e che coinvolge tutti noi. E’ la “disattenzione”, il passare avanti, il non tenere  a nulla, l’essere sciatti, distratti, sempre persi nei propri bisogni e interessi. Chi vive così vive male e nella sua bolla non vede gli altri, sono semplici ostacoli tra lui e se stesso. L’infermiere forse non aveva tempo da perdere, vedeva un altro numero, un altro detenuto co me mille altri.

Una storia del genere non deve essere una spinta solo a incazzarsi verso questa morte che in parte deriva anche dalla complicità di persone come queste… ma anche a fare i conti con la  nostra ignavia, la nostra pigrizia, la nostra distrazione e sciatteria morale. 

Vi lascio alla denuncia collettiva scritta dai detenuti delle sezioni AS3°A e 3°B del carcere della “Dozza”.. e presentata al Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna Dott. Maisto Francesco.

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Preg.mo Dott. Maisto Francesco

Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna

Signor presidente, i detenuti della casa circondariale “Dozza” delle sezioni di Alta Sicurezza 3°A e 3°B, si rivolgono a lei come massimo garante non solo per i diritti e i doveri giurisdizionali dei detenuti, ma anche per i diritti alla salute e alla vita in carcere (troppi detenuti stanno morendo in carcere). Ieri sotto i nostri occhi abbiamo visto morire un nostro compagno ancora in età giovanile. Nel pomeriggio ha accusato malori al torace, è stato accompaganato nel reparto infermeria, dove è stato viistato da un infermiere, che come ti routine, ti congeda con l’immancabile frase (nulla di grave). E’ un metodo per non chiedere l’intervento del medico.

Fatto sta che il detenuto Pietro Folgieri si è accasciato nel corridoio della sezione davanti alla sua cella, e, solo in questo caso, gli infermieri che gli hanno dato i primi soccorsi, hanno chiesto l’intervento del medico che è arrivato dopo circa 15 minuti e non ha potuto fare altro che constatarne il decesso per infarto.

Sappiamo che per salvara la via ad un infartuato i soccorsi devono essere celeri, che non trovino scusanti di comodo. Questo detenuto si trovava in questa sezione da due anni, e dalla cartella clinica si denota che era un soggetto a rischio di infarto, avendo i valori del  colesterolo superiori alle norme, cioè a 480.

Dott. Maisto, questa iniziativa non è per scopi di polemica. Sappiamo bene che il nostro compagno non tornerà in vita. Ma è per salvaguardare la nostra salute in carcere.

Confidiamo in lei per sensibilizzare gli orgnani preposti affinché tragedie simili non accadano più. Certi di un vostro tempestivo intervento, porgiamo i nostri cordiali saluti.

Con osservanza

i detenuti del carcere “Dozza” delle sezioni AS3°A e 3°B.

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6 pensieri su “Lettera-denuncia dei detenuti del carcere Dozza

  1. Quello che è accaduto al vostro compasgna , mi reca dolore , ma nello stesso tempo mi porta della rabbia , nei confronti di chi esercita una professione , che deve essere , fatta con molta professionalità , specialmente , nel campo infermieristico , dove quà entra in gioco la vita di un uomo , chiunque esso sia , deve tempestivamente , osservare , il paziente , e chiamare immediatamente , il medico .
    Per un inizio di infarto la sintomatologia ,e chiara , e non si deve perdere tempo ,somministrando la medicina di pronto intervento .. onde evitare le conseguenze , che possano compromettere l’intero organo , portando il paziente al decesso immediato .
    Spero che in futuro , il personale sia più preparato , e non pensare allo stipendio , perchè quello viene dopo , quello che conta è il lavoro fatto con tutti i criteri , per sentirsi , apposto con la propria coscenza …
    E dire ho salvato una vita …

    • accec in ha detto:

      e scusami, potresti precisamente indicarmi quali sarebbero in modo inconfutabile questi segni chiari di cui parli in caso di infarto???eah e tanto che ci sei, mi spieghi anche cosa è un infarto? sei un medico? sei un infermiere? hai studiato anche tu come loro, anni..per arrivare dove sono? O parli solo perchè hai visto qualche puntata in più di ER medici in prima linea o dottor house…?! Inoltre, parliamo dello stipendio…credimi se gli infermieri in italia penserebbero solo allo stipendio, gli ospedali resterebbero tutti senza infermieri….essendo questi ultimi, per le responsabilità che si prendono, i più sottopagati in europa!!! Inoltre, visto che parli tanto di preparazione, professionalità ecc…mi spieghi chi è l’infermiere, che profilo professionale ha, il suo codice deontologico..e anche, visto che sei cosi preparato, nel loro lavoro all’interno di un istituzione come il carcere….grazie, vedio il problema dell’itaòlia è che molti parlano di cose che neanche conoscono solo perchè lo hanno sentito dire da qualcuno o ancora peggio lo hanno visto in tv…!!! assurdo!

  2. monica f. in ha detto:

    Come al solito i detenuti sono solo numeri, numeri che catalogano l’immondizia! E’ una vergona, giocano con la vita di esseri umani e non se ne rendono neppure conto dato che non li considerano tali. Loro sono i “buoni” e voi i “cattivi”, se solo so osservassero allo specchio in profondità vedrebbero feccia. Vedo uno schifo, vedi i cosidetti “buoni” più cattivi del “cattivi”, ma invece di essere puniti vengono pagati ed elogiati. Mi spiace per il vostro amico, mi spiace per voi e spero con tutto il cuore che qualcosa cambi in meglio, che qualcuno ascolti le vostre urla dal silenzio. Un abbraccio

  3. Quello che è accaduto al vostro compasgna , mi reca dolore , ma nello stesso tempo mi porta della rabbia , nei confronti di chi esercita una professione , che deve essere , fatta con molta professionalità , specialmente , nel campo infermieristico , dove quà entra in gioco la vita di un uomo , chiunque esso sia , deve tempestivamente , osservare , il paziente , e chiamare immediatamente , il medico .Per un inizio di infarto la sintomatologia ,e chiara , e non si deve perdere tempo ,somministrando la medicina di pronto intervento .. onde evitare le conseguenze , che possano compromettere l’intero organo , portando il paziente al decesso immediato .Spero che in futuro , il personale sia più preparato , e non pensare allo stipendio , perchè quello viene dopo , quello che conta è il lavoro fatto con tutti i criteri , per sentirsi , apposto con la propria coscenza …E dire ho salvato una vita …
    +1

  4. Anna Maria Zanotti in ha detto:

    Lodevole la dignità che traspare dai detenuti nella lettera……..A me viene voglia di scrivere una lettera di insulti……..Ma hanno ragione loro, non riporterebbe in vita Pietro….Meglio “continuare” a sperare che le cose cambino…….

  5. accec in ha detto:

    ehhhhhhh..peccato che non posso scrivere..!!!! va lhà..lascio stare e vi lascio vivere nella completa ipocrisia.:!!! un solo suggerimento….aprite meglio gli occhi, non vi fate dire cosa dovete pensare..credetemi, non è tutto oro quello che luccica!!!! Esperienza personale!

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